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Valutazione/autovalutazione di scuola

16.01.2016

La pazienza e la virtù
(a proposito di Servizio nazionale di valutazione)
di Franco De Anna

 

Un giorno, da ragazzino curioso, chiesi a mio nonno “ Nonno, che cosa è la filosofia?”. Mi guardò un attimo sollevando gli occhi dal giornale e subito riportandoli alla sua lettura. “la filosofia è….. averci pazienza”. E Il dialetto della risposta ne rimarcò la coloritura molto più di quanto possano qui le mie parole.
Negli anni mi è accaduto di ripetermela spesso quella frase, ogni volta apprezzandone la saggezza sia che si trattasse di calmare urgenze, sia al contrario, di rimeditare e rendere più stringenti strategie e filosofie che non si realizzavano.

Mi accade anche in questi giorni a proposito di una questione nella quale mi sono impegnato in questi anni sia sotto il profilo della elaborazione culturale sia nel vero e proprio lavoro “pratico”: mi riferisco alle esperienze e tentativi di costruzione del Sistema Nazionale di Valutazione.
A testimonianza posso portare tanti articoli e interventi reperibili on line (che non sto a citare) ma anche il lavoro concreto di valutatore nelle sperimentazioni VALES, Valutazione e Miglioramento, VSQ…

Il richiamo alla saggezza del nonno in questi giorni proviene dalle deliberazioni assunte dalla conferenza per il coordinamento del SNV (in sostanza Anna Maria Ajello, Presidente INVALSI, Giovanni Biondi Presidente INDIRE e Giancarlo Cerini rappresentante degli “ispettori della Repubblica”: antiche conoscenze e amicizie personali oltre che professionali).

In particolare le decisioni assunte per la costituzione dei nuclei di valutazione “esterna” delle scuole. (da ora NEV). Il lettore interessato potrà consultare on line le deliberazioni assunte dalla Conferenza per il Coordinamento SNV. Qui riassumo e sottolineo solamente quelle che mi hanno riproposto i termini della memoria dell’avo.

1.      Il protocollo e il programma che guideranno i NEV saranno il frutto della rielaborazione e riadattamento delle esperienze di valutazione precedenti e a valore sperimentale (VALES, VM, VSQ)

2.      I membri dei NEV che affiancheranno gli ispettori saranno individuati utilizzando gli elenchi e le graduatorie di “valutatori” impegnati nei progetti VALES e WM.
Ricordo che tali graduatorie erano articolate per tipologie A (valutatori provenienti dal mondo della scuola rispettivamente A1 esperti in gestione e direzione della scuola e A2 esperti in metodologie didattiche ) e tipologia B (valutatori non provenienti dal mondo della scuola e articolati in B1 esperti nelle metodologie della ricerca qualitativa e B2 esperti nell’analisi delle organizzazioni e delle dinamiche organizzative)

3.      Nell’utilizzare tali graduatorie, per i profili A1 e A2 (valutatori provenienti dalla scuola) la Conferenza ha deciso di escludere personale (dirigenti e docenti) in servizio. Dunque l’accesso è riservato a personale in quiescenza o in comando. La giustificazione formale è che non si vuole distogliere l’impegno di queste persone dal loro lavoro scolastico.

Naturalmente gli autorevoli membri del coordinamento del SNV hanno la piena padronanza delle variabili organizzative che io non ho.
Dunque le decisioni operative assunte “avranno le loro ragioni”. So però che la terza (escludere dagli elenchi di valutatori sperimentati il personale in servizio) sta già generando ricorsi amministrativi e conflitto con “costituzione di parti” (per usare una metafora giudiziaria…).
E mi si pone il dubbio che accanto al numero degli ispettori (49 in tutto se non sbaglio) si prefiguri un secondo “fattore limitante” costituito dalle “sopravvivenze” in quelle graduatorie, una volta spolpate dal personale in servizio.
Mi domando se la previsione di quell’esiguo numero di scuole valutate (350-400) che sono meno della metà di quelle previste nel SNV (il 10% annuo: già limitazione grave) non sia legata anche a tale scelta.
Quattro conti: otto/nove scuole per ispettore; tre giorni per ogni visita valutativa; un mese di lavoro effettivo. Si aggiungano necessariamente tempi logistici, letture di materiali, preparazione e redazione di report. Ma, insomma, posto che tali ispettori saranno completamente dedicati alla valutazione non mi pare una schiavitù. Forse si poteva mantenere l’obiettivo del 10%.
Il problema allora sono gli altri membri del NEV?

