LAVAGNE DELLA
STRENNA
(a cura di Paola Tarino)
"Dinosaur" (Dinosauri) di Ralph Zontag e Eric Leighton, USA, 2000, 82'
"Princes et Princesses" (Principi e Principesse) di Michel Ocelot, F, 1999, 70'
"How The Grinch Stole Christmas" (Il Grinch) di Ron Howard, USA, 2000, 105'
"Chicken Run" (Galline in fuga) di Nick Park e Peter Lord, GB/USA, 2000, 85'
UN DOVERE MORALE: AIUTARE I DINOSAURI A CASA LORO
La storia ha la consueta impronta Disney, checché
dicano coloro che sentono odore di violenza, reale o subliminale, sparsa nei fotogrammi,
pertanto troverete tutti gli ingredienti classici di questo genere cinematografico: la
separazione iniziale subito ricomposta dall'incontro adottivo da parte di una nuova
famiglia di specie e forma animale differente (come avveniva anche a Mowgli allevato dalle
fiere in Il libro della giungla), l'accettazione incondizionata del diverso,
l'amicizia, i pericoli, i conflitti, il personaggio dal cuore tenero, gli aiutanti magici,
i cattivi da bastonare, l'innamoramento, il capo perfido, il lieto fine. É vero che
qualcuno muore, ma non è la prima volta che accade in un film d'animazione Disney, e poi
la morte di Bruton, il braccio destro del capobranco tiranno Kron, appare decisamente più
facile da accettare, poichè riscattata dalla sua impresa eroica (smessi i panni del
burbero individualista cerca di salvare il resto del gruppo), rispetto alla fine
commovente della mamma di Bambi.
Nonostante il realismo esasperato delle immagini, ottenute miscelando paesaggi veri con
fondali "live-action" ricostruiti in studio, la scelta fotografica
ricorda spesso cartoline stucchevoli o illustrazioni degne di un libro di storia per
ragazzi, inoltre l'inserimento della buffa famigliola di lemuri introduce spezzoni comici
che dissolvono la tensione emotiva e l'eventuale coinvolgimento infantile al pathos
narrativo. Non ho notato bambini in sala spaventarsi all'ascolto dei versi
"ululati" dai dinosauri, anche se si aggrappavano alle poltrone o piombavano in
piedi (per vedere meglio e partecipare anche con il corpo) di fronte al duello finale tra
gli iguanodonti, uniti nella lotta, e il vorace T-Rex.
I Dinosauri contano numerosi antenati nella storia del cinema: uno dei primi lucertoloni
erbivori del cinema d'animazione si chiamava Gertie ed era stato partorito dalla
fervida mente di Winsor McCay nel 1909, seguito dai modellini resi viventi da Willis
O'Brien e da Ray Harryhausen, rispettivamente in The Lost World
del 1925 (basato su un romanzo di Sir Conan Doyle) e in Il risveglio del dinosauro
di Eugène Lourié del 1953; bestioni analoghi comparivano in Viaggio al centro della
terra di Henry Levin del 1959 o in La terra dimenticata dal tempo di Kevin
Connor del 1975, per arrivare a Jurassic Park di Steven Spielberg del 1993.
Aladar, l'iguanodonte protagonista della pellicola in questione, ricorda maggiormente The
Land Before Time del 1988 di Don Bluth, ex-disegnatore degli studi disneyani, che
narrava la storia, irta di pericoli e di insidie, di un piccolo dinosauro orfano, in
viaggio verso la valle incantata di cui gli aveva parlato la mamma. Anche in questo film
si descrive "una lunga marcia", per certi versi biblica, come l'esodo guidato da
Mosè, per altri aspetti simile a quella disegnata da un altro grande timoniere: Mao, che
da sempre aveva intuito che la "rivoluzione non è un pranzo di gala",
poiché contempla l'inevitabile incontro-scontro con i carnosauri, compagni di strada, di
cui si farebbe volentieri a meno.
"Dalle cose più piccole nascono i cambiamenti più grandi", ammonisce
all'inizio la voce fuori campo, mentre in grandangolo s'inquadra la macrodermica squamosa
pelle di un rettile, che ci introduce alla sostanza del film.
