Direzione didattica di Pavone Canavese

24.12.2001

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Il progetto music@scuola a Città di Castello

Daniela Rossi

Città di Castello è una bella cittadina umbra adagiata sulla verdeggiante alta valle del Tevere al confine con la Toscana. Qualche anno fa alcune insegnanti di Scuola Elementare e Materna chiesero aiuto al Comune ed alla locale Scuola Civica di Musica per migliorare, con l’aiuto di personale specializzato, la qualità delle lezioni di Educazione al Suono e alla Musica.

La richiesta s’incastonava a perfezione con l’impegno della Scuola Civica di creare un tessuto culturale musicale largo e compatto. Nel momento in cui l’allievo si sente isolato nel suo impegno, si chiederà se è proprio necessario continuare ad allenarsi su uno strumento e a suonare brani che i suoi amici non conoscono e non ascoltano. L’allievo deve sentirsi parte di una collettività che partecipa al suo sforzo. A tale scopo erano già stati istituiti dei corsi di vocalità per alcuni gruppi polifonici locali, un coro di voci bianche e presto si sarebbe formato un corso di musica d’insieme per strumentisti ad arco adulti.

L’idea di sostenere il lavoro delle insegnanti ben s’inseriva in questa logica. Creare un blocco compatto di formazione basilare significava fornire di una cassa di risonanza naturale l’impegno arduo degli studenti. D’altra parte è comprensibile la difficoltà manifestata dalle docenti: sviluppare competenze specifiche capaci di trasmettere lo stimolo a conoscere e fare musica ad una classe è compito arduo anche per chi ha esercitato a lungo le sue abilità su uno strumento musicale.

Così music@scuola nata da esigenze diverse ma convergenti, si propone come l’iniziativa giusta al momento giusto

I soggetti

music@scuola è un progetto composito che agendo su più fronti vuole dare risposte concrete e durature in ambito didattico. In primo piano vediamo le figure che sono direttamente impegnate nell’evento didattico:

* Tutte le cifre si riferiscono all’anno scolastico 2000/2001

Dietro il lavoro di tutte queste persone abbiamo la presenza di altre figure che hanno favorito e rendono possibile ed efficace (seppur con molte difficoltà) il progetto:

Gli alunni

Incontrano i tutors direttamente nelle classi durante l’orario scolastico. Affrontano una basilare alfabetizzazione musicale partendo da esperienze concrete vissute preferibilmente con il coinvolgimento di tutto il corpo. Progressivamente conoscono e padroneggiano il linguaggio musicale in tutti i suoi aspetti. Sono capaci quindi di cantare leggendo, di trascrivere ciò che ascoltano, di suonare semplici strumenti ritmici ma anche un flauto dolce o uno xilofono, da soli e in polifonia. Inizieranno anche a combinare gli elementi sperimentati per comporre brani originali (sono stati proposti interi spettacoli con musiche elaborate dagli alunni). Le potenzialità musicali nei ragazzi in questa fascia d’età sono ancora inesplorate.

I tutors

Sono musicisti con esperienza e specializzazione in ambito didattico. Il loro compito non è quello di sostituirsi all’insegnante titolare ma sostenere ed integrare il suo curricolo. Le esperienze musicali pratiche proposte in classe sviluppano competenze specifiche musicali negli alunni e stimolano l’insegnante ad un personale approfondimento professionale.

Il team dei musicisti con incontri periodici concorda i termini di una programmazione disciplinare comune che consideri appieno le caratteristiche epistemologiche dell’educazione musicale rispettando il ruolo di questa all’interno delle scuole di riferimento. Sono decise anche le caratteristiche del materiale musicale da utilizzare, vengono scelti anche dei canti che possono essere appresi da tutte le classi per costituire un vocabolario culturale collettivo. Gli incontri sono anche un’ottima occasione per confrontare le strategie ed i risultati ottenuti.

I tutors adegueranno poi tutto questo lavoro con le esigenze di programmazione delle singole classi cui vengono assegnati.

I docenti titolari

Per consentire ai docenti titolari di usufruire appieno della presenza degli esperti sono predisposti anche degli incontri non obbligatori con il coordinatore del progetto stesso. L’idea è che l’insegnante per seguire e trarre vantaggio professionale dalla presenza dell’esperto debba poter conoscere la ragione di determinate scelte programmatiche. Sperimentare in prima persona l’essenza di alcuni apprendimenti significa capire i percorsi di apprendimento, riflettere sulle mete da raggiungere e sui molteplici raccordi interdisciplinari che l’attività offre. Con questo spirito il sostegno del lavoro del tutors diventa più agevole e le attività di rinforzo sono ben calibrate e capaci di stimolare l’insegnante verso una sempre maggiore autosufficienza.

