LAVAGNE DELLA STRENNA
Destinate a coloro che saranno accompagnati dai bambini al cinema

Il Gran Timoniere verso il Mar Rosso                      (a cura di Paola Tarino)                                  La casa natalizia dei lemuri

 

 

 

"Dinosaur" (Dinosauri) di Ralph Zontag e Eric Leighton, USA, 2000, 82'

"Princes et Princesses" (Principi e Principesse) di Michel Ocelot, F, 1999, 70'

"How The Grinch Stole Christmas" (Il Grinch) di Ron Howard, USA, 2000, 105'

"Chicken Run" (Galline in fuga) di Nick Park e Peter Lord, GB/USA, 2000, 85'

 

 

 

UN DOVERE MORALE: AIUTARE I DINOSAURI A CASA LORO

L'ultimo lungometraggio d'animazione di casa Disney

Per vedere Dinosaur, l'ultimo kolossal disneyano dove la tecnologia digitale raggiunge esiti spettacolari nella ricostruzione iper-verosimile della realtà, sebbene si tratti di quella virtuale preistorica, sarete naturalmente tenuti a fare la coda avvolti dall'inconfondibile profumo dei popcorn (nonostante le leccornie natalizie, non si rinuncia al rito dello sgranocchiare rumorosamente in sala: per una volta adatto alla consumazione di una pellicola made in USA), sempre in compagnia di bambini trepidanti, attratti dal terribile fascino evocato dai bestioni antidiluviani, mostri che spaventano l'immaginario infantile, ma al contempo non l'inquietano, poiché scatenano impulsi protettivi per via dell'inevitabile loro remota estinzione. Potreste in realtà risparmiarvi l'obbligo dell'accompagnamento, a differenza di quanto accaduto in America, dove, senza la presenza di vigili adulti, ai minori di tredici anni la proiezione è stata rigorosamente vietata. Curioso divieto, trattandosi di produzione Disney. Non siamo di fronte al solito cartoon, ma ad un film realistico, dove personaggi fantasiosi, creati dapprima con la creta e poi digitalizzati al computer, si mescolano a riprese "dal vero", le cui locations sono state scovate in giro per i cinque continenti dalla troupe diretta da Ralph Zondag e Eric Leighton. Questa possibilità potrebbe esservi comunque concessa per poco tempo: il Moige (Movimento dei genitori italiani) ha infatti sentenziato che "con questo film cade quella garanzia di serenità e tranquillità che si ravvisano nelle produzioni natalizie della Disney", tale dichiarazione ha indotto la presidente della Commissione speciale dell'infanzia del Senato, Carla Mazzura (dei Democratici), a richiedere l'intervento dell'Authority per le comunicazioni, nel frattempo Michele Bonatesta, senatore di Alleanza Nazionale, ha avuto il tempo di esternare, invocando il divieto ai minori di 14 anni, motivato dal fatto che il film spaventa i bambini, come se non fosse più tragica e dolorosa la vista durante i telegiornali di bombe fatte esplodere oggi - non 65 milioni di anni fa, come le meteoriti apocalittiche del Cretaceo - e di giornalisti presi selvaggiamente a pugni in faccia dai suoi camerati.
I lucertoloni sono invece teneri e hanno un cuore d'oro. É vero che si divorano tra loro, ma lo fanno per fame e sete, complice Madre Natura che scombina gli equilibri climatici, non per ragioni etniche o religiose come in una delle tante e attuali guerre civili. Non dubitano mai di raggiungere la Valle dell'Eden, la Terra destinalmente promessa a loro, abitata solo da alberi lussureggianti e da ruscelli limpidi, per cui non sarà necessario intraprendere pulizie etniche: essi creeranno una "nuova nazione", senza dover sopprimere quelle già esistenti ("Vivrete in luoghi in cui nessun uomo ha mai vissuto", recita - forse a caso - lo slogan della campagna promozionale). Inoltre ci danno lezioni di democrazia (e questo comincia a dar fastidio ad una certa parte dell'opinione pubblica: quella che tifa per i carnosauri), perché solo attraverso l'unione, la solidarietà, l'organizzazione dal basso si riesce a raggiungere lo scopo: trovare il luogo dell'utopia.

