P. Bertolini ( a cura di)
La valutazione possibile, R.C.S. La Nuova Italia, Milano, 1999, pp. 281, L. 32.000.
Il volume La valutazione possibile è frutto di un lavoro collettaneo di pedagogisti e uomini di scuola appartenenti a quel gruppo Encyclopaideia cui, come ricorda Piero Bertolini nella premessa , " si deve la formulazione più precisa ma anche più aperta di quella che si può chiamare la pedagogia fenomenologica". Il leit motiv delle riflessioni del volume è una critica articolata e documentata nei confronti dei dogmi succitati. E innegabile , nellattuale congiuntura della scuola italiana, la centralità dei temi dellefficienza/efficacia , della rendicontazione e pertanto della questione valutativa. Il punto è un altro. In primo luogo, la valutazione è un atto ermeneutico, interpretativo in cui sono coinvolti tutti gli attori. Essa non può essere identificata con la misurabilità. Gli strumenti di tipo quantitativo costituiscono, infatti , solo una delle modalità osservative, le quali, a loro volta, non sono che uno dei momenti del percorso valutativo nel suo complesso. In secondo luogo, la programmazione e la successiva attività didattica o organizzativa, non descrivono un percorso lineare tutto proiettato sulla sua verificabilità. La programmazione è un progetto iniziale che si modifica in itinere per il reciproco intervento degli attori implicati (insegnanti, alunni, genitori, ecc.). Sono insomma, come ricorda Piero Bertolini in uno dei due nel saggi introduttivi, "le caratteristiche costitutive delleducazione" a orientare il discorso sulla valutazione. Non sono, dunque, le presunte esigenze di efficienza / efficacia a dover guidare la prassi educativa e la teoresi pedagogica ma sono proprio queste ultime che devono promuovere una cultura valutativa che tenga conto dei nuovi contesti. Di qui la necessità di ripensare le modellistiche didattiche e organizzative in funzione della specificità dellesperienza educativa e scolastica, che è chiamata, soprattutto nella scuola di base, a perseguire obiettivi formativi che vanno ben la di là di semplici abilità strumentali. La diffusione della pedagogia per obiettivi così come dei modelli cognitivisti e concettualisti ha segnato il tentativo di applicare ai contesti educativi modelli provenienti o dalla programmazione aziendale (pedagogia per obiettivi) o dalla psicologia cognitiva. Lungi dal voler sottovalutare il contenuto di questi apporti, va riconosciuto che si tratta di contributi esterni allesperienza del contesto educativo e scolastico. Si tratta di ripensare una cultura della valutazione a partire dagli obiettivi culturali e formativi propri della scuola e delle istituzioni educative in genere la cui mission (ci scusiamo per il cedimento momentaneo allanglofilia imperante ) ha la sua specificità nella formazione di soggetti critici e nella loro elaborazione di saperi con il contributo di quelli codificati nelle discipline . E ciò che si cerca di fare nel volume attraverso i contributi di Gabriele Boselli, Massimo Pomi, Enrico Bottero, Agostina Melucci, Marco Dallari, Fausto Telleri, Alessandra Risso. Per questo tutto il volume può essere proposto come un valido strumento di riflessione alle scuole e agli insegnanti, che, soprattutto oggi, si trovano a dover affrontare in modo più stringente le questioni valutative. I contributi sono preceduti da due saggi introduttivi di Piero Bertolini e Guido Armellini . Chiude il volume un intervento di Mariangela Giusti che mette insieme i suggerimenti e le indicazioni pratiche che attraversano i vari saggi - capitoli.