Il monitoraggio

Periodicamente, per evidenziare su ogni aspetto basilare dell’educazione musicale le competenze acquisite da ciascun allievo e direzionare le strategie necessarie alla progettazione del lavoro, vengono predisposte delle griglie. Gli aspetti da valutare sono calibrati sulle realtà delle classi predisponendo quattro livelli differenti di approfondimento. Il tutor in considerazione dell’età del gruppo e del suo percorso formativo sceglie, in accordo con l’insegnante titolare, il livello più adatto alla classe. La griglia tiene conto anche degli indicatori nazionali citati nella scheda di valutazione e diventa così un valido strumento per stilare giudizi che tengano conto delle reali competenze e potenzialità dell’alunno.

Il Comune

Le risorse economiche ed umane impegnate dal Comune nel progetto sono cospicue. Gli amministratori dimostrano una particolare sensibilità al riguardo.


Attraverso la Scuola di Musica hanno predisposto una segreteria per assolvere ai compiti amministrativi. Un Direttore ed un Coordinatore si occupano di raccordare tutti i soggetti coinvolti: capirne le esigenze, scovare i problemi (sempre presenti), risolverli, proporre continui stimoli per migliorare in qualità e in quantità.

I genitori

Partecipano in minima parte al sostegno economico del progetto. L’Amministrazione Comunale nel momento in cui le richieste di adesione lievitavano sensibilmente ha dovuto fare una scelta: riservare il progetto a pochi utilizzando le risorse a disposizione oppure assecondare tutte le richieste e chiedere una piccola partecipazione da parte delle famiglie. Si è optato per la seconda ipotesi. Sono comunque previste delle riduzioni per le famiglie che hanno più di un figlio coinvolto nel progetto e per i soggetti con scarse risorse economiche.

Oltre la classe

Il lavoro in classe è sempre molto accattivante e stimolante. Ad alcuni alunni non basta mai. Vorrebbero continuare a suonare e cantare all’infinito. Nell’età della scuola dell’infanzia e della scuola elementare l’esigenza di musica nel bambino è molto forte: è parte integrante della sua crescita ed è anche il momento più fervido di sviluppo delle abilità musicali.


Per i bambini così desiderosi di musica è sempre aperto l’accesso ad un coro di voci bianche per perfezionare le proprie abilità vocali. Alcuni alunni, però, sono più interessati a fare musica con lo strumento musicale che hanno appreso in classe (flauto dolce, strumenti a percussione ecc..). Per rispondere a quest’esigenza è stata creata anche un’orchestra di flauti dolci.


La presenza a questi momenti collettivi è massiccia e l’alunno comprende e apprezza l’importanza di fare musica insieme. Sperimenta la gioia di raggiungere un obiettivo artistico comune comprende che è molto di più del semplice collaborare. In queste occasioni l’esigenza di norme collettive di comportamento è palmare e più cresce il senso estetico-artistico dell’alunno più sarà esigente con se stesso. La lezione di musica collettiva diventa così una lezione di vita.

I piccoli gruppi

Qualche alunno però sente l’esigenza di avvicinarsi ad altri strumenti che prevedono un approccio più individuale. Per questo motivo si sono creati spontaneamente dei piccoli gruppi di 3, 4 alunni che hanno iniziato a suonare strumenti come il violino, il flauto traverso ecc. Sono gruppi omogenei organizzati con cura per capacità di apprendimento. Apprendono la pratica basilare di uno strumento con una lezione collettiva la quale se ben preparata può essere più stimolante della lezione individuale. Le dinamiche di gruppo sono molto importanti in questa fascia d’età e lo strumento musicale presta il fianco ad innumerevoli giochi collettivi.

Ancora più avanti

Per coloro poi che vorranno intraprendere uno studio più specifico, la Scuola civica è sempre aperta con uno studio che possa condurre l’allievo anche agli esami statali. Per inciso la Scuola Comunale di Città di Castello conta circa 250 allievi ed ha in attivo tutte le classi dei principali strumenti presenti in Conservatorio con le relative materie complementari.

I risultati

Abbiamo visto in apertura le cifre degli alunni (il 75 % della popolazione scolastica) e dei docenti coinvolti. I risultati più interessanti, però, sono altri.


Abbiamo sperimentato un fenomeno recentissimo e sempre più marcato man mano che passa il tempo. Quando un allievo s’iscrive a scuola, ora, non è più soltanto spinto dalla mamma che vuole arricchire la sua formazione. Sa con precisione quale strumento vuole studiare, quali brani vorrebbe suonare e soprattutto dimostra con entusiasmo il suo desiderio di fare musica.


Scuola Comunale di Musica
Palazzo Corsi, Via XI Settembre
Città di Castello (PG)
Tel. Fax: 075 8557835; e-mail: scuolamusica@cdcnet.net
Direttore: M° Mario Cecchetti
Coordinatore del progetto: Daniela Rossi, e-mail: daniela.rossi@libero.it