(18.07.2010)
Legittimità: un interesse generale - di Marina Boscaino
Da che parte state? Domanda per le istituzioni governate dal centro sinistra,
tranne le province di Bologna, Pistoia e Vibo Valentia e qualche comune toscano.
Loro lo sanno e lo dicono: hanno proposto, infatti, l’intervento
ad adiuvandum per l’udienza del 19
luglio, nella quale il Tar del Lazio deciderà se confermare la sospensiva delle
circolari su iscrizioni e organici della scuola. Il ricorso era stato presentato
da Per la Scuola della Repubblica e altre associazioni, che hanno raccolto 755
firme (docenti, Ata, studenti, genitori) e si somma ad un’analoga azione
intentata dalla Cgil, convocata dal Tar per lo stesso giorno. Qualora dovesse
essere confermato il precedente pronunciamento, le due circolari verrebbero
inficiate, poiché hanno definito effetti della cosiddetta “riforma” prima che
essa diventasse legge: un’anomalia sconcertante che più volte ho segnalato da
queste pagine. Dopo la sospensiva,
ai proponenti è sembrato scontato chiedere supporto agli enti locali: Gelmini
era tenuta per legge, prima di definire gli organici, a sentire Conferenza
Unificata Stato-regioni ed Enti locali; ma si è proceduto ai tagli senza il
preventivo parere. Quale occasione migliore per ribadire
le prerogative delle regioni, troppo spesso scavalcate dal ministro? È
vero che la deriva regionalista è uno dei pericoli maggiori che minaccia oggi la
scuola e che bisogna combatterla; ma da dove partire, se non dalla legge, per
affermare la certezza del diritto?
La risposta è stata ambigua e deludente: dopo proclami e dichiarazioni contro i
tagli, gli amministratori locali “amici” non se la sono sentita di sbilanciarsi
più di tanto. Diverso, per fortuna, l’atteggiamento del presidente della
Provincia di Bologna, Draghetti, che ha sottolineato che l’appoggio
ad adiuvandum del ricorso è
un'operazione legata ''alle fatiche che abbiamo vissuto quest'anno anche come
ente locale, in assenza di qualsiasi tipo di interlocuzione''. Per descrivere
''il modo in cui viene trattata la scuola'', Draghetti ha sottolineato che
quest’anno ''non siamo neppure riusciti a fare uscire la guida con tutte le
informazioni. Non abbiamo certezze''. Se Pistoia e Vibo Valentia usano il
medesimo atteggiamento, cosa fanno tutti gli altri enti locali? La Regione
Emilia Romagna parla di problemi legati a “conflitto di competenze”. Il legale
dei ricorrenti, Mauceri, spiega: “Non esiste conflitto, perché le regioni – come
si è detto [ndr]- hanno in primo luogo un interesse specifico ad appoggiare il
ricorso, se non addirittura a proporne uno autonomo, essendone state violate le
prerogative. In secondo luogo non si
tratta in questo caso di intervenire in un giudizio promosso da insegnanti e
genitori contro altri insegnanti e genitori, da alcuni cittadini contro gli
interessi di altri cittadini; il ricorso è stato proposto da un gruppo di
cittadini, ma per un interesse comune a tutti: la qualità della scuola.
L’intervento ad adiuvandum quindi
tutelerebbe anche gli interessi di chi non ha sottoscritto il ricorso, ma che
subisce comunque i danni delle politiche scolastiche”. Di cosa devono farsi
portavoce gli enti locali se non di un interesse generale collettivo – la
qualità della scuola pubblica – contro una politica di tagli che, dequalificando
l’istruzione, colpisce vite e diritti? Qualora il Tar dovesse confermare la
sospensiva, verrebbe di fatto ripristinata la situazione dello scorso anno
scolastico. Almeno per il 2010-11, niente taglio di ore e di posti: la circolare
sulle iscrizioni ha infatti presentato alle famiglie ordinamenti esistenti solo
a parole, poiché la riforma non aveva compiuto il suo iter e non era dunque
legge dello Stato. Nell’udienza di domani un appoggio concreto delle regioni
avrebbe rappresentato una circostanza fondamentale almeno per rendere chiaro ai
cittadini chi sta da che parte. Ultimamente abbiamo smarrito l’orientamento. Si
sarebbe trattato, insomma, di una scelta politica estremamente significativa.
Anche per l’immenso vuoto circostante: alla Festa Democratica a Roma la scorsa
settimana, nonostante le sollecitazioni di alcuni proponenti, né Coscia, né
Puglisi, responsabile scuola, hanno infatti ritenuto necessario dire una sola
parola sul ricorso: la deviazione dalle procedure legittime e l’impegno generoso
di insegnanti, Ata, studenti e genitori
non sono stati ritenuti importanti quanto ripetuti slogan di maniera.
L’impressione è sempre più che per questa “opposizione” la scuola non sia una
priorità politico-culturale. La conferma ci viene anche dagli enti locali, che
con il loro disinteresse irresponsabile e cinico, con il loro silenzio colpevole
stanno delegittimando una lotta che con fatica molti di noi hanno portato
avanti.