 

 Sognando l'Eden del dinosauroA trained dinosaur di Winsor McCay del 1909

La storia ha la consueta impronta Disney, checché dicano coloro che sentono odore di violenza, reale o subliminale, sparsa nei fotogrammi, pertanto troverete tutti gli ingredienti classici di questo genere cinematografico: la separazione iniziale subito ricomposta dall'incontro adottivo da parte di una nuova famiglia di specie e forma animale differente (come avveniva anche a Mowgli allevato dalle fiere in Il libro della giungla), l'accettazione incondizionata del diverso, l'amicizia, i pericoli, i conflitti, il personaggio dal cuore tenero, gli aiutanti magici, i cattivi da bastonare, l'innamoramento, il capo perfido, il lieto fine. É vero che qualcuno muore, ma non è la prima volta che accade in un film d'animazione Disney, e poi la morte di Bruton, il braccio destro del capobranco tiranno Kron, appare decisamente più facile da accettare, poichè riscattata dalla sua impresa eroica (smessi i panni del burbero individualista cerca di salvare il resto del gruppo), rispetto alla fine commovente della mamma di Bambi.
Nonostante il realismo esasperato delle immagini, ottenute miscelando paesaggi veri con fondali "live-action" ricostruiti in studio, la scelta fotografica ricorda spesso cartoline stucchevoli o illustrazioni degne di un libro di storia per ragazzi, inoltre l'inserimento della buffa famigliola di lemuri introduce spezzoni comici che dissolvono la tensione emotiva e l'eventuale coinvolgimento infantile al pathos narrativo. Non ho notato bambini in sala spaventarsi all'ascolto dei versi "ululati" dai dinosauri, anche se si aggrappavano alle poltrone o piombavano in piedi (per vedere meglio e partecipare anche con il corpo) di fronte al duello finale tra gli iguanodonti, uniti nella lotta, e il vorace T-Rex.
I Dinosauri contano numerosi antenati nella storia del cinema: uno dei primi lucertoloni erbivori del cinema d'animazione si chiamava Gertie ed era stato partorito dalla fervida mente di Winsor McCay nel 1909, seguito dai modellini resi viventi da Willis O'Brien e da Ray Harryhausen, rispettivamente in
The Lost World del 1925 (basato su un romanzo di Sir Conan Doyle) e in Il risveglio del dinosauro di Eugène Lourié del 1953; bestioni analoghi comparivano in Viaggio al centro della terra di Henry Levin del 1959 o in La terra dimenticata dal tempo di Kevin Connor del 1975,  per arrivare a Jurassic Park di Steven Spielberg del 1993. Aladar, l'iguanodonte protagonista della pellicola in questione, ricorda maggiormente The Land Before Time del 1988 di Don Bluth, ex-disegnatore degli studi disneyani, che narrava la storia, irta di pericoli e di insidie, di un piccolo dinosauro orfano, in viaggio verso la valle incantata di cui gli aveva parlato la mamma. Anche in questo film si descrive "una lunga marcia", per certi versi biblica, come l'esodo guidato da Mosè, per altri aspetti simile a quella disegnata da un altro grande timoniere: Mao, che da sempre aveva intuito che la "rivoluzione non è un pranzo di gala", poiché contempla l'inevitabile incontro-scontro con i carnosauri, compagni di strada, di cui si farebbe volentieri a meno.



