Direzione didattica di Pavone Canavese

I saperi di base home page

 

Glossario di base di termini psicologici
a cura di Renzo Vianello e Caterina Bocci

Parte terza: dalla N alla S

N - O - P - Q - R - S - T - U - V - Z

Vai alla prima parte (dalla A alla D)

Vai alla seconda  parte (dalla E   alla M)

Vai alla quarta  parte (dalla T   alla Z)


nativismo (Piaget)
approccio teorico che considera innate le strutture mentali.

negazione (psicoanalisi)
meccanismo di difesa primitivo consistente nel negare un aspetto spiacevole della realtà esterna.

nevrosi (psicoanalisi)
malattia mentale dovuta ad una conflittualità fra le istanze della personalità - Io, Es, Super-Io - che trova il proprio equilibrio (per quanto patologico) con modalità (ansie, fobie, ecc.) che comportano una inadeguatezza nell'adattamento dell'individuo.
Si distingue dalla psicosi soprattutto per la minor gravità e il miglior rapporto con la realtà.

neurofibromatosi
anomalia genetica che causa danni al sistema nervoso centrale e periferico, e di conseguenza anche ritardo mentale.

neuropsichiatria
fusione in un'unica disciplina dello studio delle malattie mentali e nervose.

nicchia ecologica
luogo in cui si realizzano i fattori ambientali convenienti ad una specie animale.

oggetto (psicoanalisi)
ciò che permette la soddisfazione di una pulsione. Può consistere in oggetti veri e propri, in persone od anche in rappresentazioni di oggetti e persone. Nel bambino la costruzione dell'oggetto libidico è presupposto necessario perchè si instauri la prima relazione affettiva.

OLC, Operazioni Logiche e Conservazione
test elaborato da R. Vianello e M.L.Marin consistente in 24 prove di ispirazione piagetiana che permettono di valutare il passaggio dal pensiero intuitivo al pensiero operatorio concreto (dai 4 agli 8 anni ca.).

OL, Operazioni Logiche
versione ridotta del test OLC (vedi), consistente in 18 prove (di seriazione, numerazione e classificazione, ma non di conservazione come il test OLC).

olofrastica, parola
espressione del bambino costituita da una sola parola (parola-frase) (dai 10 ai 20 mesi circa)

ombra (Jung)
ciò che è presente nell'inconscio collettivo, ma che il Sè non riconosce come proprio.

ontogenetico
relativo ai cambiamenti avvenuti nella storia di un individuo.

operatorio concreto, pensiero (Piaget)
che permette la coesistenza, a livello mentale, di due situazioni che nella realtà si escludono a vicenda (dai 6 ai 14 anni circa) al fine di ricavarne conclusioni logiche non direttamente osservabili nella realtà. (Vedi pp. 135 e ss.)

operatorio formale, pensiero (Piaget)
vedi formale, pensiero.

operazione (Piaget)
sistema di azioni interiorizzate (mentali). Equivalente di "azione reversibile".

orale, fase (psicoanalisi)
fase evolutiva riguardante circa ai primi 12-18 mesi di vita, in cui le gratificazioni sessuali sono ottenute attraverso la bocca.

organi fonatori (linguistica)
"Per la produzione dei suoni nelle lingue indoeuropee si utilizza esclusivamente la corrente d'aria proveniente dai polmoni, che, passando per i bronchi, imbocca la trachea; all'estremità di questa si trova la laringe, una cartilagine composta di varie parti, in cui si sviluppa l'energia usata nel parlare. E' qui che hanno sede le corde vocali, che sono in realtà due labbra, mobili ed elastiche, poste a destra e a sinistra di un piccolo spazio detto glottide. La glottide può venire aperta o chiusa; nel primo caso si ha il passaggio dell'aria per il respiro; nel secondo la vibrazione delle corde vocali per la fonazione. Le corde vocali ... possono produrre suoni di tipo basso ... o alto ... Al di sopra della glottide l'aria fuoriesce passando per le cavità superiori (faringe, bocca, cavità nasali, e anche labbra) che risuonano, e dove si producono la maggior parte dei suoni e dei rumori utilizzati nel parlare." (Francovich Onesti, 1974; op. cit. a pag. 258)

organizzazione
processo per il quale diverse parti, cui sono deputate particolari funzioni, si coordinano cos" da formare un tutto, in cui le parti stesse conservano un'autonomia più o meno spiccata.

