Direzione didattica di Pavone Canavese

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dal CONSIGLIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI TORINO

In data 16 giugno si è riunita la Commissione nominata dal Consiglio Scolastico Provinciale per esprimere le proprie osservazioni sulla bozza di Regolamento in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche.

Sono presenti i Consiglieri: Artioli, Gigliotti, Giove, Pappalettere, Pistillo, Ripa di Meana; per l’Ufficio è presente Di Marco; viene Incaricato della presente relazione il consigliere Giove.

La Commissione, dopo aver ampiamente discusso, ha deciso di non limitare le osservazioni alla Bozza. ma di formulare i seguenti rilievi a carattere generale:

Per la disciplina dei diversi aspetti dell’autonomia scolastica è prevista una pluralità di provvedimenti di diversa natura (regolamenti, leggi, decreti legislativi); di conseguenza, per avere una precisa configurazione dell'autonomia scolastica sarebbe necessario esaminare anche gli altri provvedimenti previsti dalla legge 59/97 Una puntuale valutazione della proposta sull'autonomia sarà quindi possibile solo quando tutti i relativi provvedimenti saranno predisposti e tutti sottoposti ai dibattito e alla valutazione. Pertanto la consultazione proposta dal Ministero non può che rivestire carattere di estrema parzialità dal momento che nel quadro dell'Autonomia mancano elementi essenziali quali il riordino degli Organi Collegiali, il Regolamento amministrativo, il Decentramento del Ministero della Pubblica Istruzione.

Non sono definite con precisione le modalità di raccolta delle osservazioni; così nelle diverse Istituzioni scolastiche le modalità di consultazione sono le più disparate: in alcune scuole la scheda non è nemmeno pervenuta: in altre, pur essendo arrivata, non è stata messa a disposizione del personale dai capi di istituto; in altre è stata ignorata da tutte le componenti. In alcune scuole si è fatto un dibattito collegiale; in altre l'analisi è stata demandata a commissioni ristrette; in altre ancora se ne è discusso solo nei Consigli di circolo o di istituto; in altre le osservazioni sono state formulate esclusivamente dai capi di istituto. In questo modo la comparazione dei dati avrà scarso carattere di omogeneità.

In ogni caso, si richiede che i dati raccolti vengano pubblicati, con l'esplicitazione precisa delle modalità di raccolta.

In particolare, si ritiene grave che, mentre non sono ancora stati definiti il ruolo e i compiti degli organi collegiali, al contrario, sia già stata definita per Decreto legislativo la figura del dirigente: in questo modo 'l'autonomia proposta rischia di assumere un carattere aziendalistico in un ambito neodirigistico.

A proposito della gestione delle istituzioni scolastiche è necessaria una sollecita definizione dell'ipotesi di riforma degli organi collegiali interni che valorizzi pienamente il ruolo di tutte le componenti: alunni, genitori e personale della scuola.

Nello schema di Regolamento vengono attribuite alle istituzioni scolastiche importanti competenze sotto il profilo didattico ed organizzativo; tuttavia non viene indicato:

Di conseguenza, al di là degli aspetti tecnici - pure importanti - un reale dibattito sull’autonomia dovrebbe essere centrato sugli aspetti che richiedono scelte politiche coerenti:

1) In primo luogo occorre definire il rapporto tra sistema nazionale e federalismo. Dovrebbe essere chiaro a tutti il pericolo che un "federalismo spinto" potrebbe spostare verso gli enti locali il baricentro del governo della scuola, con pericolosi effetti di localismo nelle scelte culturali e gestionali: occorre quindi ribadire con chiarezza che l'istruzione non è un servizio pubblico che potrebbe più opportunamente essere governato a llvello regionale, ma una funzione essenziale della Repubblica che deve garantire a tutta la collettività nazionale le stesse opportunità formative.

2) In relazione al sistema formativo nazionale occorre definire quale ruolo dovrà avere il Ministero e quale definizione avranno gli organi dl governo della scuola.

3) in relazione all'autonomia delle istituzioni scolastiche, occorre stabilire quale definizione dare alla libertà di insegnamento e quale sarà il ruolo del personale docente. A questo proposito, sia nella riunione del 28/4/98 sia in quella del 16/6, diversi interventi hanno sottolineato come nello Schema di Regolamento siano indicate le finalità dell'autonomia, ma non vi sia alcun riferimento alla libertà di insegnamento ed al pluralismo culturale che deve caratterizzare le scuole pubbliche. L'autonomia scolastica trova il suo fondamento nell'art. 33 della Costituzione, e precisamente nel principio della libertà di insegnamento che deve caratterizzare la scuola pubblica come garanzia del pluralismo culturale della scuola di tutti e per tutti; un provvedimento sull'autonomia scolastica deve quindi riaffermare il principio della libertà di insegnamento come valore essenziale nella scuola pubblica preposta ad una formazione libera e democratica. Tale principio è stato, non a caso, ribadito di recente dal Testo Unico (D.L.vo 297/94) all'art.1, quello sulla Formazione della personalità degli alunni e libertà di insegnamento:
"1. Nel rispetto delle norme costituzionali e degli ordinamenti della scuola stabiliti dal presente Testo Unico, ai docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. 2. L'esercizio di tale libertà è diretto a promuovere attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni 3. È garantita l'autonomia professionale nello svolgimento dell'attività didattica, scientifica e di ricerca"
La Commissione, nel prendere atto che tale mancanza non può che derivare dal fatto che la libertà di insegnamento è un valore implicito e non conculcabile, dal momento che nasce direttamente dal dettato costituzionale, ribadisce tuttavia l'urgenza di una precisa definizione degli organi collegiali e delle competenze delle diverse componenti (docenti studenti, genitori) nella scuola dell'autonomia.

Rilievi più specifici alla Bozza di Regolamento sono i seguenti:

1) la valutazione dei crediti formativi deve essere meglio puntualizzata, per evitare un'eccessiva frammentazione dei comportamenti delle diverse istituzioni scolastiche;

2) l'adeguamento del curricolo prefigura modalità attrattive più proprie della scuola secondaria superiore, che non della scuola media ed elementare; necessita quindi di un supplemento di riflessione;

3) è urgente l'introduzione di un Servizio di valutazione del sistema scolastico, che deve andare di pari passo con il Regolamento dell'Autonomia e la Riforma degli organi collegiali;

4) gli scambi di docenti tra scuole e scuole devono essere ricondotti all'ambito contrattuale e alla gestione delle dotazioni organiche.

 

Torino, 16 giugno 1998