Direzione didattica di Pavone Canavese

(17.07.99)

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TESSERA 1

La concentrazione della ricchezza e la distribuzione della povertà

 

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La figura 1 si costruisce disegnando il simbolo del dollaro. Rappresenta il potere economico. Va colorato di verde dollaro. Dell'odore nauseabondo non ci si deve preoccupare, l'aroma di sterco, fango e sangue ce l'ha dalla nascita.

Nella storia dell'umanità, diversi modelli sociali hanno fatto a gara per inalberare l'assurdo come segno distintivo dell'ordine mondiale. Sicuramente il neoliberismo otterrà un posto privilegiato, al momento della premiazione, perché la sua "distribuzione" della ricchezza sociale non fa altro che distribuire un doppio assurdo della accumulazione: l'accumulazione della ricchezza nelle mani di un certo numero e l'accumulazione della povertà per milioni di esseri umani.

 

TESSERA 2

La globalizzazione dello sfruttamento

 

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La figura 2 si costruisce disegnando un triangolo. É la rappresentazione della piramide dello sfruttamento mondiale.

La "moderna" produzione capitalista continua ad essere basata sul lavoro dei bambini, delle donne e dei lavoratori migranti. Del miliardo e 148 milioni di bambini nel mondo, almeno cento milioni vivono letteralmente sulla strada, e duecento milioni lavorano, e si prevede che saranno quattrocento milioni nell'anno Duemila.
Si dice, anche, che 146 milioni di bambini asiatici lavorano nella produzione di componentistica per auto, giocattoli, abiti, alimenti, nelle fonderie e nelle fabbriche chimiche. Ma questo sfruttamento del lavoro infantile non si dà solo nei paesi sottosviluppati: anche nel nord centinaia di migliaia di bambini lavorano per integrare il reddito familiare o per sopravvivere. L'ONU calcola che, ogni anno, un milione di bambini entri nel commercio sessuale ...

 

TESSERA 3

Migrazioni, l'incubo errante

 

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La figura 3 si costruisce disegnando un cerchio. É il simbolo dell'incubo errante della migrazione mondiale, è una giostra del terrore che gira per tutto il mondo.

La IV Guerra Mondiale, con il suo processo di distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordino provoca lo spostamento di milioni di persone.
Il loro destino sarà di continuare ad essere erranti, il loro incubo sulle spalle, è di rappresentare, per i lavoratori impiegati nelle diverse nazioni, una minaccia alla stabilità del lavoro, un nemico utile a nascondere la sagoma del padrone, e un prestesto per dare senso all'insensatezza razzista che il neoliberismo promuove.

 

TESSERA 4

Mondializzazione finanziaria e globalizzazione della corruzione e del crimine

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La figura 4 si costruisce disegnando un rettangolo: è lo specchio in cui legalità e illegalità si riflettono e si scambiano. Da quale lato è il criminale e da quale chi lo persegue?

Con l'inizio della IV Guerra Mondiale, lo stabilirsi del "nuovo ordine mondiale" e la conseguenza apertura dei mercati, le privatizzazioni, la deregolamentazione del commercio e della finanza internazionale, il crimine organizzato ha "globalizzato" le sue attività.
Le organizzazioni dei cinque continenti hanno fatto loro lo "spirito di cooperazione mondiale" e, associate, partecipano alla conquista e al riordino dei nuovi mercati. Non solo in attività criminali, ma anche negli affari legali. Il crimine organizzato investe in affari legittimi non solo per "riciclare" il denaro sporco, ma anche per costruire nuovi capitali per le sue attività illegali. Le imprese preferite per questo scopo sono quelle immobiliari di lusso, l'industria dell'ozio, i mezzi di comunicazione, l'industria, l'agricoltura, i servizi pubblici e ... la banca.

 

TESSERA 5

La legittima violenza di un potere illegittimo?

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La figura 5 si costruisce disegnando un pentagono. É il simbolo del Potere militare nordamericano. La nuova "polizia mondiale" pretende che gli eserciti e le polizie "nazionali" siano solo "corpi di sicurezza" che garantiscono "ordine e progresso" nelle megalopoli neoliberiste.

Lo Stato, nel neoliberismo, tende a ridursi al "minimo indispensabile". Il cosidetto "Stato sociale" non solo diventa obsoleto, ma si ritira da tutto ciò che ne costituiva l'essenza e resta nudo ...
Distrutta la loro base materiale, annullate le loro possibilità di sovranità e indipendenza, svanite le loro classi politiche, gli Stati Nazionali si convertono, in modo più o meno rapido, in un mero apparato di "sicurezza" delle megaimprese che il neoliberismo va erigendo con lo svilupparsi della IV Guerra Mondiale. Invece di orientare gli investimenti pubblici sulla spesa sociale, gli Stati Nazionali preferiscono migliorare il loro equipaggiamento, armamento e preparazione per svolgere con efficacia il lavoro che la politica ha smesso da anni di assumersi: controllare la società ...

 

TESSERA 6

La Megapolitica e i nani

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La figura 6 si costruisce disegnando uno scarabocchio. Questa figura rappresenta la "megapolitica". Si comprende bene che è inutile cercare di trovarvi una razionalità e che, sbrogliando la matassa, nulla sarà chiaro.