ortografico, stadio
fase dell'apprendimento della lettura e della scrittura nella quale le regole di trasformazione grafema-fonema sono applicate a gruppi di grafemi o fonemi.

ossessiva, nevrosi
definita anche come nevrosi coatta, è caratterizzata dal fatto che l'individuo evita un'ansia eccessiva attraverso la ripetizione prolungata di comportamenti stereotipati (ad es. aprire e chiudere una porta, un rubinetto, toccare ripetutamente i bottoni di un indumento o sfilacciarlo, lavarsi più volte le mani, ecc.) o, a livello mentale, di alcuni pensieri (formule magiche, coazioni a numerare, ecc.).

 

paranoia
psicosi che si caratterizza per l'esistenza di un sistema delirante tendenzialmente stabile. Il contatto con la realtà può essere nella maggioranza degli eventi della vita quotidiana molto buono, ma con giudizi (o deliri) del tutto inadeguati per quanto riguarda particolari campi di esperienza. Tra i deliri vi sono quelli di persecuzione e di gelosia.

paraplegia
disturbo motorio che interessa solo gli arti inferiori.

pensiero (Piaget)
coordinamento di azioni interiorizzate (mentali). Equivalente di "intelligenza rappresentativa o simbolica".

pensiero intuitivo (Piaget)
seconda fase, dai 3-4 ai 6-7 anni, del pensiero preoperatorio (vedi). La conoscenza intuitiva è caratterizzata dal fatto che non è dovuta ad un ragionamento che segue le regole della necessità logica.

percezione
insieme di funzioni psicologiche che permettono all'organismo di acquisire informazioni "hic et nunc" (qui e ora) circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all'azione di organi specializzati.

percezione sociale
idee che l'individuo si forma su se stesso e gli altri e che hanno una qualche influenza sull'interazione sociale.

performativo
configurazione semantica che specifica il tipo di intenzione comunicativa del parlante.

periodi sensibili (etologia)
stadi definiti della vita di un soggetto (animale o uomo) in cui esso è particolarmente sensibile a certi tipi di esperienze e di apprendimento. (Vedi "imprinting")

persona (Jung)
ciò che l'individuo costruisce per relazionarsi socialmente.

personalità
insieme integrato di caratteristiche psichiche e modalità di comportamento che costituiscono il nucleo caratterizzante un individuo, che tende a rimanere tale nella molteplicità e diversità delle situazioni ambientali in cui la persona si esprime e si trova ad operare

piacere, principio di (psicoanalisi)
ciò che induce l'organismo a ricercare il più possibile e prima possibile la soddisfazione dei bisogni.

plateau
battuta d'arresto che si verifica nell'apprendimento delle abilità motorie complesse, durante la quale la prestazione tende a non migliorare con l'esercizio, finchè non viene raggiunta una migliore coordinazione.

postura
relativa disposizione delle varie parti del corpo.

pragmatica, analisi
studio del linguaggio che privilegia i rapporti fra i segni e coloro che li usano.

precausale, pensiero (Piaget)
si basa sui rapporti di partecipazione, cioè sui "rapporti che il pensiero primitivo crede di percepire tra due esseri o due fenomeni considerati sia come parzialmente identici, sia come aventi una diretta influenza l'uno sull'altro, pur non esistendo fra loro nè contatto spaziale, nè legame causale intelliggibile." (Piaget, 1926, op. cit. a pag. 33).

