Direzione didattica di Pavone Canavese

Multimedialità e dintorni

(10.11.03)

TIC nella didattica: formazione, competenze e valutazione
di Rodolfo Marchisio

Parte prima: le competenze degli allievi

Nella ripetizione continua di concetti di cui sono fatti i materiali dell’Indire per la formazione For TIC dei tutor B (ma mi sembra anche in quelli per i corsi A) c’è un concetto pochissimo presente e trattato in modo quasi marginale: quello delle competenze.

Competenze da formare negli allievi, competenze che devono raggiungere i docenti e competenze da formare nei formatori.

Credo non si possano affrontare argomenti come quelli della formazione (di docenti e allievi) della valutazione, del portfolio, ecc.. senza parlare di competenze, che sono quelle che andrebbero poi verificate e la cui valutazione sarà la misura del raggiungimento dei nostri obiettivi.
Come possa essere marginale una riflessione di questo tipo in un progetto formativo così complesso e che vuole incidere sulla intera scuola italiana è cosa sorprendente.
Come si possa parlare di valutazione della didattica e di formazione evitando questo argomento è quasi sospetto.
Oltre a questo la riforma della scuola propone, in generale, nuove modalità di valutazione (fra cui il portfolio stesso) e sarebbe opportuno non solo discuterne, ma anche cercare un po’ più di chiarezza.
Cominciamo dalle competenze da formare negli allievi

Competenze allievi

Due brevi note.

1- Obiettivo della scuola deve essere quello, anche rispetto alle TIC, di formare allievi non solo sapienti (che sanno le cose), ma anche competenti (che sanno fare le cose), e soprattutto, a differenza degli altri agenti formativi, la scuola ha il compito di educare allievi consapevoli (che conoscono il senso delle cose che fanno).
Ne deriva la ricerca di una tassonomia legata non solo al sapere (termini, concetti, parti della macchina) o al saper fare (saper usare certi programmi o compiere certe operazioni, ma anche saper organizzare una ricerca in rete in modo metodologicamente corretto), ma soprattutto legata al senso critico, al dare un senso alle cose che si sanno o sanno fare.
In questo, un progetto educativo calato nel contesto scuola (ed una tassonomia ad esso legata) sarà sempre diverso dalla certificazione di una patente informatica nata per altre finalità e legata all’uso di prodotti (spesso Microsoft), più ancora che all’apprendimento di procedure universali: i due contesti hanno obiettivi formativi diversi.

2- Il valore aggiunto essenziale delle TIC rispetto alla didattica è, come noto:

a) nella possibilità di cercare informazioni

b) nella possibilità di comunicare con persone

c) nella possibilità di lavorare con altri

come già rilevavano Pantò e Patrucco, Internet nella didattica, ed Apogeo, qualche anno fa.

Allora le competenze essenziali da formare nel ragazzo sono quelle di:

  1. saper cercare in modo metodologicamente corretto e critico informazioni
  2. sapersi orientare in una struttura spazio- tempo nuova
  3. saper comunicare usando nuovi codici e rispettando nuove regole (ma anche riflettendo, su di esse, talora scoprendole o costruendole)
  4. saper collaborare (o anche cooperare con altri) anche in remoto o asincrono
  5. saper valutare e validare prodotti digitali e siti
  6. saper progettare e realizzare prodotti digitali o siti

ecc…

Una serie di conoscenze e competenze sono propedeutiche a queste, altre puntano a creare consapevolezza.
Qualunque tassonomia, portfolio o altro sistema di valutazione degli allievi dovrebbero partire da qualcosa del genere.

E le competenze docenti, scopo della formazione, dovrebbero essere costruite avendo questi obiettivi come punto d’arrivo (della formazione docenti) e come punto di partenza (della formazione degli allievi)
Ma questo sarà oggetto di una prossima riflessione.

Breve sitografia
Confronta anche su Pavonerisorse i precedenti articoli di M. Guastavigna e miei.

 torna indietro