Direzione didattica di Pavone Canavese

torna all'indice della rubrica "Materiali per l'handicap"

 

Osservazioni sulla integrazione scolastica
(a cura del GLIP di Torino - allegato alla circolare del Provv. Studi di Torino n. 232 del 15.03.2001)

 

In questi anni la collaborazione sistematica e programmata tra le diverse agenzie che concorrono all’integrazione , è risultata l’elemento fondante di un percorso scolastico corretto e significativo , capace di tenere conto in modo privilegiato delle esigenze dell’allievo e delle istanze della sua famiglia.
Cruciale appare la fruttuosa collaborazione tra ASL, istituzione scolastica , servizi socio assistenziali , sistema della formazione professionale , Enti Locali e famiglia, fondata sulla consapevolezza e la valorizzazione delle reciproche competenze .
Per quanto attiene alla scuola , pare importante ricordare che gli strumenti a disposizione dei docenti nel percorso di integrazione sono didattico educativi mentre quelli diagnostico riabilitativi sono di competenza dell’ASL e che solo nel rispetto di questi precisi ambiti può avvenire l’integrazione. Non è quindi compito dei docenti rilevare forme di handicap nascosto o medicalizzare l’insegnamento bensì utilizzare al meglio tutti gli strumenti didattici e pedagogici a disposizione , considerando che " l’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap" ( Legge Quadro 104/92, art. 12) .

Per rendere più agevole l’itinerario dell’integrazione e maggiormente fruttuosa la collaborazione fra i soggetti interessati , paiono significative le seguenti azioni pedagogiche:

Per meglio definire sul piano procedurale i rapporti fra tutte le Agenzie interessate, in sintonia con le norme vigenti di tutela della privacy, si ricorda che l’istituzione scolastica può soltanto suggerire alle famiglie di mettersi in contatto con l’ASL. Nello specifico , se in seguito ad osservazioni dei docenti sul piano cognitivo e/o relazionale , si evidenziano dei problemi che possono essere oggetto di ulteriori indagini diagnostiche , la scuola non può rivolgersi direttamente all’ASL. E’ opportuno invece che essa suggerisca alle famiglie, con modalità squisitamente pedagogiche , nell’interesse del minore , di rivolgersi all’ASL di competenza territoriale che potrà attivare interventi sanitari previa sottoscrizione del consenso informato.

I genitori, o coloro che esercitano la patria potestà , possono esprimere tre tipi diversi di consenso:

Gli operatori ASL , a conclusione del ciclo diagnostico ed osservativo , possono , sul piano clinico, ritenere utile o necessaria la formulazione della diagnosi funzionale, previo consenso di chi detiene la patria potestà.
Solo successivamente a tale consenso informato , ed esteso, l’ASL, la scuola e la famiglia possono studiare interventi e progetti di rete.
Si sottolinea infine che un percorso riabilitativo e di integrazione scolastica efficace , frutto degli sforzi congiunti di tutti gli interlocutori, può portare ad una revisione della diagnosi e, in alcuni casi, al suo superamento.

 torna indietro