preconscio
ciò che è latente nella vita mentale, ma può facilmente essere rievocato ed essere oggetto di consapevolezza.

preconvenzionale, sviluppo morale (Kohlberg)
primo livello dello sviluppo del pensiero morale, in cui il bambino interpreta le valutazioni di buono e cattivo in termini di conseguenze materiali, o nei termini della forza fisica di chi enuncia le regole (dai 4 ai 10 anni circa).

precursore
secondo la teoria della differenziazione delle emozioni (Bridges), ciò che sta al posto dell'emozione nei primi tre mesi di vita, in quanto è assente una vera e propria elaborazione cognitiva.

preformismo
vedi nativismo.

pregiudizio
stereotipo scarsamente fondato su dati verificati. Di norma sfavorevole ad un gruppo sociale.

preoperatorio, pensiero (Piaget)
caratteristico del bambino che, pur utilizzando il pensiero simbolico (vedi), non è in grado di compiere delle operazioni (vedi), o azioni reversibili (dai 18 mesi ai 6-7 anni circa). Con l'espressione "pensiero intuitivo" ci si riferisce alla seconda fase del pensiero pre-operatorio", dai 3-4 anni circa ai 6-7 anni

proiezione (psicoanalisi)
meccanismo di difesa che consiste nell'attribuzione di qualcosa di proprio (desiderio, sentimento, impulso, idea, convinzione, atteggiamento, ecc.) ad un'altra persona.

proiettivo, test
test di personalità in cui il soggetto, di fronte a stimoli ambigui, interpreta "proiettando" in essi qualcosa di sè.

proprietà
"Qualcosa che caratterizza alcuni oggetti, ma non altri (alcune capigliature sono, ad esempio, bionde, ma altre non lo sono."(Kanizsa, Legrenzi, Sonino, 1983, pag. 15)

proprium (Allport)
concetto che si riferisce alla personalità nel suo complesso.

psichiatria
settore specialistico della medicina, avente come oggetto di studio gli aspetti mentali e nervosi delle patologie psichiche.

psicoanalisi
scuola psicologica, di origine medico-psichiatrica, fondata da S. Freud il cui oggetto di studio prevalente è il comportamento anormale, che attraverso il metodo dell'osservazione clinica si prefigge come scopo la guarigione dei malati mentali

psicofisica
studio delle relazioni fra gli attributi fisici dello stimolo e gli attributi quantitativi delle percezioni.

psicometria
settore della psicologia che tratta dell'elaborazione matematica e statistica dei dati psicologici.

psicosi (psicoanalisi)
malattia mentale causata da massicce fissazioni e/o regressioni nelo sviluppo psichico o, comunque, da conflittualità fra le istanze della personalità -Io, Es, Super-Io- che trova il proprio equilibrio patologico con modalità (ossessioni, manie, gravi depressioni, grave malfunzionamento delle funzioni cognitive, ecc.) che comportano una notevole inadeguatezza nell'adattamento dell'individuo. Si distingue dalla nevrosi soprattutto per la maggior gravità, il minor rapporto con la realtà e maggiori regressioni. E' attualmente oggetto di discussione la rilevanza delle componenti organiche nella genesi delle psicosi.

psicosi infantile (Mahler)
malattia psichica grave riconducibile ad uno sviluppo anormale dell'Io nei primi anni di vita ed in particolare al rapporto figlio/a-madre. La Mahler distingue due tipi di psicosi: l'autismo e la sindrome simbiotica. (Vedi cap. 13)

psicosi maniaco - depressiva
vedi ciclotimica

pubertà
periodo della prima fase dell'adolescenza caratterizzato da una rapida crescita fisica e dal conseguimento della capacità fisiologica di riproduzione sessuale.

pulsione
agente causale del comportamento, inerente all'organismo, che rappresenta anche la ragione della finalità del comportamento.

 

QI, Quoziente Intellettuale (quoziente intellettuale)
rapporto fra età mentale ed età cronologica di un soggetto (moltiplicato per 100).