I vecchi e i deboli del gruppo si incoraggiano per proseguire la marcia


"Dalle cose più piccole nascono i cambiamenti più grandi", ammonisce all'inizio la voce fuori campo, mentre in grandangolo s'inquadra la macrodermica squamosa pelle di un rettile, che ci introduce alla sostanza del film.
Il prologo è una sequenza degna del premio Oscar: l'uovo che contiene il piccolo Aladar viene sottratto al suo nido da un uccello rapace, pertanto comincia a viaggiare, sfidando la velocità della luce, attraverso mari, oceani, scogliere, valli e cieli sterminati, per essere infine depositato nella foresta di un'isola tropicale, abitata da una spensierata comunità di lemuri, interessata ad accoppiarsi e a garantire la continuità naturale della specie.
Il padre di famiglia vorrebbe sbarazzarsi immediatamente di quella creatura mostruosa e magari pericolosa, ma, nel tentativo di gettarlo dalla rupe Tarpea, si arresta: il piccolo potrebbe mordere, mangiare addirittura tutte le scorte, ma è troppo tenero e il suo musetto dolce non consente di mettere fine allo scriteriato gesto assassino. Aladar viene pertanto adottato dalle buffe scimmiette, che, durante la sua crescita, approfittano della mole in espansione per farsi scarrozzare da una liana all'altra o per divertirsi in passeggiate-passerelle di fronte alle loro spasimanti, che ovviamente non possono non condannarlo ad un destino di futuro scapolo.
Improvvisamente il paradisiaco ambiente viene sconvolto da una pioggia di meteoriti: funghi atomici naturali che distruggono e rendono apocalittico in un battibaleno il territorio circostante. Tra lapilli, lava, ceneri ed incendi, sotto un ambiguo sole avvolto da una fuliggine nebbiosa, prende avvio la triste fuga della famiglia di lemuri in groppa al solerte iguanodonte: attraverseranno immensi spazi desertici fino a mescolarsi ad una mandria di altri bestioni "postdiluviani", anch'essi impegnati nell'esodo alla ricerca di oasi di acqua, cibo e terreno adatto alla nidificazione. La carovana è capitanata dal tiranno Kron: un despota che pensa di aver sempre ragione e che non accetta variazioni al regolamento imposto da lui, fedele ai dettami della selezione naturale della specie, specie se ad introdurre innovazioni sono i pivellini di turno che si innamorano persino della sorella, dapprima succube, in seguito attiva sostenitrice della democrazia impartita dal suo corteggiatore.

 Aladar incontra la sua sposa: Neera, sorella di Kron

La zampona in primo piano dell'iguanodonte scandisce la faticosa marcia attraverso lande desolate, costellate spesso di carcasse di animali azzannati da voraci predatori carnivori (i T-Rex, incubo dei docili lucertoloni erbivori), per diventare protagonista indiscussa della geniale trovata di far sgorgare l'acqua, a suon di pedate, nel lago prosciugato: manna per gole ormai asciutte e corpi allo stremo, al contempo ulteriore motivo di conflitto con il capo, che non ammette che qualcuno possa essere più intelligente di lui e quindi si arroga la primigenitura del miracolo con ingratitudine spocchiosa e deliberato esercizio di dominio della polla, ormai invasa dai più forti che ne impediscono l'accesso agli ultimi arrivati, vecchi e deboli abbandonati a se stessi, prede destinate ai carnosauri, perchè così insegna la legge della giungla. Aladar non ci sta ad assecondare questo gerarchico disegno, si aggrega pertanto agli emarginati dalla mandria, per confortare gli indifesi e vigilare sulla loro incolumità a costo di mettere a rischio se stesso e la famiglia che si porta al collo.
Costretti ad una marcia priva di soste e dai ritmi estenuanti, nel frattempo numerosi dinosauri iniziano ad  abbattersi sulla polvere, giganteschi organismi ormai costretti all'estinzione: metafora anch'essi della fine di questo universo, i cui equilibri appaiono inquinati già da cataclismi climatici preistorici.
Aladar, novello Mosè, riuscirà a sua volta a compiere un altro miracolo: condurre il gruppo a lui fedele fino alla terra promessa, la valle incantata, casa dei rettili, dove poter dar vita alla prosecuzione della specie, ma la sua soddisfazione potrà esprimersi al meglio solo aiutando coloro che si trovano ancora in difficoltà. Per seguire il perfido Kron, la testa del corteo è andata infatti ad infilarsi in una gola, una trappola priva di uscite, inseguita per di più da un carnosauro dalle fauci grondanti bava, sangue e saliva. Tornato sui suoi passi, Aladar convince i compagni a ribellarsi al tiranno e ad affrontare uniti il pericolo. Ce la farà naturalmente, da bravo eroe, senza aver prima tentato di soccorrere persino il cattivone: testa matta, capace di gettarsi allo sbaraglio, pur di dimostrare la propria superiorità. Purtroppo finirà vittima dei dentoni del T-Rex, che, spaventato dalla massa che si mette a far fronte comune, capisce, senza grossi sforzi, come sia più facile dirigere le sue brame verso il singolo.
Immagino che Aladar abbia raggiunto il paradiso terrestre, altrimenti non si spiega questa faccenda dell'estinzione, a meno che anche su questo i libri di testo siano faziosi e releghino pure questi vecchi arnesi in un mondo perduto in un passato che si pensava non dovesse più tornare.