Io non ho alcuna rivendicazione e istintivamente mi ritraggo da ogni problematica di ricorsi o di impugnazione normativa. Penso che i problemi abbiano (debbano avere) altra dimensione per reperire soluzioni.
Ma le risoluzioni che stiamo commentando mi rimandano a considerazioni che non hanno a che vedere con la “pazienza” ma con la “filosofia”.

L’esperienza diretta

Essendomi occupato da anni di valutazione (non degli apprendimenti, di cui nulla so, ma delle organizzazioni e delle persone), quando si vararono sperimentazioni che preludevano alla costruzione di un Sistema Nazionale decisi di partecipare “dal vivo”.
Così aderii (ispettore in quiescenza..) al reclutamento di valutatori effettuato dall’INVALSI nel 2013 per il profilo A1 (vedi sopra). Fui inserito nel gruppo avviato alla formazione, entrandovi però per il rotto della cuffia.
Confesso che, alla mia età (e se permettete: con la mia varia esperienza mai “specialistica”) compilare un curricolo mi risulta difficile e francamente noioso… Mi dimenticai tutte le docenze tenute in master universitari, i corsi di formazione tenuti. (Quelli frequentati stanno a zero: un paio alla scuola superiore di Pubblica Amministrazione, ma chi si ricordava date e attestati..). Quanto alle pubblicazioni … avrei dovuto allegare una “pennetta” che non volevo sacrificare. Insomma il punteggio di un curricolo così fatto mi portò quasi alla esclusione; ma fortunatamente entrai nella graduatoria sia pure agli ultimi posti, e frequentai il corso di formazione organizzato dall’INVALSI.
Dalla prova finale che concludeva il corso uscii un poco meglio di come ero entrato, ma insomma…(e in quella graduatoria sto ancora, personale in quiescenza); feci il valutatore A1 in quattro scuole, in coppia con altrettanti giovani ricercatori della graduatoria B2
Mi sento di affermare che si trattò di una esperienza molto interessante. L’interazione con quei giovani ricercatori con esperienze, culture, formazione affatto diversa dalla mia, con un “distacco” dalle dinamiche usuali della scuola che consentiva loro un “diverso sguardo” e che costringeva me a misurarmi con quel diverso guardare rivolgendolo anche verso me stesso, è stata una delle cose che più mi hanno insegnato. Molto più (i colleghi dell’INVALSI mi scuseranno ma capiranno) che assumere un modello di valutazione (sempre criticabile e ovviamente perfettibile), un protocollo (a volte inutilmente rigido) una documentazione che, per garantire comparabilità, mostra inevitabilmente limiti di significanza.

Sulla base di quella esperienza mi sono permesso, nei mesi successivi, di intervenire spesso criticamente, sul Sistema Nazionale di Valutazione che si stava costruendo, ma sempre sottolineando la necessità di tale costruzione e di mantenere elevato l’approccio critico per raggiungere al meglio l’obiettivo (chi vuole può scorrere il sito con tanti miei interventi).
Su una questione sono particolarmente sensibile: credo che la valutazione esterna, nella interazione significativa tra osservato ed osservatore, sia un elemento essenziale e qualificante di ogni “sistema” di “valutazione di sistema”. Non c’è report, questionario, scheda, indicatore che sostituisca la potenza inferenziale della osservazione diretta (e ovviamente necessariamente “dialettica” nel caso in cui l’osservato sia una organizzazione o una persona).

Ma, se è così, la costituzione, formazione, selezione, supervisione di un “corpo” di osservatori/valutatori (sperando abbiano anche un’anima…) rappresenta uno snodo fondamentale per chiunque voglia costruire il sistema di valutazione.

Confesso che solamente in base a tale convinzione avevo accettato di buon grado di sottopormi al percorso di selezione, formazione, graduatoria per fare il valutatore dell’INVALSI.
I limiti e le mancanze di quel percorso mi erano e mi sono assolutamente chiari: ma si trattava di dare vita ad un inedito: costruire un corpo stabile, affidabile, impegnato e evolvente di valutatori.
L’inizio poteva anche essere quello (curricolo, formazione, prima selezione..) ma poi avrebbe dovuto esserci scouting, nuova selezione, approfondimento, formazione continua, supervisione…

Entra in gioco la pazienza

Invece son passati due anni e, a parte interessanti seminari con grandi firme, l’INVALSI non ha fatto quel lavoro di continuità, neppure per interrogare quei primi “arrangiati” valutatori sul buono o meno buono incontrato nella prima esperienza comune.
Insomma è mancata una continuità di iniziativa diretta da un lato ad approfondire selezione/formazione/ supervisione, dall’altro a costruire gruppo, a fidelizzare, a configurare identità. Un doppio impegno assolutamente essenziale quando si voglia ristrutturare/ rimodellare/riconvertire un nuovo profilo di ruolo e un nuovo profilo professionale.