QI di deviazione
posizione occupata da un soggetto nelle prestazioni fornite in un test di intelligenza, rispetto ad una ideale popolazione di coetanei le cui prestazioni sono coerenti con quelle previste da una curva normale con media 100 (e deviazione standard diversa a seconda dei test utilizzati, ad esempio 15 nel WISC-R e 16 nel Terman-Merrill).

 

rapporti di partecipazione (Piaget)
vedi pensiero precausale

realismo (Piaget)
tendenza a dare più valore ai dati percettivi che a quelli rappresentativi ed a considerare come unica realtà quella visibile e materiale.

realismo fortuito
fase nella produzione di disegni in cui gli eventuali risultati del bambino non sono frutto di intenzionalità, ma casuali, con una identificazione (o, meglio, etichettatura) successiva.

realismo intellettuale
fase nella produzione di disegni in cui il bambino rappresenta le cose o le persone sulla base delle proprie conoscenze, e non per come esse appaiono.

realismo mancato
fase nella produzione di disegni caratterizzata da intenzionalità rappresentativa, alla quale non corrispondono i risultati.

realismo visivo
fase nella produzione di disegni nella quale il bambino cerca di rispettare il più possibile la realtà cos" come essa è visibile da un particolare punto di vista.

realtà, principio di (psicoanalisi)
ciò che porta l'individuo a tener conto di altre esigenze ed a differire, se opportuno, la gratificazione dei propri bisogni, o a rinunciarvi.

reattivo, stato
si ha quando un individuo manifesta comportamenti disturbanti, prodotto di una conflittualità fra il soggetto e l'ambiente, senza che l'esame della personalità evidenzi veri e propri disturbi.

reazioni circolari (Piaget)
azioni che coinvolgono uno o più organi, che tendono a ripetersi (circolari) dopo la percezione del risultato dell'azione.

reazioni circolari primarie (Piaget)
(vedi 'reazioni circolari')
azioni aventi come fine la riproduzione dell'azione stessa e non il risultato nel mondo esterno.

reazioni circolari secondarie (Piaget)
(vedi 'reazioni circolari' e 'reazioni circolari primarie')
azioni centrate sul mondo esterno.

reazioni circolari terziarie (Piaget)
(vedi 'reazioni circolari', 'reazioni circolari primarie', 'reazioni circolari secondarie')
azioni compiute non tanto per ottenere risultati sul mondo esterno ('reazioni circolari secondarie'), quanto per comprendere, a livello pragmatico, le regole sottostanti agli effetti prodotti dal proprio agire.

reciproca, punizione
che è logicamente collegata con l'atto commesso.

registri sensoriali
meccanismi legati ai sensi, con la funzione di conservare per un periodo di tempo di norma molto breve gli stimoli il più fedelmente possibile.

regressione (psicoanalisi)
meccanismo di difesa molto vasto, che si attua soprattutto con uno spostamento dell'energia libidica da oggetti tipici di una fase ad oggetti tipici di una fase precedente dello sviluppo.

relazionale, difficoltà
difficoltà a livello emotivo, affettivo e sociale (in ambito scolastico e non).

responsabilità oggettiva (sviluppo morale)
relativa agli effetti dell'azione compiuta.

responsabilità soggettiva (sviluppo morale)
relativa alle intenzioni con cui un'azione viene compiuta.

reversibile, azione (Piaget)
sistema di azioni presenti in una operazione (vedi), caratterizzata dal fatto che almeno due tra le azioni costituenti il sistema sono possibili contemporaneamente solo a livello mentale ed una terza azione del sistema consistente nel trarre conclusioni dal confronto fra le due azioni di cui sopra considerate contemporaneamente.

riflesso
risposta non intenzionale, che non è appresa ed è specifica della specie, di una data parte del corpo a un dato stimolo.

riflesso condizionato (o risposta ...)
v. condizionamento classico.