DINO TOUR - DINO FX - DINO NUMBERS - DINO MOVIES

In  giro per il mondo a caccia di preistoria? Proprio così, i due registi, Ralph Zondag e Eric Leighton, per essere sicuri di avere a disposizione una cospicua quantità di fondali "live-action" su cui lavorare, hanno mandato due troupe su e giù per i cinque continenti, alla ricerca di locations dal sapore esotico e primitivo. I risultati? La sequenza iniziale dell'uovo che racchiude Aladar comincia tra le paludi della Florida, passa per le pianure del Venezuela (Canaima) e finisce nell'oceano al largo della costa australiana. Quando l'ormai famoso uovo approda sull'isola , quelle che si vedono sono le isole hawaiane. Mentre l'isola robinsoniana, dove Aladar spende l'infanzia tra i lemuri, è stata ricreata all'interno dell'orto botanico di Los Angeles.

"Dinosauri" è una sofisticatissima combinazione di live-action digitalizzata, effetti speciali e animazione al computer. La frontiera della cosiddetta animazione "mista" è stata varcata, ed è facilmente prevedibile che porti a traguardi sempre più sbalorditivi.

Questa epica avventura ha impegnato "The Secret Lab", struttura di produzione degli effetti speciali creata dalla Disney, in un' altrettanto epica impresa: 3.200.000 le ore di elaborazione dati, ovvero la capacità di informazione di 70.000 CD-Rom, 30.000 quelle settimanali per il rendering e la composizione del film; 70.000 i codici usati, traducibili in un' enciclopedia di venticinque volumi da 468 pagine ciascuno. 1.300 le inquadrature e gli effetti speciali, 30 differenti specie di creature preistoriche, da lucertole di trenta centimetri a brachiosauri lunghi trenta metri e pesanti 80 tonnellate; e ancora 1.100.000 peli presenti sul corpo del lemure, centinaia di shader scritti (codici digitali); 360° i gradi di rotazione della "Dino-cam"(la macchina-dinosauro), 300 i metri di percorrenza a 50 chilometri orari. Benvenuti nella nuova era della cinematografia, ma attenti a non dare i numeri...

Da quel lontano 1905, anno in cui fece la sua prima comparsa sul grande schermo ("Prehistoric Man"), il dinosauro da cinema ne ha fatta di strada, passando per l'animazione in stop-motion di "King Kong "(1933), per la memorabile battaglia tra un tirannosauro e uno stegosauro nel disneyano "Fantasia" (1940), arrivando ai recenti "Jurassic Park", alle sale cinematografiche Imax e le loro pirotecniche versioni 3D del T-Rex. "La realtà virtuale è sicuramente impressionante, lo spettatore entra nel paesaggio e si ritrova in un grande parco dei divertimenti (...) Sembra veramente di volare. Ai bambini piacerà soprattutto per questo. Perché, in fondo, è un grande videogioco" (da Primissima, n°12, dicembre 2000).

 
Sito ufficiale:
http://www.disney.it

 

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