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I problemi della valutazione dopo la legge 169

18.12.2013

Andiamo, è tempo di scrutini
di Ermanno Morello

Pre-scrutini, scrutini, ammissioni, esami, scrutini degli esami, ratifica finale degli esami... ecco qualche prova di oggettività dei voti.

" Il mio è un 9 abbondante. Per me l'8 gli sta stretto (o è troppo largo, a seconda dei casi). Ma quello di tizio e quello di caio non sono gli stessi 10 (o 7, 8, 6 e cos' via). Ma se diamo 9 a sempronio allora diamolo anche a pinco: è questione di giustizia. Se volete dare 7 a pinco dovete dare 9 a pallino (anche nella variante: io non voto il 7 a pinco se non votate il 9 a pallino). Con tutti i 4 che diventano 6 perché lesinare i 10? beh, quello di pallino è un 6 vero. Se tizio fosse nell'altra terza prenderebbe almeno 8: per essere coerenti come scuola dovremmo darglielo anche noi. Nelle altre scuole in cui sono stato ci sono almeno 3 o 4 10 in ogni classe, anche perché qualcuno non viene nemmeno ammesso. In quelle dove sono stato io invece per molti insegnanti il voto massimo è il 9 (o anche l'8, soprattutto nei temi. Ok, tizio esce con 7, ma solo perché gli abbiamo dato il paracadute (intendesi aumento prudenziale del voto di ammissione). Se il 7 nel mio scritto non fosse scarso potrei anche trasformarlo in 8, ma così non riesco, qualcuno ha un 7 pieno da portare a 8? Dato che va al liceo è meglio dargli 8, visto che il 9 non è aritmetico. Meglio tenerli un po' più bassi, sennò poi alle superiori... Ma si, diamogliela questa gratificazione dell'8 all'impegno, tanto va al professionale. Attenzione, serve un 7 che diventa 8 per arrivare a 46, che è il minimo per il 7! "

L'ultima spigolatura introduce la fatidica tabellina che, in quanto tale, certifica la ponderatezza del voto e ne salvaguarda la validità (i numeri rappresentano la somma dei vari voti d'esame, da dividere per 7, quante sono le prove compresa l'ammissione): 67-70=10; 60-66=9; 53-59=8; 46-52=7; 39-45=6; <38=5.
Tabellina salvifica dato che nello scarto vive la rilassante relatività della valutazione: in quella terra di nessuno tra due numeri perfetti albergano tutte le sfumature numeriche che popolano i registri e l'immaginario valutativo dell'insegnante (per esempio applicato al 7: 6/7, 7-, 7, 7+, 7 e 1/5, 7/8 ... senza contare i + e i - assegnati a premo o demerito per le più varie tipologie di prestazioni o mancanze). E così si procede a formulare il giudizio, rasserenati dalla certezza che il voto/numero in realtà contiene le necessarie sfumature, che nessuno vedrà mai rappresentate, ma che esistono, ben custodite nella mente e nella coscienza dell'insegnante.
Tuttavia a qualcuno potrebbero non tornare i conti; infatti, prendendo l'esempio del 7 finale, 46 (il valore minimo) : 7 (il numero delle prove) fa 6,57 e non 7 (dovrebbe infatti essere 49). Qui viene in aiuto un ulteriore sub-criterio sulla "media aritmetica": l'arrotondamento, automatico, al valore maggiore, come per il pagamento delle tasse. Ulteriore elemento di oggettività del giudizio espresso in voti, con il trascurabile dettaglio docimologico che chi ha preso 7 non saprà mai di valere 6,57 oppure 7,42, o un altro dei valori intermedi possibili!

POTENZA DELL'OGGETTIVITA' e, come cinquant'anni fa, potenza della continuità che genera certezze.

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(r.p.) Ci sia concesso un breve commento. Il "raccontino" di Ermanno Morello non è così paradossale come può sembrare a prima vista.
Anzi, se si fa un giretto in rete e si vanno a leggere POF e altri documenti prodotti dalle scuole su questo argomento, si scoprono particolari davvero curiosi.
Ci sono scuole che arrivano addirittura ad inserire nel POF tabelle di raffronto fra voti in centesimi, voti in decimi e prestazioni: a 65/69 centesimi si fa corrispondere il 6 e mezzo, il 6/7 o il 7- che dovrebbero a loro volta indicare obiettivi minimi raggiunti più che a sufficienza. Per non dire della precisazione, sempre contenuta in alcuni POF che abbiamo letto, che anche nelle prove di verifica intermedie i docenti devono utilizzare i voti in decimi (da notare che persino la "vecchia" circolare dell'era Gelmini precisava che l'uso del voto in decimi nelle didattica quotidiana era rimesso alla autonoma valutazione dei docenti).

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