Direzione didattica di Pavone Canavese

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PER AMORE DI LAMURA ROBERTO
di Andrea Bagni

Leggo sempre le scritte sui muri.

E’ come un vizio antico, un’abitudine.

Mi interessa forse, dello scrivere sulla città, la notte, il gesto segreto e insieme pubblico. Una specie di intimità politica.

Poi si può ricostruire tutta una storia, a leggere bene nel passare del tempo.

Non che ci sia un qualche passato glorioso. Le scritte "politiche" dei famosi anni 70 il più delle volte sprizzavano violenza da tutti i pori. C’era passione, è vero, ma anche aggressività, rabbia, certezze.

Oggi ce n’è una sotto il passaggio di una stazione periferica di Firenze, che mi piace sempre leggere: "il lavoro umano non è merce". Resiste da un sacco di tempo. Ancora una certezza è vero, ma tranquilla e sicura, quasi sommessa: il ribadirsi di un concetto. Una specie di constatazione. Bella, mi sembra.

Poi gli ultimi anni hanno portato davvero l’amore sui muri, ma come certi talkshow televisivi rosa horror: squallidamente. Interesse privato in luogo pubblico. Un’invasione che finisce per non lasciare pulito nulla: né lo spazio intimo esibito, né quello sociale privatizzato. Tutto spettacolo. E allora "Pussy ti amo, by Cat", "Piccina mi manchi, forever Jimmy","TVB stellina Sdruci è con te" etc. etc.

L’inglese domina, vezzeggiativi e diminutivi fintoaffettivi pure.

Mi sento all’antica di fronte a questa specie di mancanza di "pudore". Mi vergogno un po’ - ancora - davanti all’uso disinvolto di parole che mi pare andrebbero conservate preziose, rare. Invece sono in vetrina, sul mercato, nella loro versione "multinazionale, inflazionate.

Poi finalmente, un sabato mattina piovoso di autunno, in un istituto tecnico per una assemblea sindacale (strana di sabato), con quel pizzico di tensione addosso che precede il parlare in pubblico, leggo sulla parete del corridoio dove si svolge la ricreazione di ragazzi e ragazze:

LAMURA

ROBERTO

TI AMO TANTO

Lamura Roberto, proprio così.

Ma si conosceranno - allora perché il cognome - o lei lo ama così "scolasticamente" a sua insaputa? Magari è il più bello della scuola, inarrivabile come sono terribilmente i belli, e lei non può esprimersi altrimenti. D’altra parte ce ne sono tanti di roberti e non si può rischiare di dichiarare il proprio amore a un roberto qualunque.

Invece nessuna indicazione sull’autrice dell’amore (grande opera amare, ci vuole immaginazione e cura interiore) - perché lui sa chi è o perché non lo saprà mai. Lei però l’ha detto adesso, comunque, e lui sa di essere amato, sa di avere un senso, cioè senso per qualcuno. Ma l’avrà capito, lo capirà?

E poi naturalmente prima il cognome del nome, come in un verbale di polizia.

E’ la scuola apparato di stato, luogo di appelli ad esistenze burocratiche che forse colonizza le loro menti. Ma mi piace pensare che invece sia proprio amore: goffamente giovanile, "popolare", magari senza un gran voto negli scritti d’italiano (quante volte verrebbe di premiare quelli "scritti peggio"), ma senza vezzeggiativi, superlativi assoluti, anglicismi, microsegnali falsamente criptici.

Qui è invece semplicemente l’amore messo sul muro, davvero pubblico e davvero privato. Amore senza nome per Lamura Roberto. Che non chiede niente. Solo essere detto nel mondo. Intorno alle assemblee.

Brava, innamorata. Figlia mia immaginaria.