Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica della legislatura attuale


20.11.2008

La scuola è un fardello improduttivo e costoso?

di Mario Fraccaro

 

Dirigente Scolastico con oltre 20 anni di servizio a capo di Direzioni Didattiche, Istituti Comprensivi e ,ora , di un Istituto Superiore… ho dunque maturato “sul campo”  un’esperienza in base alla quale vorrei, sia pur in modo essenziale, dire la mia sui contenuti della cosiddetta “Riforma Gelmini”.
Oggi viviamo nell’epoca della complessità e della globalizzazione, di una post modernità il cui paradigma di riferimento è il continuo cambiamento caratterizzato dalla multiculturalità, dal  relativismo valoriale, dalla multidimensionalità  diffusa…l’Europa ci chiede di far acquisire ai nostri alunni le competenze chiave di una cittadinanza attiva, ma queste competenze si innervano sulla capacità di confrontarsi e di lavorare in gruppo, di interagire con gli altri in modo corretto, imparando a gestire i conflitti, a progettare, a comunicare con i vari linguaggi, a risolvere problemi ecc…
L’Europa ci chiede di formare persone in grado di cogliere le connessioni tra i saperi , le analogie, i nessi, le differenze, alunni che siano preparati a  interpretare processi e situazioni in divenire, finalità importanti per costruire gli alfabeti della cittadinanza attiva e consapevole e non farsi quindi manipolare dagli altri.
A fronte di questa complessità educativa, la proposta del Governo è quella di tornare al maestro unico e alla riduzione del tempo scuola, azzerando in un sol colpo anni, anzi decenni di innovazioni , di dibattiti , di ricerca sul campo che avevano condotto la scuola primaria italiana a essere considerata e apprezzata nel mondo.
La scuola  sacrificata sugli altari del dio economia!Un passo indietro preoccupante e un vagheggiamento di un tempo passato superato e incapace certamente di affrontare le sfide del presente e del futuro. La scuola costa troppo, il Paese non sopporta spese così alte, è un problema di bilancio- così le argomentazioni dell’Esecutivo – bisogna dunque tagliare!
Ma davvero la scuola è diventata un fardello, un ente improduttivo e costoso? Eppure in termini di spesa rispetto al PIL  le risorse investite sono quasi di un punto sotto la media europea…ci sarebbero tante politiche di razionalizzazione  e di risparmio che si potrebbero fare , toccando poteri forti, feudi e caste intoccabili, ma si preferisce calare la scure sui maestri e sulla scuola.
D’altra parte, che ci sia bisogno di intervenire, di razionalizzare gli investimenti, di eliminare sprechi e storture  nessuno lo può negare, ma se si fosse voluto davvero un cambiamento in tal senso , migliorando il sistema …ecco , il percorso avrebbe dovuto essere diverso e non condensato in modo lapidario in un decreto legge partorito dall’oggi al domani.
E non mancano certamente i  settori dove è possibile fare interventi di funzionalità, di risparmio e di miglioramento, irrinunciabili se vogliamo una scuola credibile e in grado di favorire il progresso sociale ed economico del Paese. Cosa vuol dire tagliare più di centomila posti di lavoro se non si riforma l’apparato esistente, non si cura  la meritocrazia, non si rivedono certi apparati contrattuali anacronistici?
E allora rivediamo il sistema di reclutamento, per dare speranze ai giovani, investiamo sulla formazione ( altra vergogna del nostro sistema), cancelliamo il meccanismo perverso delle supplenze che vedono un migrare biblico di insegnanti dal sud al nord senza accertamenti di professionalità e competenze e con spese enormi, ridiamo credibilità e status sociale ai docenti con un aumento del loro orario di servizio comprensivo delle attività aggiuntive ( oggi onnicomprensive nelle patetiche 40 + 40 ore annuali) da fare a scuola , con conseguente aumento di stipendio a livelli decorosi e via tutti quegli istituti che hanno permesso in questi anni di saccheggiare la spesa pubblica( aspettative, assegnazioni provvisorie, distacchi ,permessi di ogni tipo, part-time che hanno  ingrossato le fila di chi aspirava ad un incarico e fatto proliferare a dismisura il numero dei docenti sulle classi …)
Se tale apparato non venisse toccato, allora quei tagli indicati dal decreto e il semplice ritorno al maestro unico non miglioreranno certo la scuola ma saranno solo un modo per risparmiare sulla pelle dei più deboli!

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