riflesso di stiramento
improvvisa contrazione nello stiramento passivo di un muscolo.

rigida, forma
disabilità motoria caratterizzata da rigidità generalizzata.

rigidificazione (Lewin)
processo ritenuto cruciale (assieme a quello di differenziazione) da Lewin per la descrizione dello sviluppo. Processo secondo cui, con lo sviluppo, tra le varie regioni della personalità avviene una sempre maggiore solidificazione delle frontiere.

rimozione (psicoanalisi)
meccanismo di difesa consistente nel trasformare i dati psichici consci in inconsci o mantenere tali i dati psichici inconsci. "Consiste in una attività dell'Io la quale sbarra la via della coscienza all'impulso indesiderato proveniente dall'Es, o a qualsiasi suo derivato, siano essi ricordi, emozioni, desideri o fantasie di realizzazione dei desideri" (Brenner, 1967, op. cit. a pag. 14)

rinforzo
evento specifico in grado di aumentare la tendenza a ripetersi di una certa risposta.

rinforzo vicariante
vedi apprendimento tramite osservazione.

risposta (comportamentismo)
il comportamento che fa seguito a uno specifico stimolo.

risposta-sorriso (Spitz)
ci si riferisce al sorriso del bambino ad un volto umano (posto di fronte, ad una distanza non eccessiva. Evento tipico di una fase in cui il bambino (verso il terzo mese) inizia ad avere un comportamento attivo nei confronti di ciò che è a lui esterno. (Vedi cap. 13)

ritardo mentale
vedi handicap mentale

ritualismo
termine che, riferendosi alla comprensione infantile delle nozioni religiose, sottolinea la tendenza ad interessarsi più al "rito" religioso, che non al suo significato.

rivolgimento contro il Sè (psicoanalisi)
meccanismo di difesa che consiste nel rivolgere contro se stessi l'aggressività originariamente rivolta verso un oggetto esterno.

 

scarto quadratico medio
vedi deviazione standard

scarto semplice medio (o deviazione media)
vedi media

schema (Piaget)
ciò che è generalizzabile di un'azione. Modalità di organizzazione dell'esperienza.

schema (cognitivismo)
struttura cognitiva (script) che collega degli elementi su base spaziale e temporale, cioè in fatti (eventi) che possono anche prevedere per gli elementi considerati delle particolari funzioni.

schizofrenia
psicosi caratterizzata da progressivo distacco dall'ambiente sociale. In particolare essa è caratterizzata da dissociazione psichica (divisione, separazione, non legame, ecc.), cioè dalla sorprendente non utilizzazione di comuni associazioni fra cose o eventi, ad esempio tra un lutto e il dispiacere. Si distinguono varie forme di schizofrenia. Alcuni studiosi ritengono che tale termine, sia, comunque, un termine generico utilizzato per psicopatologie fra loro anche molto diverse, aventi in comune

schizofrenia paranoide
psicosi di tipo schizofrenico, con deliri non sistematizzati ed allucinazioni, prevalentemente di tipo persecutorio.

schizotimico (Cattell)
soggetto caratterizzato da rigidità, sospetto ed orgoglio.

sclerosi tuberosa
anomalia genetica che causa anche ritardo mentale.

script
vedi schema

Sè (Jung)
equilibrio (da raggiungere) tra le diverse istanze della personalità, che garantisce una identità reale.

selezione naturale (Darwin)
teoria evoluzionistica basata sul principio che tendono a sopravvivere gli individui che in maggior grado possiedono le caratteristiche che favoriscono l'adattamento ad un particolare ambiente. Ne deriva che tali caratteristiche hanno una maggiore probabilità di essere trasmesse ai nuovi nati rispetto a quelle che caratterizzano i membri della specie non sopravissuti e che con il passare del tempo l'adattamento della specie (se nel frattempo l'ambiente non cambia) tende ad essere ottimale.

