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LA BUONA SCUOLA OGGI: Documenti e interventi sul  "Piano Renzi" (settembre 2014)

(05.09.2014)

Capitolo 2: le nuove opportunità per tutti i docenti
di Stefano Stefanel

La buona scuola” è un testo interessante e innovativo. Apre il discorso per poi poterlo chiudere dopo ampio dibattito e quindi non presuppone adesione, ma confronto. I numeri del primo capitolo sui precari sono veramente minacciosi, il piano di assunzioni avveniristico e neppure troppo costoso, la nascita degli organici funzionali di istituto e di rete una necessità ineludibile, l’eliminazione delle graduatorie un segno di civiltà. Tutto l’impianto preso nel suo insieme non pare essere in grado di funzionare, ma i punti evidenziati mostrano lucidità e controllo del sistema per cui una “missione impossibile” diventa una vera sfida da verificare nei suoi passaggi.

Il secondo capitolo introduce la carriera dei docenti attraverso un sistema di crediti connessi a tre funzioni fondamentali:

La lettura del testo ministeriale pone molti interrogativi, ma le obiezioni principali saranno probabilmente il centro della consultazione che si sta avviando. Le perplessità non riguardano la doverosa interruzione della progressione di carriera per anzianità, ma i meccanismi valutativi in un paese che non ama farsi valutare. Difficile pensare che nuclei interni, docenti-valutatori o docenti-mentor, possano cominciare a valutare il lavoro in aula a fini stipendiali. Difficile anche pensare che le valutazioni di sistema, partendo da quelle Invalsi, possano essere legate alla valutazione del docente.
Il secondo scoglio riguarda la valutazione della formazione: se si valuta solo la presenza si torna a vent’anni fa dove pur di avere gli scatti stipendiali i docenti partecipavano a qualsiasi cosa fosse certificata. Se invece si pensa a formazione con esame finale allora ci si dovrà attendere l’opposizione di chi non ritiene che un docente abilitato debba più rispondere a nessuno. Però la formazione senza valutazione dell’esito finale è un’anatra zoppa.
Il terzo scoglio sta nel sistema di scelta delle figure di sistema: se le scelte sono fatte dal Collegio docenti si torna all’anzianità, alle cordate, al conservatorismo delle scuole. Se le scelte sono fatte dal Dirigente bisogna valutare il Dirigente, ma anche poterlo licenziare (non solo spostare di sede) se la sua valutazione è negativa. La scelta del Dirigente collegata alla sua carriera è l’unica garanzia per evitare arbitri, scelte clientelari o immotivate. Se le scelte sono demandate a graduatorie prima di avere un sistema accettabile di selezione passeranno dieci anni o più.
Infine va detto che il 66% citati nel testo fa il paio con il 75% citato nel Decreto Brunetta del 2009 e mai applicato nella scuola. “La buona scuola” dice che questo serve a portare i docenti dalle scuole buone (dove tutti i docenti sono bravi ma solo il 66% ha lo scatto stipendiale) a quelle meno buone per prendersi quello scatto stipendiale. Io credo porterà solo proteste, blocchi, contrasti.
L’idea della progressione di carriera è ottima e doverosa, la sua attuazione così come è prefigurata nel testo ministeriale è troppo interna e quindi soggetta a condizionamenti di parte molto pesanti. Se il Governo ha la forza per farlo forse è meglio un sistema in cui sia il Dirigente a valutare, ma che al contempo introduca per i Dirigenti il tempo determinato e quindi la possibilità di essere proprio estromessi dal sistema quando palesemente inadeguati. Se si cercano strade più complicate (come quella dei nuclei interni e dei docenti interni valutatori) si rischia di far affondare il sistema in procedure contorte.
Vorrei poi dire che un organico funzionale che sfocia in una carriera a tre gambe (didattica, formazione, supporto al sistema) deve annullare la distinzione tra ore di insegnamento e ore funzionali, togliere la ridicola questione delle ore da restituire per uno o due giorni di vacanza in più e stabilire un  monte ore annuale per docente gestito dal Dirigente che contempli tutto quello che un docente deve fare (lezioni, correzione degli elaborati, esami, scrutini, riunioni, corsi, attività di supporto, ecc.) in modo che non possano esistere attività di serie A e attività di serie B come avviene adesso.
Bisogna dare al capitolo 2 sulla carriera dei docenti e la loro valutazione un’apertura di credito totale, magari cercando di far capire al Governo su quali ostacoli questo doveroso mutamento radicale di prospettiva può andare ad incagliarsi.

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