vai alla home page Direzione didattica di Pavone Canavese

(29.05.2008)


Windows 451
-
di Marco Guastavigna

Molti lettori saranno già al corrente della recente uscita di XO, realizzazione pratica nell'ambito per progetto One Laptop per Child  ("un-computer- portatile-per-ogni-bambino') dell'obiettivo di Nicholas Negroponte, il "computer da 100 dollari".  

XO costa in realtà un po' di più di cento dollari ed è acquistabile in forma diretta dai Paesi in via di sviluppo (prendiamo per buona questa ottimistica categoria di classificazione) e attraverso un meccanismo solidaristico da quelli "ricchi".

Soprattutto, XO è un computer (ri)pensato esplicitamente per l'educazione e l'apprendimento.

La versione che ho avuto modo di provare, infatti, utilizza una distribuzione Linux realizzata ad hoc - Sugar- ed impiega un'interfaccia particolare; soprattutto, ha una chiara vocazione costruzionista: accanto alla "riproposta" di Logo, ho avuto modo di apprezzare la presenza di numerosi ambienti con la medesima logica cognitiva di fondo.

Insomma, mi sono profondamente rallegrato del fatto che il progetto - sul cui successo non sono per altro in grado di fare previsioni da alcun punto di vista - ponesse l'accento sulla necessità di abbandonare la strada fino a ora percorsa: per fare un computer per bambini bisogna pensare ai bambini e alle loro esigenze e non "adattare" un computer da ufficio.

Questa mi sembra/va una logica virtuosa anche per il "mondo occidentale".

 

Perché ho scritto sembra/va? Perché - da quel che si può leggere su Internet - la deriva tecnocentrica (quella secondo cui bisogna imparare ad usare le tecnologie di comunicazione, anziché usarle per comunicare), di cui siamo vittime anche nel nostro Paese, si è immediatamente attivata: "Ma come, non c'è Windows? Questo rischia di ampliare il digital divide anziché ridurlo".

E così, accanto al recente annuncio di XO-2, pensato soprattutto per la lettura degli ebook, l'accordo è stato fatto ed è già minacciata una versione di XO con Windows XP a bordo.

Voglio provare a preconizzare a mia volta: questa scelta scatenerà la solita inutile guerra di logoramento tipica del mondo dell'informatica tra coloro che si schierano "a prescindere" per i diversi sistemi operativi. Da una parte i cavalieri erranti dell'opensource, dall'altra gli scherani di Microsoft (dalla vulgata resta sempre fuori MacOSX, che non viene mai accusato di nulla): tutti assolutamente incapaci di comprendere che ciò che conta per l'apprendimento sono i valori aggiunti dalle tecnologie digitali, non la loro logica di funzionamento interno e che la polemica sui sistemi operativi è certo molto importante sul piano dei costi e dei valori, ma del tutto fuorviante sul piano cognitivo.

Qualcosa di simile è già per altro accaduto in un ambito laterale a quello di XO, ovvero quello dei PC ultraportatili.

Qualche mese fa è uscito Asus EEE Pc 701, inizialmente quasi introvabile perché immediatamente venduto in grandissima quantità.  

Asus EEE Pc 701 è un pc low cost, con interfaccia semplificata, in grado però di garantire all'utente tutte le funzioni fondamentali (connettività anche wireless, navigazione, posta, word processing, fogli di calcolo): un ottimo "secondo PC", che - considerati costi e funzionalità - potrebbe essere utilizzato -perfino come strumento di proprietà dello studente e quindi a suo carico- sui banchi di scuola, per lo meno nelle medie e nelle superiori, considerato che utilizza a sua volta Linux (distribuzione Xandros) e prodotti opensource.

Da un mesetto, Asus EEE Pc 701 giace però invenduto sugli scaffali di supermercati e nelle vetrine dei negozi. Che cosa è accaduto? Ne è stata annunciata una nuova versione, la 900, con lo schermo un po' più grande, un po' più di memoria di massa e - soprattutto e di nuovo! - Windows XP. In attesa di ciò, pochissimi acquistano la versione con Xandros. La deriva tecno-imperialista è in piena attività, per una volta non solo a scuola.

Proseguiamo.

Recentissimo è l'annuncio da parte di Olidata di Jumpc, computer per bambini (del mondo occidentale), che affronta quindi due problemi: la semplificazione dell'interfaccia e la sicurezza della navigazione e della connessione; il tutto mediante implementazione dell'interfaccia Magic Desktop, offerta anche da alcuni provider per pc tradizionali e scaricabile in versione di prova.

Vedremo se si tratta di una soluzione efficace.

Del resto Jumpc si inserisce, con connotazioni molto particolari, nel filone Classmate, nato in ambiente Intel, ovvero testimonia come stia crescendo l'esigenza di un PC utilizzabile e sostenibile (dal prezzo all'ingombro) a scuola.

Proprio cogliendo - e anzi sottolineando- i molti aspetti problematici di questo insieme di visioni e di marketing, propongo di non arrenderci alla deriva normalizzatrice, ma piuttosto di assumere una prospettiva socio-culturale ampia e di attrezzarci concettualmente e strumentalmente per valorizzarne gli aspetti positivi.

E quindi, soprattutto dalla scuola dell'infanzia alla media:

1. smettiamo di attrezzare i laboratori della scuole di computer tutti uguali tra loro;

2. investiamo il denaro pubblico e le nostre conoscenze ed energie  su PC di vario tipo, con a bordo sistemi operativi diversi; tra gli altri, procuriamoci anche XO.

Così facendo, non solo avremo evitato di entrare in possesso di strumenti destinati a diventare abbastanza rapidamente superati nella folle corsa indotta dal circolo vizioso "nuovo" software-hardware più "potente", ma avremo modo -noi insegnanti insieme ai nostri alunni- di fare progressi sul piano concettuale, ovvero di:

- apprezzare la trasversalità visiva, funzionale e cognitiva dell'interfaccia iconica, che si affida alla nostra capacità di assegnare significato ai simboli;

- rendere le nostre abitudini "tecnologiche" flessibili, indossando abiti mentali completamente svincolati da ogni aspetto addestrativo;

- comprendere che non dobbiamo tendere (magari attraverso risibili curricularizzazioni destinate a fossilizzarsi ancora prima di essere completate) a impadronirci di chimeriche pratiche tecnologiche di base, valide una volta per tutte, ma che dobbiamo piuttosto sviluppare abilità più profonde e significative sul piano cognitivo, fondanti le capacità nostre e degli allievi di interagire in modo consapevole ed efficace con oggetti complessi e in costante modifica quali sono le macchine per l'informazione, l'elaborazione, la comunicazione e l'intrattenimento.

Licenza Creative Commons
Questo articolo è pubblicato sotto Licenza Creative Commons.