segno (linguistica - Piaget)
vedi simbolo

segni, linguaggi dei
linguaggi non verbali costruiti per la comunicazione con e tra individui non udenti (es. ASL, American Sign Language).

semantica (linguistica)
teoria generale e studio storico del significato delle parole.

semantica, memoria
modalità di organizzazione delle informazioni per definizioni. Viene differenziata dalla memoria episodica (vedi).

semantico (linguistica)
aggettivo, che si riferisce al significato.

semivocale
le semivocali sono i suoni brevi, prodotti con una forte restrizione del canale fonatorio, con la lingua cioè che sale verso il palato fino al limite oltre il quale non si producono più vocali, ma consonanti. In Italiano sono semivocali la "i" e la 'u' di aia e di nuovo.

sensibilizzazione
aumento della reattività ad uno stimolo per effetto della sua ripetizione.

senso-motoria, intelligenza (Piaget)
che dà luogo a comportamenti con l'uso intenzionale del coordinamento mezzi-fini, ma non utilizza immagini ed azioni mentali (cioè senza la presenza dell'oggetto o dell'azione rappresentati).(dai 10 ai 18 mesi circa)

sensoriale, memoria o registro
il sistema di memoria che funziona solo per una frazione di secondo durante l'elaborazione sensoriale, trattenendo una breve impressione dello stimolo che si è esercitato su un particolare organo sensoriale. Le informazioni significative vengono trasferite alla memoria di lavoro.

seriazione, operazione di (Piaget)
operazione consistente nell'ordinare (seriare appunto) gli elementi di una stessa classe sulla base del progressivo aumento o diminuzione dell'intensità con cui una certa qualità comune (ad esempio la diversa altezza in un insieme di aste non uguali)Êè presente.

shaping (o "apprendimento per approssimazioni successive")
procedura di apprendimento che consiste nel modificare il comportamento del soggetto con progressivi avvicinamenti alla situazione obiettivo.

significatività (statistica)
attendibilità o rilevanza della misura di una caratteristica o di un fenomeno che è desunta da una rilevazione. (Vedi coefficiente di correlazione)

simbiotica, fase (Mahler)
situazione caratterizzata da una prima differenziazione (a partire circa dal secondo mese di vita) dell'unità bambino-madre e in cui c'è una vaga consapevolezza di un oggetto che soddisfa i desideri del bambino.

simbiotica, sindrome (Mahler)
psicosi caratterizzata da fissazione o regressione alla fase simbiotica (vedi).

simbolico, pensiero (Piaget)
che utilizza anche le rappresentazioni di oggetti non presenti e di azioni non ancora effettivamente compiute. Di norma dai 18 mesi di vita.

simbolo (linguistica - Piaget)
alcuni studiosi, tra cui Piaget, considerano il simbolo un significato che conserva una somiglianza strutturale nei confronti del significato (ad esempio i disegni schematici di una casa o di un albero) e un segno un significato che non mantiene alcuna somiglianza con il significato.

sincretismo
"Fenomeno per cui la percezione della struttura di insieme ostacola la enucleazione e l'individuazione delle singole parti, per cui il tutto resiste alla scomposizione alla quale lo si vorrebbe sottoporre". (Petter, 1992, op. cit. a pag. 56)

sincronica, analisi (linguistica)
studio e descrizione dei fatti linguistici di un momento determinato; su un piano orizzontale.

sindrome
complesso di sintomi che tendono a presentarsi assieme e che vengono considerati come tipici effetti di specifiche cause (accertate o presunte).

sintagma (linguistica)
combinazione di due o più segni che costituisca una unità sintattica pressochè autonoma.

sistemica, terapia
approccio psicoterapico in cui oggetto dell'intervento è il nucleo familiare (sistema), non il singolo individuo.

