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Democrazia WEB e ragazzi

“La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione” G. Gaber

(13.12.2013)

Il valore aggiunto delle TIC
nella didattica e nella formazione del cittadino
di Rodolfo Marchisio

 

Abbiamo già analizzato il difficile momento che le TIC ed il loro uso nella didattica e nella formazione stanno attraversando nella scuola italiana.

 Possiamo aggiungere alcuni dati:

1-     L’attuale ministro ha detto chiaramente che le TIC (le LIM etc.) sono a carico delle scuole che forse in futuro avranno un po’ di soldi, ma poi dovranno aggiustarsi e farsele comprare da industriali, imprenditori etc.. Che - vecchia idea - siederanno nel C. di Istituto, nel frattempo spogliato di molti poteri (vedi idee sulla riforma strisciante degli OOCC [1]), ma in cambio daranno soldi per LIM ed altra paccottiglia tecnologica.

 In cambio di cosa? Gli Istituti superiori possono fornire alcuni servizi se specializzati e di alto livello, ma la scuola dell’obbligo (che ricordiamo va da 5 a 16 anni, mentre le Indicazioni Nazionali recenti si fermano stranamente alla 3 media)?

Ci sono tanti mecenati in un momento in cui le PMI rischiano di fallire, le grandi vanno all’estero e alcuni piccoli imprenditori scendono in piazza coi forconi?

2-     Sono stati in compenso investiti ca 450 milioni nella sicurezza delle scuole pubbliche,

ma qualcosa in più (ca 500 milioni) sul salvataggio della scuola privata: è più urgente che la scuola privata si salvi piuttosto che la scuola pubblica non crolli sulla testa dei suoi allievi!

3-     Sui futuri e-book – che Calvani ed altri hanno chiesto di chiamare più correttamente  “libi di testo digitali” perché l’e-book è quella cosa che leggo la sera e sono fatti miei, mentre i libri di testo pongono problemi di autore, autorevolezza, competenze e controllo dei contenuti – ha già chiarito che saranno i genitori a pagare e le scuole a fornire il supporto tecnico e non solo (con quali soldi, con quali competenze e disponibilità di personale non è detto).

 TIC nella formazione della persona e del cittadino

 Speriamo che questa rubrica stia dimostrando che l’educazione a un uso corretto, critico, consapevole (“dare un senso” e un senso di cittadinanza) delle TIC nella società e nella scuola è un compito formativo trasversale e ineludibile.
Che s’intreccia con tutte le aree disciplinari a cominciare da cittadinanza e storia, ma anche scienze e con una visione necessariamente attiva della didattica.
Purtroppo come la scuola non ha un progetto complessivo (di scuola) così non ha un progetto coerente di uso delle TIC nella scuola.
I vostri progetti sono la ricerca di un progetto di scuola che a livello nazionale non c’è (prof. Della Valle, Presidente Istoreto).
Consola il fatto che quasi 250 docenti in Piemonte coordinati nel progetto Cittadinanza e Costituzione: le parole, gli strumenti, i percorsi da USR Piemonte e Istoreto lo stiano cercando.

Basta dicotomie sterili! Gli esperti frenano

 Dopo anni di discussioni tra apocalittici e integrati (Eco), tra nativi e migranti digitali, tra due antropologie (Maragliano) abbiamo un po’ smesso di usare questi strumenti d’inutile propaganda, anche perché nel frattempo le cose si sono evolute: ci sono non solo 60 enni, ma anche 85 enni iperattivi in rete, nonni che insegnano a coltivare l’orto a ragazzi che insegnano loro i trucchi della rete. E poi i primi hacker oggi hanno 60/65 anni!
Allora si assiste a una più moderata e ragionevole analisi di alcuni dei padri della pedagogia delle TIC. Calvani, ad es. in un suo intervento a Firenze ha in sintesi detto: 

Su questi temi rimandiamo per un approfondimento agli atti e materiali del corso Le Tic nella didattica attiva e nella ricerca storica: l’esempio della Shoah, in corso di svolgimento e organizzato da Istoreto e USR Piemonte.

 Il metodo della ricerca in rete

Ci sono due modi di intendere la ricerca in rete:

a)     Attivare un algoritmo di ricerca con Google e/o consultare la pagina corrispondente di Wikipedia. Per interrogare Google (o altro motore) occorrono alcune competenze di base, quali formulare la domanda correttamente e in modo efficace o individuare le parole chiave più utili.
Per quanto riguarda Wikipedia ripetiamo la citazione di un esperto USA: “Wikipedia è il posto migliore dove cominciare una ricerca ed è il peggiore dove finirla”.
In altre parole, usiamo ormai tutti Wikipedia come un dizionario, per avere le prime informazioni e chiarire significati; come punto di partenza. Non come pagine da “fotocopiare” e abbellire con poche figurine (non complementari al testo e quindi non utili). Il copia/incolla si faceva già una volta; è solo diventato meno manuale.
Diversa è l’ottica Wiki, della condivisione delle conoscenze, della scrittura collettiva dei contenuti, rendendoli pubblici e utilizzabili da altri. Senza arrivare allo scrivere libri di testo collettivi, in mancanza di una competenza specifica e documentata e senza controlli “di qualità e contenuto”.
Il lavoro delle 88 scuole partite da Brindisi lascia perplessità, soprattutto se generalizzato. Un docente di storia non è uno storico autorevole e il controllo collettivo è una via di mezzo tra la pubblicazione selvaggia (da www.cronologia.it ai SN dove siamo tutti autori) e un esperto, un comitato scientifico ed una redazione autorevole e responsabile.

