TESSERA
3
Migrazioni, l'incubo errante

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La figura 3 si costruisce disegnando un cerchio. É il simbolo dell'incubo errante della migrazione
mondiale, è una giostra del terrore che gira per tutto il mondo.
La IV Guerra Mondiale, con il suo processo di distruzione/spopolamento e
ricostruzione/riordino provoca lo spostamento di milioni di persone.
Il loro destino sarà di continuare ad essere erranti,
il loro incubo sulle spalle, è di rappresentare, per i lavoratori impiegati nelle diverse
nazioni, una minaccia alla stabilità del lavoro, un nemico utile a nascondere la sagoma
del padrone, e un prestesto per dare senso all'insensatezza razzista che il neoliberismo
promuove.
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TESSERA
4
Mondializzazione finanziaria e
globalizzazione della corruzione e del crimine

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La figura 4 si costruisce disegnando un rettangolo: è lo
specchio in cui legalità e illegalità si riflettono e si scambiano. Da quale lato è il
criminale e da quale chi lo persegue?
Con l'inizio della IV Guerra Mondiale, lo stabilirsi del "nuovo ordine
mondiale" e la conseguenza apertura dei mercati, le privatizzazioni, la
deregolamentazione del commercio e della finanza internazionale, il crimine organizzato ha
"globalizzato" le sue attività.
Le organizzazioni dei cinque continenti hanno fatto
loro lo "spirito di cooperazione mondiale" e, associate, partecipano alla
conquista e al riordino dei nuovi mercati. Non solo in attività criminali, ma anche negli
affari legali. Il crimine organizzato investe in affari legittimi non solo per
"riciclare" il denaro sporco, ma anche per costruire nuovi capitali per le sue
attività illegali. Le imprese preferite per questo scopo sono quelle immobiliari di
lusso, l'industria dell'ozio, i mezzi di comunicazione, l'industria, l'agricoltura, i
servizi pubblici e ... la banca.
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TESSERA
5
La legittima violenza di un potere
illegittimo?

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La figura 5 si costruisce disegnando un pentagono. É il simbolo del
Potere militare nordamericano. La nuova "polizia mondiale" pretende che gli
eserciti e le polizie "nazionali" siano solo "corpi di sicurezza" che
garantiscono "ordine e progresso" nelle megalopoli neoliberiste.
Lo Stato, nel neoliberismo, tende a ridursi al "minimo indispensabile".
Il cosidetto "Stato sociale" non solo diventa obsoleto, ma si ritira da tutto
ciò che ne costituiva l'essenza e resta nudo ...
Distrutta la loro base materiale, annullate le loro
possibilità di sovranità e indipendenza, svanite le loro classi politiche, gli Stati
Nazionali si convertono, in modo più o meno rapido, in un mero apparato di
"sicurezza" delle megaimprese che il neoliberismo va erigendo con lo svilupparsi
della IV Guerra Mondiale. Invece di orientare gli investimenti pubblici sulla spesa
sociale, gli Stati Nazionali preferiscono migliorare il loro equipaggiamento, armamento e
preparazione per svolgere con efficacia il lavoro che la politica ha smesso da anni di
assumersi: controllare la società ...
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TESSERA
6
La Megapolitica e i nani

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La figura 6 si costruisce disegnando uno scarabocchio. Questa figura rappresenta la
"megapolitica". Si comprende bene che è inutile cercare di trovarvi una
razionalità e che, sbrogliando la matassa, nulla sarà chiaro.
Abbiamo detto che gli Stati Nazionali sono sotto l'attacco dei centri
finanziari e sono "obbligati" a dissolversi nelle megalopoli. Ma il neoliberismo
non conduce la sua guerra soltanto "unendo" nazioni e regioni. La sua strategia
di distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordino produce una o più fratture negli
Stati Nazionali.
É il paradosso della IV Guerra Mondiale: mossa per
eliminare frontiere e "unire" nazioni, quel che si lascia dietro di sé è una
moltiplicazione delle frontiere e una polverizzazione delle nazioni che finiscono sotto i
suoi artigli.
Se qualcuno avesse dubbi su questo carattere di guerra
mondiale del processo di globalizzazione, dovrebbe scacciarli facendo il conto dei
conflitti che hanno provocato o sono stati provocati dai collassi di alcuni Stati
Nazionali. Cecoslovacchia, Jugoslavia, Urss, sono vetrine della profondità di queste
crisi, che hanno fatto a pezzi non solo le fondamenta politiche ed economiche degli Stati
Nazionali, ma anche le strutture sociali (...).
Suonerà contraddittorio, ma la globalizzazione
produce un mondo frammentato, pieno di pezzi staccati tra loro (e spesso contrapposti). Ma
il neoliberismo non solo frantuma il mondo che suppone di unire, produce anche il centro
politico-economico che dirige questa guerra. E se, come abbiamo già segnalato, i centri
finanziari impongono la loro legge (quella del mercato) a nazioni e a gruppi di nazioni,
allora dobbiamo ridefinire i limiti e gli scopi della politica, ovvero del fare politico.
Conviene allora parlare della megapolitica.
La megapolitica globalizza le politiche nazionali,
cioé le assoggetta a un comando che ha interessi mondiali (che per solito sono in
contraddizione con gli interessi nazionali) e la cui logica è quella del mercato, vale a
dire quella del profitto economico ...
Il grande potere mondiale può tollerare un governo di
sinistra in una qualche parte del mondo, sempre che, e quando, questo governo non prenda
decisioni che contraddicono le disposizioni dei centri finanziari mondiali. Ma in nessuna
maniera tollererà che una alternativa di organizzazione economica, politica e sociale si
consolidi. Dal punto di vista della megapolitica le politiche nazionali sono cose per nani
che devono piegarsi al diktat del gigante finanziario. E così sarà, finché i nani non
si ribelleranno ...
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TESSERA
7
Le sacche di resistenza