Società
insieme di individui (popolazione) che risiede in un territorio definito, i cui membri condividono una cultura comune che permette la soddisfazione dei bisogni sociali ed economici e che è politicamente indipendente.

soggetti identici
in un esperimento: utilizzazione degli stessi soggetti in ciascuna delle condizioni sperimentali.

sovrageneralizzazione semantica
fenomeno per cui il bambino riferisce una parola, legata a un elemento, anche a tutto l'insieme di cui l'elemento è parte, e quindi anche a tutte le parti incluse in detto insieme o accosta elementi sulla base delle loro qualità vistose percettive o funzionali, producendo a volte anche collegamenti a catena.

spastica, forma
disabilità motoria caratterizzata da aumento persistente di riflessi di stiramento cui consegue un disturbo del tono muscolare.

sperimentazione (Mahler)
fase di intensa esplorazione del mondo esterno, a cui corrispondono tentativi anche decisi di separazione dalla figura materna.

Spermatozoo
cellula riproduttiva maschile, prodotta dai testicoli a partire dalla pubertà.

Status
indica la posizione sociale di un individuo.

stereotipo
insieme di credenze sugli attributi personali di una categoria sociale. Secondo G.W. Allport lo stereotipo è "un atteggiamento preesistente ... cos" forte ed inflessibile da distorcere seriamente percezioni e giudizio". Come Allport molti altri studiosi utilizzano questo termine attribuendogli non un significato neutro (e cioè un atteggiamento che si fonda sulla rilevazione delle caratteristiche comuni ad un gruppo, o comunque caratterizzanti rispetto ad altri gruppi), ma un significato negativo, sottolineando perciò il fatto che esso porta a generalizzazioni indebite.

Strato
insieme di individui che hanno in comune una o più caratteristiche socialmente riconosciute e considerate verticalmente, cioè come più o meno importanti.

stroboscopico, movimento (Wertheimer)
percezione di movimento apparente derivato dalla successione di immagini in rapida sequenza. Nel movimento stroboscopico le immagini devono avere caratteristiche tali da poter essere unificate dall'osservatore per vicinanza (e questo determina la traiettoria del movimento) e per somiglianza (o massima stabilità dell'oggetto in movimento fenomenico).

strutturalismo
approccio teorico presente in varie discipline (ad esempio, oltre che in psicologia, in antropologia, sociologia e linguistica), secondo il quale i fenomeni vanno considerati non isolatamente gli uni dagli altri, ma come elementi di una struttura, cioè nel loro funzionamento all'interno del sistema di appartenenza. E' importante notare che in psicologia questo termine è utilizzato sia con il significato di cui sopra (ad eempio per la psicologia della Gestalt o per Piaget) sia per riferirsi alla scuola di Wundt. In questo secondo caso ci si riferisce al fatto che gli studiosi appartenenti a questa scuola si prefiggevano lo studio della "struttura" della mente, riconducendola ai suoi elementi fondamentali.

struttura mentale (Piaget)
organizzazione che l'attività intellettuale si dà nello svolgere le proprie funzioni (di adattamento ed organizzazione) in rapporto a certi contenuti.

sublimazione (psicoanalisi)
meccanismo di difesa che esprime un aspetto fondamentale del funzionamento dell'Io, consistente nello spostare energia psichica da un obiettivo disapprovato dalla realtà esterna o dal Super-Io ad uno socialmente accettabile.

superamento delle convenzioni (sviluppo morale - Kohlberg)
livello dello sviluppo del pensiero morale "caratterizzato da un costante riferimento a principi morali autonomi che abbiano validità ed applicazione indipendentemente dall'autorità dei gruppi o delle persone che li professano ed indipendentemente dall'identificazione dell'individuo con tali persone o gruppi." (Kohlberg, 1974, op. cit. a pag. 297)

Super-Io (psicoanalisi)
una delle tre istanze della personalità, assieme a Es e Io, cioè quella che tende ad indirizzare il comportamento con riferimento a norme, divieti, proibizioni, principi morali. Secondo Freud esso è soprattutto il prodotto della risoluzione del complesso edipico, mentre secondo la Klein esso è presente fin dal primo anno di vita. (Vedi Io)