PavoneRisorse

(03.01-2013)
Fuori registro
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di Marco Guastavigna 

Il nostro è davvero un Paese di Santi (tra cui spiccano coloro che usano tale odore, più o meno presunto, per posizionarsi quali capi-coalizione), Poeti e Improvvisatori.

Per una volta, però, non parlerò del supremo interprete di quest'ultimo ruolo, il quasi ex ministro Profumo, che, annunciando aumento di 6 ore di lezione, eBook di testo, tablet e pc per tutti come se piovesse, ha probabilmente superato ogni record in proposito, ma di altre performance, altrettanto indicative dell'incapacità di approfondire, di una sorta di sonno della ragione.

Il primo caso è quello di Mariapia Veladiano, che ieri su Repubblica ha avviato un dibattito sul registro elettronico e la pagella online a cui oggi hanno dato seguito sulle stesse pagine Edoardo Nesi (nella parte dell'apocalittico, di cui i media non possono fare a meno se vogliono dare "colore" a una discussione che in qualche modo riguarda le tecnologie) e l'immarcescibile Rossi Doria (nella parte di se stesso, "maestro" nel percorrere le tappe del "cursus honorum": nello staff di Bastico all'epoca di Fioroni, oggi sottosegretario... chissà cosa lo aspetta alla fine della strada?). Ma torniamo all'ineffabile Veladiano. Il cuore della sua tesi: l'uso degli strumenti elettronici per le comunicazioni comprometterà ulteriormente le relazioni umane all'interno della scuola, in particolare per quanto riguarda il rapporto genitori-insegnanti, già precario e "freddo", impersonale.

Ora - al di là del fatto che sarei davvero stupito se venissi a sapere che da qualche parte l'uso del libretto cartaceo per le giustificazioni e la comunicazione formale dei voti (strumento secolare di comunicazione a distanza) ha prodotto relazioni "calde" - tutto il pezzo è imperniato sul concetto di "smaterializzazione", ovvero di perdita della materialità da parte di un oggetto esistente. Le mie nozioni di fisica sono elementari, ma mi pare che si tratti di un'idea più adatta alle vicende di Maga Magò, Harry Potter, Superman o di qualche prestidigitatore che alla Pubblica Amministrazione. Che possa essere utilizzato nella pagina culturale di un grande quotidiano nazionale è davvero segno dei tempi.

 

La spending review, per altro, parla assai più sobriamente di "dematerializzazione", ovvero della volontà istituzionale di ridurre la quantità di documenti realizzati e archiviati su supporto cartaceo tradizionale a favore del supporto digitale, trovando il modo di assegnare ai nuovi prodotti lo stesso valore legale che possedevano i loro antecedenti.

Problema quest'ultimo non da poco, come ho provato a spiegare qualche tempo fa nell'intervento che riprendo qui sotto:

 

 

In questi stessi giorni apprendo incredulo dell'esistenza di dirigenti scolastici che avrebbero escogitato una versione "risparmiosa" del registro elettronico: i voti andrebbero riportati su un foglio excel (come mai - tra l'altro - un formato proprietario e non un formato open, dal momento che siamo in tema di riduzione di spesa?) la cui custodia avverrebbe sul pc di proprietà del singolo docente o - peggio - del coordinatore di classe.

Ora, al di là del fatto che nemmeno i direttori delle scuole elementari comunali - che pure avevano tra i loro compiti quello di vegliare sulla moralità delle insegnanti - hanno mai avuto il potere di imporre ai loro subordinati l'acquisto di oggetti e licenze d'uso (voglio infatti sperare che tutte le copie di Office necessarie al progetto siano state acquisite in modo formalmente corretto), mi chiedo come chi ha ideato questa soluzione pensi di risolvere le complicate questioni riguardanti l'autenticità, l'integrità e la non ripudiabilità dei dati inseriti e inoltre il valore legale del documento digitale così realizzato. 

Come sono garantite la sicurezza dei dati stessi, per esempio in termini di impedimento di manomissioni o intromissioni, e la manutenzione, ovvero il backup in tempo reale e l'immediato ripristino dei dati e dei conseguenti documenti nel caso di crash del sistema e di perdita degli originali?

E infine: su chi ricadono - soprattutto a fronte di problemi- le responsabilità conseguenti a questa scelta, che mi sembra davvero troppo assurda per essere stata autenticamente messa in pratica?