Il prologo è una sequenza degna del premio Oscar: l'uovo che contiene il piccolo Aladar
viene sottratto al suo nido da un uccello rapace, pertanto comincia a viaggiare, sfidando
la velocità della luce, attraverso mari, oceani, scogliere, valli e cieli sterminati, per
essere infine depositato nella foresta di un'isola tropicale, abitata da una spensierata
comunità di lemuri, interessata ad accoppiarsi e a garantire la continuità naturale
della specie.
Il padre di famiglia vorrebbe sbarazzarsi immediatamente di quella creatura mostruosa e
magari pericolosa, ma, nel tentativo di gettarlo dalla rupe Tarpea, si arresta: il piccolo
potrebbe mordere, mangiare addirittura tutte le scorte, ma è troppo tenero e il suo
musetto dolce non consente di mettere fine allo scriteriato gesto assassino. Aladar viene
pertanto adottato dalle buffe scimmiette, che, durante la sua crescita, approfittano della
mole in espansione per farsi scarrozzare da una liana all'altra o per divertirsi in
passeggiate-passerelle di fronte alle loro spasimanti, che ovviamente non possono non
condannarlo ad un destino di futuro scapolo.
Improvvisamente il paradisiaco ambiente viene sconvolto da una pioggia di meteoriti:
funghi atomici naturali che distruggono e rendono apocalittico in un battibaleno il
territorio circostante. Tra lapilli, lava, ceneri ed incendi, sotto un ambiguo sole
avvolto da una fuliggine nebbiosa, prende avvio la triste fuga della famiglia di lemuri in
groppa al solerte iguanodonte: attraverseranno immensi spazi desertici fino a mescolarsi
ad una mandria di altri bestioni "postdiluviani", anch'essi impegnati nell'esodo
alla ricerca di oasi di acqua, cibo e terreno adatto alla nidificazione. La carovana è
capitanata dal tiranno Kron: un despota che pensa di aver sempre ragione e che non accetta
variazioni al regolamento imposto da lui, fedele ai dettami della selezione naturale della
specie, specie se ad introdurre innovazioni sono i pivellini di turno che si innamorano
persino della sorella, dapprima succube, in seguito attiva sostenitrice della democrazia
impartita dal suo corteggiatore.
La zampona in primo piano dell'iguanodonte scandisce
la faticosa marcia attraverso lande desolate, costellate spesso di carcasse di animali
azzannati da voraci predatori carnivori (i T-Rex, incubo dei docili lucertoloni erbivori),
per diventare protagonista indiscussa della geniale trovata di far sgorgare l'acqua, a
suon di pedate, nel lago prosciugato: manna per gole ormai asciutte e corpi allo stremo,
al contempo ulteriore motivo di conflitto con il capo, che non ammette che qualcuno possa
essere più intelligente di lui e quindi si arroga la primigenitura del miracolo con
ingratitudine spocchiosa e deliberato esercizio di dominio della polla, ormai invasa dai
più forti che ne impediscono l'accesso agli ultimi arrivati, vecchi e deboli abbandonati
a se stessi, prede destinate ai carnosauri, perchè così insegna la legge della giungla.
Aladar non ci sta ad assecondare questo gerarchico disegno, si aggrega pertanto agli
emarginati dalla mandria, per confortare gli indifesi e vigilare sulla loro incolumità a
costo di mettere a rischio se stesso e la famiglia che si porta al collo.
Costretti ad una marcia priva di soste e dai ritmi estenuanti, nel frattempo numerosi
dinosauri iniziano ad abbattersi sulla polvere, giganteschi organismi ormai
costretti all'estinzione: metafora anch'essi della fine di questo universo, i cui
equilibri appaiono inquinati già da cataclismi climatici preistorici.
