Direzione didattica di Pavone Canavese

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la distanza sociale

 

I gruppi che si rapportano sviluppano convinzioni di vario genere su ciò che li unisce e su ciò che li divide nella quotidiana vita sociale. In senso ristretto per distanza sociale la psicologia sociale intende la disponibilità dei membri di un gruppo ad avere contatti sociali con persone di un altro gruppo. In particolare viene studiato sino a che punto e in che cosa le persone sono pronte a escludere o ad ammettere quanti appartengono ad un altro gruppo.

Che tipo di contatto viene ritenuto accettabile? In quale misura si è disposti a parlare di sé? A che grado di coinvolgimento emotivi si è disposti a giungere? A che punto può giungere la prossimità fisica, ovvero quanto si è disposti a condividere uno spazio?

La distanza sociale, ovviamente, non solo orienta i comportamenti individuali quanto piuttosto tende a trascriversi, con precisa calligrafia, nello stesso tessuto urbanistico di una città. Basta al proposito prendere atto dello spazio urbano (urbano?) nel quale sono spesso collocati i campi nomadi.

Lo stesso accade nella mappatura dei quartieri delle città dove gli spazi urbani si trasformano in terreno di conflitto. Già la scuola di Chicago, alla fine degli anni ‘20, mutuando i concetti fondamentali dall’ecologia, descriveva i fenomeni urbani utilizzando concetti quali simbiosi, invasione, competizione tra gruppi diversi di cittadini per uno specifico territorio.