31.03.2014
Autonomia e
valutazione. Il convegno nazionale UCIIM a Bergamo
di Giuseppe Adernò
La valutazione con l’odore di scuola, verso
il miglioramento.
Una scuola di qualità per tutti e per
ciascuno.
La città di Bergamo ha ospitato dal 21 al 23 marzo, il convegno
nazionale dell’UCIIM (Unione Cattolica degli Insegnanti) sul tema: “Le
istituzioni scolastiche fra autonomia e valutazione”.
I positivi segni di attenzione da parte del Governo verso la scuola, per la
prima volta tra le priorità dell’agenda politica del Paese, aprono nuovi
sentieri verso un reale rinnovamento che scaturisce da un definito paradigma
culturale di riferimento.
La relazione del vice presidente UCIIM, prof. Giacomo Timpanaro sulle “
Politiche educative per il sistema di valutazione”, indirizza la
valutazione, molecola con tanti atomi”, nella direzione del miglioramento,
superando la concezione diffusa e comune della valutazione intesa come
giudizio, punteggio, voto.
Il sistema scolastico che si alimenta di un “personalismo comunitario
trascendente” cerca la sua identità e la ritrova nell’ottica della qualità
dei servizi che si perfezionano anche grazie a puntuali monitoraggi e
interventi di miglioramento nei diversi settori dell’organizzazione
scolastica.
L’orientamento e la valutazione animano e danno vitalità e spessore
all’azione educativa della scuola che promuove la formazione integrale della
persona-cittadino che sviluppa e potenzia, attraverso lo studio, le sue
competenze per metterle a frutto nel futuro professionale.
Un attento e puntuale excursus storico sulla valutazione, è stato tracciato
dal preside del Liceo classico “Paolo Sarpi” di Bergamo, Domenico Previtali.
La valutazione appare come scoglio duro, traliccio ad alta tensione, pietra
d’inciampo e causa di caduta di ministri, la parola “valutazione” risuona
come uno scandalo quando investe i docenti e il sistema scolastico.
Dalla prima conferenza nazionale sulla scuola del 1990, quando fu annunciato
un “servizio nazionale di valutazione” e, il “governo della scuola
attraverso l’autonomia”, ai successivi passaggi del regolamento
dell’autonomia (1999) e quindi al “concorsone” che annunciava premialità e
differenziazione tra i docenti, il fallimento del tentativo ha coperto con
un velo nero la parola “valutazione” ed ogni volta che si tenta di scoprirla
succedono eventi imprevisti e drammatici.
Il primo decennio dell’anno Duemila ha segnato alcune tappe significative
per la valutazione del sistema scolastico: dalla sperimentazione del
Sidavis (2003) al monitoraggio Invalsi, alla sperimentazione “Valorizza”
(2010) con il progetto “Valutazione per lo sviluppo della qualità” (2011)
–PQM – prima rivolto ad alcune scuole pilota, poi esteso come “Valutazione e
merito” e quindi ampliato con il progetto “Vales” articolato in tre
annualità.
Tutti questi strumenti e progetti, ancora in fase di sperimentazione, hanno
avviato una nuova ottica di valutazione per il miglioramento del sistema
scolastico.
La lettura dei risultati delle prove Invalsi e il fascicolo “Scuola in
chiaro” costituiscono, inoltre, strumenti utili per l’autovalutazione della
scuola, inducendo ad operare scelte consapevoli e coerenti nell’ottica di
Don Milani, che suggeriva: “Proponi uno scopo, ma che sia grande”.
Occorre maturare nuove consapevolezze circa la valutazione formativa e il
miglioramento dei processi a partire dal reclutamento dei docenti e dalla
qualità dell’offerta formativa.
Tutto l’apparato dell’autonomia scolastica ha bisogno di regole, di norme
comuni, d’indirizzi e traguardi da conseguire e, quindi, occorrono nuove
forme di coordinamento, di reti, di rappresentanza istituzionale, nonché un
auspicabile “Consiglio nazionale delle scuole autonome”.
Anche il Ministro Stefania Giannini, nelle sue dichiarazioni programmatiche,
ha puntato sul miglioramento della qualità dei docenti, sulla premialità per
i servizi aggiuntivi, così da poter garantire una progressione di carriera e
quindi anche un incremento stipendiale. E’ giunto il momento di por fine
alla difesa del minimo garantito per tutti e di valorizzare la qualità del
lavoro. Una “scuola di qualità per tutti” è lo slogan del nuovo Ministro
Stefania Giannini.