Aladar, novello Mosè, riuscirà a sua volta a compiere un altro miracolo: condurre il
gruppo a lui fedele fino alla terra promessa, la valle incantata, casa dei rettili,
dove poter dar vita alla prosecuzione della specie, ma la sua soddisfazione potrà
esprimersi al meglio solo aiutando coloro che si trovano ancora in difficoltà. Per
seguire il perfido Kron, la testa del corteo è andata infatti ad infilarsi in una gola,
una trappola priva di uscite, inseguita per di più da un carnosauro dalle fauci grondanti
bava, sangue e saliva. Tornato sui suoi passi, Aladar convince i compagni a ribellarsi al
tiranno e ad affrontare uniti il pericolo. Ce la farà naturalmente, da bravo eroe, senza
aver prima tentato di soccorrere persino il cattivone: testa matta, capace di gettarsi
allo sbaraglio, pur di dimostrare la propria superiorità. Purtroppo finirà vittima dei
dentoni del T-Rex, che, spaventato dalla massa che si mette a far fronte comune, capisce,
senza grossi sforzi, come sia più facile dirigere le sue brame verso il singolo.
Immagino che Aladar abbia raggiunto il paradiso terrestre, altrimenti non si spiega questa
faccenda dell'estinzione, a meno che anche su questo i libri di testo siano faziosi e
releghino pure questi vecchi arnesi in un mondo perduto in un passato che si pensava non
dovesse più tornare.
DINO TOUR - DINO FX - DINO NUMBERS - DINO MOVIES In giro per il mondo a caccia di preistoria? Proprio così, i due registi, Ralph Zondag e Eric Leighton, per essere sicuri di avere a disposizione una cospicua quantità di fondali "live-action" su cui lavorare, hanno mandato due troupe su e giù per i cinque continenti, alla ricerca di locations dal sapore esotico e primitivo. I risultati? La sequenza iniziale dell'uovo che racchiude Aladar comincia tra le paludi della Florida, passa per le pianure del Venezuela (Canaima) e finisce nell'oceano al largo della costa australiana. Quando l'ormai famoso uovo approda sull'isola , quelle che si vedono sono le isole hawaiane. Mentre l'isola robinsoniana, dove Aladar spende l'infanzia tra i lemuri, è stata ricreata all'interno dell'orto botanico di Los Angeles. "Dinosauri" è una sofisticatissima combinazione di live-action digitalizzata, effetti speciali e animazione al computer. La frontiera della cosiddetta animazione "mista" è stata varcata, ed è facilmente prevedibile che porti a traguardi sempre più sbalorditivi. Questa epica avventura ha impegnato "The Secret Lab", struttura di produzione degli effetti speciali creata dalla Disney, in un' altrettanto epica impresa: 3.200.000 le ore di elaborazione dati, ovvero la capacità di informazione di 70.000 CD-Rom, 30.000 quelle settimanali per il rendering e la composizione del film; 70.000 i codici usati, traducibili in un' enciclopedia di venticinque volumi da 468 pagine ciascuno. 1.300 le inquadrature e gli effetti speciali, 30 differenti specie di creature preistoriche, da lucertole di trenta centimetri a brachiosauri lunghi trenta metri e pesanti 80 tonnellate; e ancora 1.100.000 peli presenti sul corpo del lemure, centinaia di shader scritti (codici digitali); 360° i gradi di rotazione della "Dino-cam"(la macchina-dinosauro), 300 i metri di percorrenza a 50 chilometri orari. Benvenuti nella nuova era della cinematografia, ma attenti a non dare i numeri... Da quel lontano 1905, anno in cui fece la sua prima comparsa sul grande schermo ("Prehistoric Man"), il dinosauro da cinema ne ha fatta di strada, passando per l'animazione in stop-motion di "King Kong "(1933), per la memorabile battaglia tra un tirannosauro e uno stegosauro nel disneyano "Fantasia" (1940), arrivando ai recenti "Jurassic Park", alle sale cinematografiche Imax e le loro pirotecniche versioni 3D del T-Rex. "La realtà virtuale è sicuramente impressionante, lo spettatore entra nel paesaggio e si ritrova in un grande parco dei divertimenti (...) Sembra veramente di volare. Ai bambini piacerà soprattutto per questo. Perché, in fondo, è un grande videogioco" (da Primissima, n°12, dicembre 2000). |
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