Direzione didattica di Pavone Canavese

(17.07.99)

 

Il subcomandante Marcos   TESSERE RIBELLI

PER UN ROMPICAPO NEOLIBERISTA

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Succhiando la pillola intellettuale proposta da Aluisi Tosolini intorno al nodo cruciale della globalizzazione, non ho saputo resistere alla tentazione di riascoltare la voce che dal cuore della Selva Lacandona nel profondo Chiapas ci propone di leggere "criticamente" il mondo attuale, senza inventarlo o perlomeno concedendo al sogno una dimensione poetica che trae linfa da un'esperienza reale (sorretta dal "preguntando caminar", ossia dal procedere facendo domande), lontana dalle seduzioni di un pensiero unico che le sirene del neoliberismo sembrano invocare ormai ovunque.

Mi riferisco all'analisi penetrante condotta dal subcomandante Marcos nel suo scritto "La quarta guerra mondiale è cominciata", pubblicato nel giugno 1997 nel primo numero dell'edizione messicana di "Le Monde diplomatique" (diffusa dal quotidiano La Jornada) e riproposto in allegato al quotidiano Il Manifesto nell'agosto del medesimo anno.

Quella di Marcos si è trasformata in una voce simbolica, in grado di rappresentare una sorta di risposta democratica alle tensioni cui il neoliberismo sottopone gli stati nazionali, capace al contempo di fare delle identità culturali dei popoli minacciati (a partire dagli indigeni messicani) una parabola comunicativa nemica per eccellenza della globalizzazione in sè e per sé.

Marcos propone sette tessere ribelli del rompicapo mondiale (se si desidera approfondirle una ad una basta cliccare sulle icone della colonna laterale): la globalizzazione moderna, il neoliberismo come sistema mondiale, deve essere intesa come una nuova guerra di conquista dei territori, che si combatte ora tra i grandi centri finanziari, con scenari totali e con un'intensità acuta e costante.

"L'Unione europea, una delle megalopoli prodotte dal neoliberismo, è un risultato della IV Guerra Mondiale in corso. Qui, la globalizzazione ha ottenuto di cancellare le frontiere tra Stati rivali, nemici tra loro da molto tempo, e li ha obbligati a convergere e a progettare l'unione politica. Dagli Stati Nazionali alla federazione europea, il cambiamento economicista della guerra neoliberista, nel cosidetto Vecchio Continente, sarà disseminato di distruzione e di rovine, e una di esse sarà la civilizzazione europea.
Le megapololi si riproducono in tutto il pianeta. Le zone commerciali integrate sono il terreno su cui vengono edificate. Questo accade nell'America del Nord, dove il Trattato del libero commercio dell'America del Nord (Nafta, la sigla in inglese), tra Canada, Stati Uniti e Messico, non è altro che il preludio del compimento di una vecchia aspirazione di conquista statunitense. In America del Sud si segue lo stesso cammino con il Mercosur tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. In Africa del Nord, con l'Unione del Maghreb arabo (Uma) tra Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Mauritania; in Africa del Sud, nel Vicino Oriente, nel Mar Nero, in Asia, nel Pacifico ... in tutto il pianeta le bombe finanziarie esplodono e riconquistano i territori ( ...).
Se le bombe nucleari avevano un carattere dissuasivo, intimidatorio e coercitivo, nella IV deflagrazione mondiale non accade lo stesso con le iperbombe finanziarie. Queste armi servono ad attaccare territori (Stati Nazionali), distruggendo le basi materiali della sovranità nazionale (ostacolo etico, giuridico, politico, culturale e storico alla globalizzazione economica) e producono uno spopolamento qualitativo dei loro territori. Questo spopolamento consiste nel prescindere da tutti quelli che sono inutili alla nuova economia di mercato (per esempio gli indios). Però, in più, i centri finanziari operano, simultaneamente, una ricostruzione degli Stati Nazionali e li riordinano secondo la nuova logica del mercato mondiale (e i modelli economici si impongono su relazioni sociali deboli o inesistenti) ...
Il neoliberismo impone così una guerra totale: la distruzione di nazioni e gruppi di nazioni per omologarli al modello capitalista nordamericano".