Sono passati due anni, ben sapendo che comunque la meta era quella di mettere in campo come parte del  SNV una esperienza di valutazione esterna. Si sapeva da tempo che avremmo dovuto costituire i NEV.

Giusta dunque l’idea di “pescare” entro quel gruppo che comunque aveva sperimentato dal vivo la valutazione esterna (VALES, WM). Ma, e qui torna l’invocazione alla pazienza, come fare a porre rimedio a un biennio di congelamento di quell’elenco?

Si è scelta l’opzione che falsifica la saggezza di mio nonno: facciamo una selezione sulla base non di ciò che i presenti hanno fatto, ma di altri impegni che gli interessati possono avere… Non su quello che hanno fatto, sugli elementi di “valutazione dei valutatori” che avremmo potuto/dovuto mettere in campo in questi due anni, ma su “altro” che gli interessati hanno da fare.. (intendiamoci; visto che sono pensionato  ci sto dentro. Non ho rivendicazioni su questo piano)

E contemporaneamente abbassiamo l’asticella: non più il 10% di scuole, ma la metà.
La mia lunga storia di militante (e dirigente) eterodosso del Sindacato cui appartengo fin da piccolo (la CGIL) rischia di essere smentita: per una volta (accade di rado) son d’accordo con la Segreteria che commenta: “… è stato partorito un topolino…”.

Al servizio di quale re..?

Non completo la citazione shakespeariana ( Falfstaff) perché qualcuno potrebbe offendersi, anche se Shakespeare dovrebbe costituire oggi (vista la ricorrenza) una buona trincea dietro cui ripararsi. Ma certo l’interrogativo è giustificato.

Le contraddizioni e le riduzioni che caratterizzano oggi la fase di realizzazione del SNV mortificandone un elemento cruciale (l’organizzazione della valutazione esterna) a chi giovano, a chi portano acqua e respiro?

Credo siamo nuovamente in presenza di un equivoco che abbiamo già esplorato.
Qualcuno pensa: poiché la valutazione genera inevitabilmente tensioni e conflitti, offriamone una “visione” moderata. L’ipotesi è  di controllare, in tal modo, le opposizioni pregiudiziali o i conflitti aperti. A mascherare la realtà si ottiene il contrario…
Lo si è fatto “gonfiando” il messaggio sulla autovalutazione e opacizzando il fatto che in realtà si è trattato di una autovalutazione “eterodiretta” (per accorgersene “poi” non nei comunicati di un sottosegretario, ma nella difficoltà e parzialità della compilazione del RAV).
Lo si è fatto enfatizzando il costrutto valutazione-miglioramento (venite con noi la valutazione serve solamente per migliorare!!), per poi ritrovarsi con una piattaforma nazionale che in base al “suo” algoritmo pretende di dire alle scuole come “migliorare il loro miglioramento” (le matite colorate).

Lo si fa mettendo sotto traccia la valutazione esterna? Poche scuole, pochi valutatori, elenchi “formali” giacenti da un biennio? Ma nel frattempo …

Si pensi solamente ad un particolare: il MIUR pubblica contemporaneamente un bando per reclutare 48 ispettori “a contratto” con selezione discrezionale sulla base di curricolo… Nel bando, pienamente legittimo in base al dlgs 165/2001, si fa esplicito riferimento al comma 94 della Legge 107 che cita il sistema di valutazione nazionale e la valutazione dei dirigenti scolastici.
Il messaggio contraddittorio è: “non abbiamo abbastanza valutatori... E siccome abbiamo a cuore l’obiettivo di costruire il Sistema di Valutazione ricorriamo ad uno strumento “diverso”di reclutamento di ispettori”.. che immediatamente suscita quanto meno perplessità (ma è un eufemismo..) e comunque rafforza gli argomenti degli oppositori pregiudiziali…
Sommate ciò a quanto detto nei paragrafi precedenti: si tratta di una mossa destinata a confortare la già esigua schiera di chi accetta la sfida della costruzione del SNV e vi si impegna?
Intanto i cultori dell’idea della “congiura privatista” hanno di che esercitarsi e trovare alleati in chi considera la valutazione un vulnus alla libertà di insegnamento.…
Probabilmente tutto ciò è invece destinato al conforto (piccoli e men piccoli interessi, comunque parziali..) di chi, seduto sulla sponda del fiume (a Trastevere..) aspetta….

Magari vi fosse strategia: io vedo solamente …

Che avesse torto mio nonno?

 

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