Direzione didattica di Pavone Canavese

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(30.10.2002)

Quattro sì per l'ntegrazione dei gravissimi
di Guido Piraccini

Con un intervento di Angelo Vita abbiamo aperto una discussione su un tema complesso e delicato che investe non solo considerazioni di carattere giuridico ma anche valutazioni etiche e umane.
Chi lo desidera può intervenire scrivendo a
news@pavonerisorse.to.it

 

  1. Primo sì: sì all’integrazione a scuola in rapporto con l’extrascuola

    Ancora una volta, con l’intervento di Angelo Vita, risuonano le trombe delle grandi manovre contro il processo di integrazione dei disabili, ovviamente partendo dagli allievi caratterizzati da deficit psichici gravi. Sergio Neri, Andrea Canevaro, Mario Tortello (vedi di quest’ultimo "Strutture speciali per handicappati gravi" qui in Pavonerisorse in data 01.03.01) e altri esperti hanno affrontato più volte l’attacco ricorrente contro la Legge 118/71 con argomentazioni il cui "costrutto epistemologico" - riconosce lo stesso Angelo Vita "non fa una grinza" . Tra le tante, ricordo semplicemente l’argomentazione che era cara a Milani Comparetti : la "parte sana" di ogni persona definita gravissima e che sfugge ad ogni accertamento strumentale, consente di ipotizzare che attraverso l’interazione con i coetanei possa implementare tutte le sue potenzialità. Sono tante ? Sono poche ? Creiamo le condizioni che consentano tale processo all’interno della scuola di tutti, anche avvalendoci delle risorse dell’extrascuola coerenti con la specificità di ogni caso. Perché non entriamo nel merito di questo aspetto del processo di integrazione dei cosiddetti gravissimi ? Ci sono qua e là per l’Italia situazioni interessanti oltre a quelle molto note di Torino e Bologna, di cui forse bisognerebbe parlare di più a livello nazionale.

    Secondo sì : sì al personale necessario

    La legge 104/92 pone in capo agli Enti locali l’assegnazione alle scuole di personale per l’autonomia e la comunicazione. Cominciamo a parlare di questo personale ? Quali sono i trasferimenti finanziari che Stato e Regioni hanno posto in essere affinché questo personale sia presente nelle scuole a sostenere il processo di integrazione ? Non parlo necessariamente di personale comunale, ma certo vedo l’Ente locale come garante della formazione e del monitoraggio di tale azione. In ultima istanza, può essere approfondita la "sommessa proposta" di Marco Masuelli sul n° 3 di Pegaso, bimestrale della Consulta per le Persone in Difficoltà di Torino, "gli istituti siano messi nella condizione di poter stipulare contratti con società cooperative esterne cui affidare i compiti di assistenza di base".

    Terzo sì : sì alle strutture per "il dopodinoi"

    A scanso di equivoci, poiché sono entrato nel campo delicato delle esigenze di personale e quindi parlo di quattrini, chiedo ad Angelo Vita se si rende conto dei costi non soltanto umani ma anche finanziari che comporterebbero le strutture "attrezzate" di cui parla, in alternativa a quelle scolastiche ? Mi sembra invece piuttosto necessario prendere in esame ipotesi di strutture per affrontare fasce d’età successive a quelle delle scuole di ogni ordine e grado previste dalla sentenza 215/87 della Corte Costituzionale. Si tratta cioè di venire finalmente incontro al duplice dramma che oggi caratterizza le famiglie di molti disabili: "dopo la scuola superiore il nulla", "dopo di noi il nulla".

    Quarto sì : sì agli insegnanti di sostegno formati seriamente

    Angelo Vita parla anche, o piuttosto sparla, dell’istituto del sostegno in generale. Tra gli insegnanti di sostegno ci sono figure di grande valore umano e di rilevanti competenze, così come ci sono personaggi che acquistano titoli di specializzazione biennale da ditte private alle quali rinomate istituzioni universitarie hanno dato l’appalto. Mario Tortello ha lottato fino all’ultimo respiro contro questi affari e oggi è necessario riprendere questa battaglia, che non è né di destra né di sinistra ma delle persone oneste. Sparare nel mucchio non serve.

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