Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica della legislatura attuale


03.11.2008

La NON riforma del bar Sport

Di Rodolfo Marchisio

 

Ci sono due cose che in Italia tutti sono in grado di fare, al BarSport: la formazione della nazionale di calcio e la riforma della scuola. Questa estate, dopo una serie di affermazioni da bar Sport, da parte di vari esponenti politici, è stata annunciata la NON riforma della scuola.

Un Ministro dimezzato

Ho già raccontato come era stato scelto Fioroni e poi cosa si preparava. Possiamo quindi riflettere anche sul fatto che:

La NON  riforma

In questo clima si è arrivati alla Non riforma. Un documento impressionante, il Piano programmatico (e i Decreti collegati) perché:

Insomma, una riforma scritta dai ragionieri dei ministeri economici.

Le conseguenze

Sappiamo tutti quali sono dagli organi di stampa. Parliamo però di scuola media, questa “anomalia” del sistema italiano (cosa non vera peraltro)
Sarà dura salvare quel che resta del tempo prolungato. Ma questo, del superamento del TP, è un obiettivo di risparmio presente in tabella. Meno 10.300 solo al primo anno! 17.300 a regime.
La “abolizione delle codocenze”, il sostanziale "superamento" delle compresenze ed il modello frontale previsto dalle norme, dal prossimo anno renderanno difficile sviluppare progetti di ricerca azione, in laboratorio e attraverso le tecnologie. Non tutta una ricerca azione si può sviluppare in classe ed in modo frontale con 24/25 allievi.
La indicazione del Ministro di finanziare le compresenze col F. di Istituto non tiene conto del fatto che (come qualsiasi DS può confermare coi numeri) la maggior parte delle scuole elementari e medie non è in grado di pagare neanche le supplenze, avanza in media oltre 100.000 euro di crediti da Ministero e USR e si dà alla finanza creativa . Ma questo il Ministro dell’Istruzione non poteva saperlo. Non parla con i Dirigenti.
Né conosco molte scuole medie ed elementari con laboratori in grado di ospitare una classe intera.
La scuola dei laboratori, della individualizzazione, del recupero (“non lasciare nessuno indietro”), del seguire stranieri, situazioni di disagio ecc… che i genitori (al 92% nella mia scuola) ci chiede con insistenza e che noi condividiamo, la scuola che abbiamo costruito in questi anni e messo nei POF, dal prossimo anno scompare.
Entro dicembre  dovremo preparare un modello a 29 ore (e uno a 36 se salviamo il TP, per 3 pomeriggi, con mensa e corsi completi) di scuola frontale. Senza quel perdere tempo che sono i laboratori, le ricerche, l’uso delle tecnologie. Il recupero di chi è in difficoltà. Delle “tre I” due sono già sparite ed una si occuperà (Inglese) anche di stranieri.
Chi vuole i laboratori se li paga (o da FI o di tasca sua). Faranno affari quelli che propongono alle scuole laboratori e attività a pagamento. Un modo per dar lavoro ai giovani e rilanciare l’economia.

Modello

9 ore di lettere: 5 di Italiano (invece di 7: ma non dovevamo potenziare la lingua, l’OCSE ecc?), 2 di storia, 1 forse di geografia e 1 della vecchia Ed civica.
Però fa 9 che vuol dire coprire interamente 2 classi con un docente. Non piu’ 2 docenti per corso, ma 1,5: risparmio del 25% secco (vedi tabella)
8 ore di matematica e scienze con probabile riforma delle classi di concorso: i docenti di tecnica in esubero possono andare a coprire posti di matematica. Risparmio previsto (vedi tabella)

 Fortunati gli stranieri perché:

  1. grazie alla Lega avranno le loro classi di alfabetizzazione (pagate con quali fondi?)

  2. secondo il Ministro saranno seguiti da quelli di L 2 e L 3: sempre di lingua si tratta!

La genialata

Certificare le competenze coi voti. Pensare che in 10/12 anni di dibattito nessun pedagogista europeo ci aveva pensato. Chissà come mai?
Una domanda percorre le scuole: come tradurre una scala di 5 livelli (di cui solo 1 negativo: non sufficiente) in una di 10 in cui 5 sono negativi? Alta pedagogia.
Sicuramente i ragionieri di Tremonti sanno la riposta ed anche quanta carta risparmieremo…

Diamo un dato anche noi

Il rapporto investimenti istruzione/PIL è nei paesi OCSE con cui siamo comparati del 6,1 % in media. Noi eravamo al 4,9 già prima. Per questo, per competere meglio, era necessario tagliare ancora. Chiaro no?

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