19.02.2015
Voti a perdere
a cura di
Giancarlo Cavinato
E terrificante constatare come la
valutazione espressa in voti sia diventato l'aspetto più importante
dell'insegnamento
Si sottopongono gli alunni a continue verifiche, di ogni verifica si esprimono 4
anche 5 voti dai quali si devono ricavare poi medie rigorosamente matematiche! E
un'impresa terrificante: come dividere un capello in 4! Non si tiene più conto
del bambino nella sua globalità , non si tiene più conto del punto di partenza e
dei progressi compiuti. Tutto deve essere rigorosamente scientifico come se non
si trattasse di un bambino ma di un adulto. Non mi riconosco più in questa
scuola!!!
un’insegnante di scuola primaria
È il periodo delle schede: è molto difficile ragionare.
Nella mia seconda i bambini/e passano al vaglio come fossero studenti
universitari...."questa è calata,non studia…” ( non studia????in seconda
elementare di un tempo pieno....) passando il dito lungo le docimologiche e
paranoiche tabelle delle VERIFICHE (per carità,è importante verificare...ma
cosa? Con quali modalità? In quante modalità? Per che cosa verifichiamo? giusto
per dire che non è solo un problema di valutazione ma anche di verifica
formativa).
"Perché la scuola non è cambiata?"....chiedeva la Pontecorvo all'incontro MCE –CEMEA:
ecco una buona domanda, una domanda autentica.
L'abolizione del voto numerico ci riavvicina a questa domanda cruciale,e obbliga
tutti ad esplicitare apertamente la propria idea di scuola e di mondo.
un insegnante di scuola primaria
Sono completamente d'accordo e
convintissima di portare all'attenzione dell'opinione pubblica il problema dei
voti numerici che ha fatto arretrare anche una scuola primaria a metodologie
didattiche obsolete solo per poter mettere i voti. I primi interlocutori
dovrebbero essere i docenti che non sembrano essere consapevoli di come questo
sistema incida su tutto il contesto comunicativo relazionale nella classe e
perpetui un modello di ins-appr- non più consono alle nuove generazioni. Sullo
stesso piano i genitori che anche loro continuano con il loro modello acquisito.
Tutto ciò ferma l'innovazione didattica, indebolisce l'autostima e
l'autoefficacia degli alunni che sono mossi da motivazioni estrinseche più o
meno deleterie con la rinuncia alle domande relative alla loro crescita e al
loro futuro. E’ un problema che sento fortemente.
una dirigente scolastica
Io e tutti gli insegnanti del Centro
Educativo Italo Svizzero - CEIS - di Rimini aderiamo con grande convinzione alla
iniziativa e diamo il nostro pieno consenso.
A proposito della qualità degli apprendimenti, facendo riferimento alla nostra
esperienza qui nel Villaggio, i fattori di miglioramento sono tanti, ma, in una
sintesi estrema, quello che consideriamo centrale è costituito dalla possibilità
che gli apprendimenti possano fare riferimento ad esperienze concrete degli
alunni e alla possibilità di avere il tempo necessario per farle.
Giovanni Sapucci. Direttore del Ceis ( Rimini)
Condividiamo la preoccupazione di una
riduzione della valutazione ad un'operazione sostanzialmente quantitativa, com'è
divenuta oggi dopo gli interventi legislativi della Gelmini che sono sicuramente
da modificare. Riteniamo anche che sia necessario approfondire la questione,
relativamente a come viene considerata la valutazione nelle Indicazioni
nazionali alla luce della didattica individualizzata e personalizzata al fine di
rispondere in maniera efficace ai bisogni degli alunni.
un’associazione professionale ( APEF)
Ciò che non vorrei è che il confronto
sulla valutazione si riducesse, ancora una volta, alla contrapposizione
nominalistica tra voti numerici e giudizi verbali, senza uno progetto che
richieda un salto qualitativo nelle interpretazioni.
Benedetto Vertecchi
Finalmente! In questi anni mi sono
sentito spesso da solo, nella mia regione, a parlare contro l’uso dei voti. Ne
ho anche visto continuamente gli effetti nefasti: dalla mania di competizione,
all’uso strumentale come ricatto del vivere la scuola, al rendere i bambini
ruffiani e servili. Ne ho anche visto l’uso emotivo in molti insegnanti, e poca
deontologia nel comprendere che se il bambino impara o no dipende (anche) da
come l’insegnante insegna
Raffaele Iosa
IN
TUTTE LE CLASSI UN NUOVO CONTENITORE PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA: VOTI
A PERDERE
Anna Sarfatti