Abbiamo detto che gli Stati Nazionali sono sotto l'attacco dei centri finanziari e sono "obbligati" a dissolversi nelle megalopoli. Ma il neoliberismo non conduce la sua guerra soltanto "unendo" nazioni e regioni. La sua strategia di distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordino produce una o più fratture negli Stati Nazionali.
É il paradosso della IV Guerra Mondiale: mossa per eliminare frontiere e "unire" nazioni, quel che si lascia dietro di sé è una moltiplicazione delle frontiere e una polverizzazione delle nazioni che finiscono sotto i suoi artigli.
Se qualcuno avesse dubbi su questo carattere di guerra mondiale del processo di globalizzazione, dovrebbe scacciarli facendo il conto dei conflitti che hanno provocato o sono stati provocati dai collassi di alcuni Stati Nazionali. Cecoslovacchia, Jugoslavia, Urss, sono vetrine della profondità di queste crisi, che hanno fatto a pezzi non solo le fondamenta politiche ed economiche degli Stati Nazionali, ma anche le strutture sociali (...).
Suonerà contraddittorio, ma la globalizzazione produce un mondo frammentato, pieno di pezzi staccati tra loro (e spesso contrapposti). Ma il neoliberismo non solo frantuma il mondo che suppone di unire, produce anche il centro politico-economico che dirige questa guerra. E se, come abbiamo già segnalato, i centri finanziari impongono la loro legge (quella del mercato) a nazioni e a gruppi di nazioni, allora dobbiamo ridefinire i limiti e gli scopi della politica, ovvero del fare politico. Conviene allora parlare della megapolitica.
La megapolitica globalizza le politiche nazionali, cioé le assoggetta a un comando che ha interessi mondiali (che per solito sono in contraddizione con gli interessi nazionali) e la cui logica è quella del mercato, vale a dire quella del profitto economico ...
Il grande potere mondiale può tollerare un governo di sinistra in una qualche parte del mondo, sempre che, e quando, questo governo non prenda decisioni che contraddicono le disposizioni dei centri finanziari mondiali. Ma in nessuna maniera tollererà che una alternativa di organizzazione economica, politica e sociale si consolidi. Dal punto di vista della megapolitica le politiche nazionali sono cose per nani che devono piegarsi al diktat del gigante finanziario. E così sarà, finché i nani non si ribelleranno ...

 

TESSERA 7

Le sacche di resistenza

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Sette tessere del rompicapo neoliberista ideate dal
Subcomandante MARCOS

in "La quarta guerra mondiale è cominciata"

giugno 1997

 

La figura 7 si costruisce disegnando una borsa.
Però non bisogna farci caso. Ci sono tanti modelli di resistenza quanti sono i mondi del mondo. Così si può disegnare la borsa come piace di più. E nel disegnare borse, come nella resistenza, la diversità è ricchezza.

La resistenza non va confusa con l'opposizione politica: l'opposizione non si oppone al potere, ma a un governo, e la sua forma riuscita e compiuta è quella di un partito di opposizione; mentre la Resistenza, per definizione (ora sì!), non può essere un partito, non è fatta per governare a sua volta, ma per ... resistere.
Nello stesso momento in cui il neoliberismo conduce la sua guerra mondiale, in tutto il pianeta si van formando gruppi di non confomisti, nuclei di ribelli. L'impero delle borse finanziarie si trova di fronte la ribellione di sacche di resistenza. Sì, sacche. Di ogni grandezza, di differenti colori, delle forme più differenti. Ciò che le rende simili è la resistenza al "nuovo ordine mondiale" e al crimine contro l'umanità che la guerra neoliberista commette.
Nel cercare di imporre il suo modello economico, sociale e culturale, il neoliberismo pretende di soggiogare milioni di esseri umani, e di disfarsi di tutti quelli che non trovano posto nella nuova organizzazione del mondo. Però accade che questi "prescindibili" si ribellino e resistano contro il potere che vuole eliminarli. Donne, bambini, anziani, giovani, indigeni, ecologisti, omosessuali, lesbiche, sieropositivi, lavoratori e tutti quelli che non solo "esuberano", ma che per di più "disturbano" l'ordine e il progresso mondiale, si ribellano, si organizzano e lottano ...
(E in tema di indigeni ribelli conviene aprire una parentesi: gli zapatisti pensano che sia necessaria la difesa dello Stato Nazionale, di fronte alla globalizzazione, e che l'intenzione di tagliare il Messico a fette venga dal gruppo al governo e non dalle giuste richieste di autonomia dei popoli indigeni. L'EZLN, e il meglio del movimento indigeno nazionale, non vogliono che i popoli indigeni si separino dal Messico, ma essere riconosciuti come parte del paese, con le loro specificità. E non solo: vogliono un Messico in cui vi siano democrazia, libertà e giustizia. I paradossi continuano, perché, mentre l'Ezln si batte per la difesa della sovranità nazionale, l'esercito federale messicano lotta contro questa difesa e difende un governo che ha già distrutto le basi materiali della sovranità nazionale e ha consegnato il paese non solo al grande capitale straniero, ma anche al narcotraffico).
Ma non soltanto sulle montagne del sudest messicano si resiste e si lotta contro il neoliberismo. In altre parti del Messico, in America latina, negli Stati Uniti e nel Canada, nell'Europa del Trattato di Maastricht, in Africa, in Asia e in Oceania le sacche di resistenza si moltiplicano. Ciascuna di esse ha la sua propria storia, le sue differenze, le sue uguaglianze, le sue richieste, le sue lotte, le sue conquiste. Se l'umanità ha ancora speranza di sopravvivere, di diventare migliore, queste speranze sono nelle sacche formate dagli esclusi, da quelli in sovrannumero, da quelli che si possono gettar via.

Dalle montagne del sudest messicano
Subcomandante Marcos
Esercito zapatista di liberazione nazionale
Messico giugno 1997