18.12.2013
Andiamo, è
tempo di scrutini
di Ermanno Morello
Pre-scrutini, scrutini, ammissioni, esami, scrutini degli
esami, ratifica finale degli esami... ecco qualche prova di oggettività dei
voti.
" Il mio è un 9 abbondante. Per me l'8 gli sta
stretto (o è troppo largo, a seconda dei casi). Ma quello di tizio e quello
di caio non sono gli stessi 10 (o 7, 8, 6 e cos' via). Ma se diamo 9 a
sempronio allora diamolo anche a pinco: è questione di giustizia. Se volete
dare 7 a pinco dovete dare 9 a pallino (anche nella variante: io non voto il
7 a pinco se non votate il 9 a pallino). Con tutti i 4 che diventano 6
perché lesinare i 10? beh, quello di pallino è un 6 vero. Se tizio fosse
nell'altra terza prenderebbe almeno 8: per essere coerenti come scuola
dovremmo darglielo anche noi. Nelle altre scuole in cui sono stato ci sono
almeno 3 o 4 10 in ogni classe, anche perché qualcuno non viene nemmeno
ammesso. In quelle dove sono stato io invece per molti insegnanti il voto
massimo è il 9 (o anche l'8, soprattutto nei temi. Ok, tizio esce con 7, ma
solo perché gli abbiamo dato il paracadute (intendesi aumento prudenziale
del voto di ammissione). Se il 7 nel mio scritto non fosse scarso potrei
anche trasformarlo in 8, ma così non riesco, qualcuno ha un 7 pieno da
portare a 8? Dato che va al liceo è meglio dargli 8, visto che il 9 non è
aritmetico. Meglio tenerli un po' più bassi, sennò poi alle superiori... Ma
si, diamogliela questa gratificazione dell'8 all'impegno, tanto va al
professionale. Attenzione, serve un 7 che diventa 8 per arrivare a 46, che è
il minimo per il 7! "
L'ultima spigolatura introduce la fatidica
tabellina che, in quanto tale, certifica la ponderatezza del voto e ne
salvaguarda la validità (i numeri rappresentano la somma dei vari voti
d'esame, da dividere per 7, quante sono le prove compresa l'ammissione):
67-70=10; 60-66=9; 53-59=8; 46-52=7; 39-45=6; <38=5.
Tabellina salvifica dato che nello scarto vive la
rilassante relatività della valutazione: in quella terra di nessuno tra due
numeri perfetti albergano tutte le sfumature numeriche che popolano i
registri e l'immaginario valutativo dell'insegnante (per esempio applicato
al 7: 6/7, 7-, 7, 7+, 7 e 1/5, 7/8 ... senza contare i + e i - assegnati a
premo o demerito per le più varie tipologie di prestazioni o mancanze). E
così si procede a formulare il giudizio, rasserenati dalla certezza che il
voto/numero in realtà contiene le necessarie sfumature, che nessuno vedrà
mai rappresentate, ma che esistono, ben custodite nella mente e nella
coscienza dell'insegnante.
Tuttavia a qualcuno potrebbero non tornare i
conti; infatti, prendendo l'esempio del 7 finale, 46 (il valore minimo) : 7
(il numero delle prove) fa 6,57 e non 7 (dovrebbe infatti essere 49). Qui
viene in aiuto un ulteriore sub-criterio sulla "media aritmetica":
l'arrotondamento, automatico, al valore maggiore, come per il pagamento
delle tasse. Ulteriore elemento di oggettività del giudizio espresso in
voti, con il trascurabile dettaglio docimologico che chi ha preso 7 non
saprà mai di valere 6,57 oppure 7,42, o un altro dei valori intermedi
possibili!
POTENZA DELL'OGGETTIVITA' e, come cinquant'anni
fa, potenza della continuità che genera certezze.
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(r.p.) Ci sia concesso un
breve commento. Il "raccontino" di Ermanno Morello non è così paradossale
come può sembrare a prima vista.
Anzi, se si fa un giretto in rete e si vanno a leggere POF e altri documenti
prodotti dalle scuole su questo argomento, si scoprono particolari davvero
curiosi.
Ci sono scuole che arrivano addirittura ad inserire nel POF tabelle di
raffronto fra voti in centesimi, voti in decimi e prestazioni: a 65/69
centesimi si fa corrispondere il 6 e mezzo, il 6/7 o il 7- che dovrebbero a
loro volta indicare obiettivi minimi raggiunti più che a sufficienza. Per
non dire della precisazione, sempre contenuta in alcuni POF che abbiamo
letto, che anche nelle prove di verifica intermedie i docenti devono
utilizzare i voti in decimi (da notare che persino la "vecchia" circolare
dell'era Gelmini precisava che l'uso del voto in decimi nelle didattica
quotidiana era rimesso alla autonoma valutazione dei docenti).