Convegno Internazione "La qualità dell'integrazione Scolastica"
I partecipanti al Convegno Internazionale "La Qualità dell'integrazione scolastica: Dall'integrazione dell'alunno in situazione di handicap all'individualizzazione per tutti" tenutosi a Riva del Garda (TN) il 7-8-9 novembre 1997
Riaffermano
la positività della pluridecennale esperienza italiana dell'integrazione scolastica di tutti gli alunni in situazione di handicap.
Ritengono
che essa rappresenti il presupposto indispensabile per una piena integrazione nella società.
Ricordano
che tale esperienza può essere considerata fino ad oggi la più significativa riforma che ha stimolato processi di innovazione generali sui versanti strutturale-organizzativo, metodologico-didattico ed educativo.
Fanno proprie
le 10 tesi della relazione introduttiva:
1. Vanno elaborati metodi di conoscenza e di valutazione dei "bisogni educativi particolari" degli alunni in situazione di handicap e di quelli con disturbi specifici dell'apprendimento, metodi che superino le vecchie concezioni della certificazione e sviluppino collaborazioni nuove (tra sanità, scuola e famiglia) nella diagnosi funzionale.
2. L'integrazione dell'alunno in situazione di handicap va realizzata nel contesto dell'individualizzazione e della personalizzazione dell'insegnamento e delle relazioni per tutti gli alunni, con una forte "sensibilità alle differenze", che dovrà diventare il clima culturale e relazionale diffuso tra tutti gli insegnanti di una comunità scolastica solidale e collaborativa.
3. Va data priorità all'attivazione della risorsa alunni, dei compagni di classe, attraverso l'apprendimento cooperativo e lo sviluppo dei rapporti di amicizia e di aiuto reciproco.
4. C'è bisogno di una nuova dirigenza scolastica, più responsabile e orientata agli obiettivi, nel contesto della nuova autonomia delle scuole, che non dovranno però diventare per questo scuole di serie A e scuole di serie B.
5. C'è bisogno di un forte investimento in tecnologie, in informatica e nuovi ausili, però con un severo controllo sulla qualità della spesa e sull'effettiva ricaduta formativa.
6. La formazione dei docenti per il sostegno dovrà essere qualificata e legata a quella universitaria di tutti i docenti, elaborando un profilo professionale non più di un docente isolato sul sostegno, ma di un docente specializzato, superando le misure dettate dall'emergenza e dal risparmio.
7. L'integrazione va costruita anche attraverso la partnership con le famiglie, una risorsa fondamentale per la scuola.
8. Va qualificata e chiarita la collaborazione tra scuola e servizi socio-sanitari, con gli accordi di programma, i GLIP (Gruppi di lavoro interistituzionali provinciali), e la revisione dell'Atto di Indirizzo e coordinamento alle USL del febbraio 1994, modificandone l'impostazione troppo patologizzante e poco attenta alle potenzialità dell'alunno.
9. La Scuola deve integrarsi nella comunità, anche con programmi di alternanza scuola-lavoro, per rispondere al bisogno di un progetto complessivo di vita per l'alunno in situazione di handicap, che coinvolga anche le realtà locali e il mondo del non-profit e del volontariato.
10. L'integrazione deve essere documentata, le buone esperienze vanno diffuse, messe in rete, va fatta documentazione e sperimentazione sull'efficacia e sulla qualità.
Fanno appello al Governo e al Parlamento affinché:
I partecipanti del convegno chiedono dunque con forza
La salvaguardia degli attuali livelli di integrazione e della qualità dei processi formativi, anche per le responsabilità che vengono riconosciute al nostro Paese sul piano europeo e internazionale, responsabilità riaffermate nella Carta di Lussemburgo del 1996.