I "rebeldes" del Chiapas, attraverso la lucida analisi del loro subcomandante, sembrano indicarci anche una lezione di metodo, intellettuale e politica, per resistere alle insidie neoliberiste, sia che lo facciano con le parole dei loro bambini, che hanno imparato fin dall'età di sei anni a non morire, sia che lo esprimano difendendo al prezzo della morte la loro "nuda vita". Una lotta che ha avuto il pregio di portare al centro dell'attenzione internazionale questioni fondamentali, quali la difesa dei diritti degli Indios, delle lingue e delle culture nazionali (che rischiano di essere omogeneizzate brutalmente dal processo di globalizzazione in corso), l'adozione di un nuovo patto sociale, che faccia dello Stato Nazionale (minacciato nella sua sovranità e colonizzato finanziariamente per essere ridotto a semplice segmento dell'impresa globale) uno strumento tattico per ricomporre le residualità non conciliate. Una nuova soggettività, quella di cui parla Marcos nella sua ultima tessera, che proprio perché "esubera" o non possiede una professione specializzata, può incarnare potenziali sacche di resistenza locali al neoliberismo, anche se baluardi di ribellione stanno manifestandosi in questo periodo a livello studentesco. Non a caso e non solo in Messico: si pensi alle manifestazioni di questi giorni degli studenti iraniani contro un altro tipo di feroce omologazione, che più palesemente mostra il volto integralista, che il neoliberismo nasconde dietro un'estrema liberalità di facciata.

Il neoliberismo non ha bisogno di riferirsi ad una legge islamica o di perseguitare usando forze di polizia: è a tal punto sistema, che espunge ed allontana qualsiasi elemento non solidale al suo progetto. Un progetto difficile da contrastare, indiscutibile (mancano le teorizzazioni per avviare una qualunque dialettica seria: sembra che esistano mondi diversi a cui fare riferimento); sostituisce ai meccanismi di formalizzazione dei singoli e ai loro oggetti di seduzione quelli che servono al sistema stesso: da questo nasce l'insistenza della presunta ricerca da parte delle Aziende della soddisfazione dei collaboratori, ma non mai come insieme, bensì soltanto in quanto singoli e per il tempo che serve alla spremitura di ogni energia e competenza, gradualmente sostituendo gli interessi del soggetto con quello dell'Azienda.

Letture consigliate in materia:

- Marcos, "Dalle montagne del sudest messicano", introduzione di Cristóbal Muñoz, Edizioni Lavoro
- Yvon Le Bot, "Il sogno zapatista", Ediz. Mondadori
- AA.VV., "Dal Chiapas al mond", Erre-emme Edizioni
- Associazione Ya basta! (a cura di), "Parlando con Marcos", introduzione di Pino Cacucci
- Associazione Ya basta! (a cura di), "L'altra metà del cielo", prefazione di Mariella Moresco Fornarier
- Associazione Ya basta! - Spray edizioni - Manifestolibri (a cura di), "Primo incontro intercontinentale per l'umanità e contro il neoliberismo" (testi conclusivi dell'incontro internazionale che si tenne nel luglio-agosto 1996)
- Mario Balsamo, "Que viva Marcos. Storie dal Chiapas in rivolta", Manifestolibri
- Alberto D'Angelo e Guillermo Almeyra, "Chiapas. La rivolta zapatista in Messico", Datanews Ediz.
- Marta Durán Huerta (a cura di), "Io, Marcos", prefazione di Pino Cacucci, Feltrinelli
- René Báez, "Messico zapatista. Marcos e il risveglio del Chiapas", Editori Riuniti
- Gianni Minà e Jaime Avilés, "Marcos e la rivoluzione zapatista. La rivoluzione virtuale di un popolo oppresso", Sperling e Kupfer Editori

Video:
"Durito", edito da Il Manifesto (intervista al subcomandante Marcos)
Video prodotto da Rifondazione (incontro Marcos e Bertinotti)

a cura di Paola Tarino

 

 

 

 

Vai al primo tassello

Tessera 1

La concentrazione della ricchezza e la distribuzione della povertà

Scopri il secondo pezzo

Tessera 2

La globalizzazione dello sfruttamento

Perlustra un'altra tessera

Tessera 3

Migrazioni, incubo errante

Conosci il quarto tassello

Tessera 4

Mondializzazione finanziaria e globalizzazione della corruzione e del crimine

Ecco la quinta tessera

Tessera 5

La legittima violenza di un potere illegittimo?

La sesta non può mancare ...

Tessera 6

La Megapolitica e i nani

Sei giunto al settimo, ma il puzzle non si compone!

Tessera 7

Le sacche di resistenza

 

"Ci sono, senza dubbi, molte più tessere
del rompicapo neoliberista. Per esempio i mezzi di comunicazione, la cultura, l'inquinamento, le epidemie. Qui abbiamo voluto mostrarvene sette. Queste sette, perché voi, dopo averle disegnate, ritagliate e colorate, vi rendiate conto di quanto è impossibile metterle insieme. E questo è il problema che la globalizzazione ha preteso di risolvere: le tessere non si incastrano.

Per questo, e per altre ragioni che oltrepassano lo spazio di questo testo, è necessario fare un mondo nuovo.

Un mondo che contenga molti mondi, che contenga tutti i mondi"

Dalle montagne del sudest messicano

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Esercito zapatista di liberazione nazionale

Messico, giugno 1997