L’autonomia scolastica che ha segnato in maniera marcata il primo decennio
dell’anno duemila, sollecita sempre nuovi cambiamenti nella progettazione e
nell’organizzazione della scuola, che dovrebbe essere più flessibile e
attenta ai bisogni degli studenti.
Nel suo intervento, il direttore generale dell’Invalsi, dott.ssa Lucrezia
Stellacci, che ha seguito tutti i lavori del convegno nazionale, ha ben
evidenziato la valenza di una nuova “sfida culturale” da vincere, anche
grazie al supporto prezioso offerto dall’Invalsi che non ha come obiettivo
la valutazione dei docenti, né tanto meno dei singoli studenti, bensì quello
di “misurare" un Sistema secondo gli ordinamenti vigenti, in relazione agli
ordinamenti, alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida.
Le prove Invalsi, spesso accolte con diffidenza e ostilità, non tendono a
misurare le conoscenze specifiche dello studente, ma solo ad appurare se e
in che misura questi sia riuscito a raggiungere le competenze richieste in
relazione al livello di studio, alla classe di riferimento ed agli obiettivi
di apprendimento.
Sul tema dell’Invalsi sono intervenuti la ricercatrice dott.ssa Donatella
Poliandri, la quale ha illustrato i diversi progetti sperimentali del
sistema nazionale di valutazione, ed il dott. Roberto Ricci, dirigente di
ricerca Invalsi, il quale ha dato puntuali indicazioni sui criteri di
compilazione delle prove e sulle metodologie di lettura degli esiti che
vengono consegnati alle scuole e che dovrebbero costituire la traccia da
seguire per il percorso di miglioramento dell’istituzione scolastica.
Le positive pratiche di addestramento alle prove che hanno coinvolto
settemila docenti nei percorsi di formazione meritano attenzione e sviluppo,
raccomandando di utilizzare, però, prodotti adeguati e corretti, non sempre
presenti nell’editoria di settore.
Sono intervenuti alla tavola rotonda, coordinata dalla presidente nazionale,
Rosalba Candela, l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro della
Regione Lombardia, On. Valentina Aprea, il direttore generale Invalsi,
dott.ssa Lucrezia Stellacci, il dott. Giuseppe Bonelli dell’Ufficio
scolastico regionale della Lombardia e la prof.ssa Giovanna Venturino,
consigliere nazionale UCIIM.
Le proposte innovative nel settore istruzione,
realizzate in Lombardia, mettono in evidenza come, con il sostegno delle
autonome locali, le scuole possono realizzare tanti servizi ed essere di
alta qualità, stimolando le eccellenze e valorizzando i talenti dei singoli.
Il patrimonio di dati che l’Invalsi offre alle scuole, avendo registrato gli
esiti di 12.900 classi e di 590.000 studenti, offre una panoramica ampia per
descrivere il graduale miglioramento delle prestazioni degli studenti, com’è
avvenuto in Puglia, dove l’interazione tra Invalsi e scuola è stata operosa
e vigile.
Uno dei moniti che il convegno ha rilanciato è quello di “umanizzare la
valutazione”privilegiando l’ottica del miglioramento e non della sanzione.
“Agire la valutazione” significa leggere secondo la prospettiva
gestionale, strategica e culturale, così da favorire una migliore
comprensione non tanto della parte emergente dell’iceberg, quanto della
massa sommersa che regge la parte visibile.
Pensare ed agire in modo diverso in relazione ai risultati conseguiti
significa modellare il progetto didattico alle esigenze degli alunni che
restano al centro del sistema scolastico, cuore dell’educazione, che resta
sempre “un fatto di cuore”. Il vero bene degli studenti orienta e guida
tutte le scelte della scuola e unifica tutti i progetti del curricolo e
dell’offerta formativa.
Gli attuali esiti dei dati Invalsi non sono certamente consolanti, anche se,
a macchia di leopardo, si registrano positivi segni di eccellenza, è
necessario riflettere per promuovere una reale cultura della valutazione,
che sarà vera “cultura” quando produrrà effettive modificazioni sul modo di
pensare, di sentire e di agire nell’ottica dei “piani di miglioramento”,
una tematica ampiamente trattata dal prof. Mario Castoldi
dell’Università di Torino.
Seguendo i 12 punti irrinunciabili del programma politico dell’UCIIM,
ripresi anche dal Ministro Giannini nella presentazione del programma di
governo al Senato, l’annunciata ”scuola di qualità per tutti”, potrà
conseguire positivi successi se avvia i piccoli passi dei traguardi di
“qualità per ciascuno”. La documentazione degli esiti e la guida al
miglioramento ne sono i presupposti indispensabili.