Sette tessere del rompicapo neoliberista
ideate dal
Subcomandante MARCOS
in "La quarta guerra
mondiale è cominciata"
giugno 1997
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La figura 7 si costruisce disegnando una borsa.
Però non bisogna farci caso.
Ci sono tanti modelli di resistenza quanti sono i mondi del mondo. Così si può disegnare
la borsa come piace di più. E nel disegnare borse, come nella resistenza, la diversità
è ricchezza.
La resistenza non va confusa con l'opposizione politica: l'opposizione non si
oppone al potere, ma a un governo, e la sua forma riuscita e compiuta è quella di un
partito di opposizione; mentre la Resistenza, per definizione (ora sì!), non può essere
un partito, non è fatta per governare a sua volta, ma per ... resistere.
Nello stesso momento in cui il neoliberismo conduce la
sua guerra mondiale, in tutto il pianeta si van formando gruppi di non confomisti, nuclei
di ribelli. L'impero delle borse finanziarie si trova di fronte la ribellione di sacche di
resistenza. Sì, sacche. Di ogni grandezza, di differenti colori, delle forme più
differenti. Ciò che le rende simili è la resistenza al "nuovo ordine mondiale"
e al crimine contro l'umanità che la guerra neoliberista commette.
Nel cercare di imporre il suo modello economico,
sociale e culturale, il neoliberismo pretende di soggiogare milioni di esseri umani, e di
disfarsi di tutti quelli che non trovano posto nella nuova organizzazione del mondo. Però
accade che questi "prescindibili" si ribellino e resistano contro il potere che
vuole eliminarli. Donne, bambini,
anziani, giovani, indigeni, ecologisti, omosessuali, lesbiche, sieropositivi, lavoratori e
tutti quelli che non solo "esuberano", ma che per di più "disturbano"
l'ordine e il progresso mondiale, si ribellano, si organizzano e lottano ...
(E in tema di indigeni ribelli conviene aprire una
parentesi: gli zapatisti pensano che sia necessaria la difesa dello Stato Nazionale, di
fronte alla globalizzazione, e che l'intenzione di tagliare il Messico a fette venga dal
gruppo al governo e non dalle giuste richieste di autonomia dei popoli indigeni. L'EZLN, e
il meglio del movimento indigeno nazionale, non vogliono che i popoli indigeni si separino
dal Messico, ma essere riconosciuti come parte del paese, con le loro specificità. E non
solo: vogliono un Messico in cui vi siano democrazia, libertà e giustizia. I paradossi
continuano, perché, mentre l'Ezln si batte per la difesa della sovranità nazionale,
l'esercito federale messicano lotta contro questa difesa e difende un governo che ha già
distrutto le basi materiali della sovranità nazionale e ha consegnato il paese non solo
al grande capitale straniero, ma anche al narcotraffico).
Ma non soltanto sulle montagne del sudest messicano si
resiste e si lotta contro il neoliberismo. In altre parti del Messico, in America latina,
negli Stati Uniti e nel Canada, nell'Europa del Trattato di Maastricht, in Africa, in Asia
e in Oceania le sacche di resistenza si moltiplicano. Ciascuna di esse ha la sua propria
storia, le sue differenze, le sue uguaglianze, le sue richieste, le sue lotte, le sue
conquiste. Se l'umanità ha ancora speranza di sopravvivere, di diventare migliore, queste
speranze sono nelle sacche formate dagli esclusi, da quelli in sovrannumero, da quelli che
si possono gettar via.
Dalle montagne del sudest messicano
Subcomandante Marcos
Esercito zapatista di liberazione nazionale
Messico giugno 1997 |