PavoneRisorse

(24.08.2012)
I registri sono 2 (.0)
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di Marco Guastavigna 

Manca davvero poco all'inizio dell'anno scolastico, anche considerando le varianti delle diverse Regioni.

Gli interrogativi e le incertezze sono numerosissimi, a volte angosciosi, e ciò di cui sto per occuparmi non si colloca probabilmente nelle prime posizioni del triste elenco di azioni che da qualche anno devastano la scuola della Repubblica, ma non posso esimermi dal ragionarci sopra per dovere di vocazione.

Sto parlando dell'obbligo di registro elettronico e di pagella online (quest'ultima con pieno valore legale) introdotto dalla norme sulla spendig review nella scuola. Se nel secondo caso la mancanza di chiarezza su cosa questo significhi in concreto fa prevedere un aumento delle scuole che sceglieranno la scansione dell'annata valutativa in quadrimestri, in modo da procrastinare la soluzione dell'enigma, nel primo caso la questione ha invece una certa urgenza.

Nell'immaginario collettivo il registro contiene voti e assenze e la sua versione elettronica - magari disponibile via Internet ai genitori accreditati e/o con l'uso di SMS; è il caso di Scuolamia, portale istituzionale e di varie realtà scolastiche di vario tipo in giro per l'Italia- dovrebbe rendere più facile e rapida la comunicazione di queste informazioni, secondo le ipotesi più ambiziose (e demagogiche) in tempo reale.

Già in questa prospettiva sarebbe urgente sapere quale sia l'autentico rapporto tra registro elettronico e documentazione cartacea, perché fin dal primo giorno di scuola si possono verificare assenze e ritardi da parte degli allievi: troveremo la modalità informatizzata?

Questa modalità produrrà insiemi di dati autoconsistenti o ne sarà prevista la stampa?

O piuttosto vi sarà un più meno lungo periodo di mora, nelle pieghe del quale continueremo a compilare i documenti tradizionali per poi trascrivere il tutto non appena il nuovo sistema - diventato ufficialmente di comunicazione, non di registrazione - sarà stato definito, implementato, collaudato, messo in sicurezza rispetto ad intrusioni e possibili crash?

O, ancora e molto peggio, il registro elettronico non sarà altro che la duplicazione della documentazione cartacea tradizionale?

Oltre a questa considerazione di carattere generale va tenuta in conto una serie di altri elementi, ciascuno dei quali rappresenta un interrogativo specifico sulla modalità informatizzata e sulle sue implicazioni e conseguenze.

In primo luogo: i registri che noi Paper Prof usiamo sono in realtà due. Oltre al registro personale, infatti, compiliamo quello di classe.

La prima domanda a cui dovrebbe rispondere che si occupa di queste problematiche a livello istituzionale è - pertanto - se l'obbligo di registro elettronico riguardi tutti e due i documenti o meno.

Ciascun registro ha poi una sua struttura di contenuti prevista dalle disposizioni in materia e ben più ampia e articolata di quanto pensi la vulgata corrente, quella che fa pensare a qualche grillo parlante che basti riportare i voti in un file di word sul pc condiviso in sala insegnanti.

Il registro personale dell'insegnante viene compilato individualmente ed è destinato all'annotazione (in molti casi quotidiana) di:

- assenze

- voti

- argomento delle lezioni

- numero di ore effettivamente erogato

- piano di lavoro e sue articolazioni e variazioni

- motivazione delle valutazioni

- relazione finale

- altre notazioni sul percorso degli allievi, tra cui quelle destinate a motivare il voto di condotta.


Il registro di classe, invece, viene compilato collegialmente e riporta quotidianamente:

- scansione oraria delle lezioni e delle attività

- assenze

- ritardi

- giustificazioni effettive e mancate

- argomento delle lezioni

- note disciplinari

- vari tipi di comunicazioni

- firma di presenza dell’insegnante avente valore di attestazione della medesima, con tanto di sentenza della Corte di Cassazione a fronte di un contenzioso in merito.

Le soluzioni attualmente presenti sul mercato (sia proprietarie sia opensource) sono lontanissime dal venire incontro ad esigenze così complesse: si tratta troppo spesso di ambienti di lavoro prodotti per venire incontro alla voluttà di usare le strumentazioni tecnologiche allo scopo di ammantare se stessi e la scuole di un'aura di modernità e quindi assolutamente non in grado di rispondere a bisogni dettati dall'obbligatorietà e dalle conseguente pressioni e complicazioni.

Staremo a vedere come risolveranno la cosa gli apprendisti stregoni che certamente stanno analizzando il problema a fini di lucro o di visibilità.