29.11.2008
Confronto sulla valutazione ? No, solo richiamo di luoghi comuni
nostra intervista a Benedetto Vertecchi
Nelle scuole (soprattutto nelle primarie e nelle secondarie di primo grado) sta riprendendo la discussione sul problema della valutazione, che negli ultimi tempi era un po' sopito. Almeno un merito il "decreto Gelmini" sembra averlo, è d'accordo ?
No. Quello
che sta riprendendo non è un confronto sulla valutazione, ma lo stanco
richiamo di luoghi comuni che speravo (evidentemente sbagliando) fossero
stati superati nella cultura dell'educazione. Del resto, dovrei essere
contento di sentire assimilare la scala dei voti ad una scala quantitativa
per il solo fatto che è espressa tramite numeri?
Che non si sia più in grado di distinguere nei numeri la proprietà cardinale
da quella ordinale?
Lei ha più
volte detto che usare giudizi sintetici o voti decimali è indifferente,
l'importante è in che modo si arriva a decidere se ad un alunno si dà 7 o
"distinto".
Se la sente di dare un paio di suggerimenti concreti ?
No. Come ho
detto e ripetuto tante volte, il nostro sistema educativo soffre di una
penosa crisi di conoscenza. La ricerca educativa è ridotta al lumicino,
affidata com'è al buon cuore di chi ancora crede che la ragione costituisca
un valore. La chiarezza nella valutazione richiede prima di tutto una
ripulitura delle scorie di senso comune che impediscono di vedere e capire i
fenomeni educativi in una corretta dimensione spaziale e temporale.
La valutazione serve se è chiaro in quale prospettiva si colloca.
Altrimenti, è ideologia mascherata di naturalismo.
Nel nostro sito abbiamo pubblicato un piccolo esempio realizzato da un liceo scientifico di Parma Le sembra che la strada sia quella giusta ?
No. Se ci
riferiamo alla stessa esperienza, ciò che ho visto è nulla più che una
tavola di conversione, molto simile a quelle che venivano proposte negli
anni successivi all'emanazione della legge n. 517 del 1977. Non nego che una
tavola di trascrizione possa essere utile per soddisfare esigenze
contingenti, ma certo non risolve alcun problema di interpretazione o di
strategia.
In
Europa, esistono a suo parere sistemi scolastici nei quali la valutazione
degli alunni viene affrontata in modo scientificamente accettabile oppure
possiamo almeno consolarci con la frase che "siamo in buona compagnia" ?
In Europa le soluzioni sono estremamente varie. Quello che nessuno si sogna di affermare è che i problemi valutativi si risolvano adottando una scala al posto di un'altra. Ancora una volta, il problema della valutazione è prima di tutto un problema culturale.
Negli anni passati lei aveva inventato corsi di perfezionamento a distanza in materia di valutazione. La sua università offre attualmente corsi analoghi on-line ?
Per quel che
mi riguarda, dirigo due corsi di master (ovvero post lauream):
al primo (Valutazione degli apprendimenti) si può accedere con la
laurea triennale, all'altro con la laurea magistrale (Valutazione di
sistema). La vecchia laurea quadriennale consente di iscriversi all'uno
o all'altro. Le informazioni sono nel sito
http://lps2.uniroma3.it.