b)     Un secondo modo è partire da una raccolta di fonti e documenti (anche non digitali, ma citati dalla rete) come secondo passo per cercare una risposta metodologicamente corretta a un problema posto. La rete offre una marea (un eccesso?) di materiali,  ma il metodo è sempre quello di G.Galilei, ultrasemplificato a es. nel Webquest , mini ricerca guidata. Il vantaggio della rete non è solo la quantità di materiali disponibili o la loro accessibilità, ma anche il fatto che di link in link, di documento in documento nascono idee e ipotesi nuove.

c)      Infine il prodotto che si può confezionare con una tipografia elettronica di facile uso, come testo interattivo e multimediale, presentazione, ipertesto, video, mappa etc…

Anche qui entrano in ballo competenze metodologiche e tecniche prettamente digitali: saper fare una presentazione misurata, centrata, amichevole, richiede competenze anche TIC oltre che di comunicazione, formative, di controllo dei contenuti. E il dialogo tra forma del prodotto e contenuto è nella forma digitale più immediata e feconda

Valutazione e validazione delle fonti

Da sempre il problema é quali fonti/documenti sono utili e attendibili e quali no: la rete è anche una “pattumiera digitale”. Trovate un approfondimento nel secondo intervento di P. Vayola, ma per semplificare, insegniamo ai nostri ragazzi a:

1-     Domandarsi

a)     CHI l’ha scritto? Chi è l’autore – conosciuto/sconosciuto, che mestiere fa?

b)     DOVE l’ha scritto: su quale sito: è un sito ufficiale, un giornale online, un’associazione, un’università, una rivista specializzata, un blog, etc. Magari usando Wikipedia e Google.

c)      PERCHE’ l’ha scritto? Quale tesi vuole sostenere? Ci sembra imparziale o condivisibile da molti? Ci sono altri autori che dicono la stessa cosa?

     2-     Per far questo insegniamo a decifrare gli URL (competenza TIC molto utile). Si può dedurre DOVE l’ha scritto e con un po’ di ricerca anche CHI è (con Google o Wikipedia).
                Es: www.istoreto.it  www.unito.it  www.pavonerisorse.it etc.  Prima leggiamo l’URL e poi proviamo a vedere chi sono. Cliccando e girando un po’.

Documentazione
Nella nostra scuola “senza memoria” che deve far ricerca, ma spesso ripete le stesse cose, senza “camminare sulle spalle degli altri” perché ignora cosa fanno, sono sempre state importanti le reti di scuole e il lavoro (peraltro obbligatorio per legge) di pubblicizzazione e documentazione didattica. Ricordando che è importante documentare:

-          Il progetto di partenza, con esplicitazione delle competenze attese, meglio poche, ma poco generiche e verificabili. Ad es. attraverso pubblicazione online dei progetti.

-          Il percorso attraverso il quale si sviluppa il progetto e si formano le competenze, magari attraverso diari di bordo, compilati da docente o allievo addetto a questo compito, osservazione esterna del docente o di un allievo, secondo una scheda etc..

-          Il prodotto e il risultato finale in termini di competenze (tematiche, metodologiche, tecniche e formative) raggiunte (in tutto o in parte). Per questo esistono strumenti interni al lavoro didattico ed esterni e consultabili da tutti, ad es. Repository come quello che si sta costruendo su CC per l’USR Piemonte in collaborazione con Istoreto e Sovraintendenza Archivistica.

PS La prossima volta parleremo di ricerca in rete e competenze TIC specifiche o modificate dall’ambiente di lavoro. E anche di mappe.

Sempre nell’ottica di un uso laico delle TIC e di una loro utilità accertata.     

 

Il Governo, la Carrozza riformano la scuola attraverso ‘schema di disegno di legge collegato alla legge di stabilità 2014 - delega al governo in materia di istruzione, università e ricerca’ in cui si legge al punto 1 lettera h, tra altri punti che scavalcano la trattativa sindacale anche la "riforma" degli OOCC.
"2) organi collegiali della scuola, con mantenimento delle sole funzioni consultive e superamento di quelle in materia di stato giuridico del personale e di quelle rientranti nelle materie di competenza regionale;"

 

[1] Il Governo, la Carrozza riformano la scuola attraverso ‘schema di disegno di legge collegato alla legge di stabilità 2014 - delega al governo in materia di istruzione, università e ricerca’ in cui si legge al punto 1 lettera h, tra altri punti che scavalcano la trattativa sindacale anche la "riforma" degli OOCC.
"2) organi collegiali della scuola, con mantenimento delle sole funzioni consultive e superamento di quelle in materia di stato giuridico del personale e di quelle rientranti nelle materie di competenza regionale;"

 

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