16.01.2014
Ministro
Carrozza, all'Invalsi farebbe bene una moratoria
di Vincenzo Pascuzzi
Dall’8 gennaio è calato un silenzio relativo
sull’Invalsi. Il comitato presieduto da Tullio De Mauro ha iniziato a
vagliare i c.v. e le proposte programmatiche e operative dei candidati alla
presidenza dell’Istituto di Villa Falconieri a Frascati. Nulla trapela,
giustissimamente. Non si conoscono i nominativi degli aspirati e nemmeno
quanti sono. Forse sapremo i nomi e i loro programmi più in là, a cose
fatte, a concorso terminato.
Osserviamo che la procedura concorsuale adottata per la nomina del
Presidente Invalsi è nuova, in parte tecnica, in parte politica, in parte è
– almeno in apparenza – democratica e meritocratica, in parte invece è
discrezionale e arbitraria.
Al ministro Carrozza è stato allora proposto di effettuare, sui 5 nominativi
che saranno individuati dal comitato, delle votazioni primarie consultive
fra tutti i docenti e i presidi, che al momento non hanno nessuna voce in
capitolo, sono ignorati dal Miur. Primarie consultive cioè non vincolanti
per il ministro e perciò senza dover modificare la normativa adottata. Altra
possibilità potrebbe essere il sorteggio tra i 5 candidati selezionati. Così
Miur farebbe un passo concreto e significativo verso la terzietà
dell’Invalsi.
Oltre al proprio c.v., i candidati hanno dovuto produrre un documento
programmatico non solo tecnico ma contenente anche ipotesi e proposte di
tipo politico ed economico sull’attività e il ruolo futuro dell’Invalsi. Non
deve essere stato semplice farlo, né si può escludere che qualche candidato
abbia proposto al Miur un menù di possibilità diverse con abbinate ipotesi
di costi e tempi relativi. Lo sapremo se e quando la documentazione verrà
resa accessibile.
Intanto il ministro Carrozza è incappata nella vicenda - spiacevole anche
per il governo - degli scatti retributivi yo-yo: concessi, ritirati,
ripristinati. Questa vicenda ha portato alla attenzione dell’opinione
pubblica le questioni della scuola e dei docenti, con le distorsioni e le
falsità che fanno parte dei pregiudizi correnti. Ad aumentare il clamore
mediatico sono poi intervenute le dichiarazioni assurde e donchisciottesche
dell’on. Ilaria Capua, ancora peggio spiegate e interpretate.
Ciò nonostante, permane una relativa quiete riguardo all’Invalsi, mentre il
comitato valutatore è – per così dire – riunito come in una camera di
consiglio. Allora il ministro Carrozza potrebbe procedere a qualche
iniziativa politica quale, ad esempio, quella di una moratoria (un “time
out”) dei test Invalsi almeno all’esame di 3ª media, dove essi
contribuiscono impropriamente a determinare il voto finale. Una simile
iniziativa risulterebbe molto opportuna e contribuirebbe a rasserenare il
clima, a calmare le acque. Per di più a costo zero!
Infatti, in tal senso risultano posizioni e richieste concorrenti e simili
sia da chi sostiene l’Invalsi attuale sia di chi si aspetta un cambiamento.
Recentemente, Giancarlo Cerini scriveva: “appare forzato inserire una prova
standardizzata all'interno di un esame (questo avviene attualmente per la
terza media), perché cambia la destinazione d'uso di una prova, che da
indizio di conoscenza assume invece un suo peso nella valutazione "legale"
di fine ciclo di un singolo allievo”.
Anche Stefano Stefanel: “Ci sono passaggi da rivedere (come il test
nell’esame conclusivo del primo ciclo che assurdamente fa media con gli
altri voti, ma dentro un esame che è tutto da buttare con cinque prove
scritte e un orale e nessun bocciato, giusto per perdere tutti insieme un
sacco di tempo), che nessuno vuole nascondere e una certa autoreferenzialità
dell’Invalsi che deve essere modificata.”
Similmente Giorgio Israel, nel 2011: “considero - e ritengo che tanti la
pensino allo stesso modo - che l’introduzione del “teaching to the test”
nella scuola sia un autentico scandalo, un fatto di estrema gravità. E il
punto è questo - se ne rendano bene conto all’Invalsi -: il fatto che le
prove Invalsi facciano media nella valutazione dell’esame di terza media
rende inevitabile l’addestramento a superarli.”
Anche il sottosegretario Marco Rossi-Doria, nel 2013, si è dichiarato
“contro i quiz all’esame di Terza Media”.
Sulla stessa posizione è la Flc Cgil di Domenico Pantaleo che già dal 2011
(o da prima) raccoglie firme e scrive inutilmente al ministro di turno.
Infine, i Cobas hanno già programmato scioperi per i giorni 6, 7, 13 maggio
2014.
Ci pensi, valuti e provi a farlo un “time out” ai test in 3ª media, ministro
Carrozza.