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Il friulano è una lingua minoritaria tutelata dalla legge n° 482 del 1999 e come tale deve essere utilizzata e insegnata nelle scuole situate nei Comuni che hanno chiesto la tutela linguistica. Benché venga utilizzata in Friuli solo come un dialetto molti ritengono che vada tutelata imponendone uso veicolare e studio. E’ una delle tante pericolose stupidaggini che stanno travolgendo la scuola italiana. Lo statuto linguistico del friulano è però molto interessante e il suo studio può avvenire anche senza essere nativi (cosa difficile da fare con i dialetti) o obbligati, anche perché molto spesso l’uso non tradizionale e non standardizzato di una lingua permette di andare più in profondità che con la lingua utilizzata dal senso comune e dalla giurisprudenza. Mi si perdonerà, dunque, se userò il friulano per parlare dell’attuale situazione dei Dirigenti scolastici italiani. §§§§§§§§§§ Sotàn. Sotàn vuol dire “che sta sotto, sottano” (Nuovo Pirona vocabolario friulano). Quello che sta sotto è quello che si fa sottomettere o che è sottomesso. Il “sottano” è uno “che è di sotto, inferiore: veste sottana” (Dizionario Garzanti della lingua italiana), è cioè colui che cerca i modi per proteggersi sminuendosi. E infatti si dice che i friulani sono un popolo abituato alla sottomissione: i friulani lavorano molto e sono emigrati molto, si lamentano poco e ubbidiscono, tendono anche a pagare le tasse, pensate un po’. I friulani salutano dicendo “Mandi”, che è un’abbreviazione di tre cose contemporaneamente: del latino “mane diu” (“Dio ti mantenga, rimani nella grazia di Dio”), del veneto “comandi” (“Comandi sior paron”) e del volgare “Mi raccomandi” (“Abbia cura di me”). I friulani salutano augurando di rimanere nelle grazie di Dio, attendendo ordini e chiedendo attenzioni. Sono appunto Sotàns. In friulano la sottana delle donne si dice “còtule”, ma l’assonanza tra Sotàn e “sottana” è comunque significativa. Nel “Tamburo di latta” Günther Grass parla proprio di questa tipo sottana, sotto cui il protagonista (nano) si nascondeva e procreava. Il friulano sottomettendosi si protegge: siamo stati “Sotàns” con i Romani, con i Longobardi, con Venezia, con gli Austriaci. Hitler aveva dato vita alla Repubblica dei cosacchi nella Carnia friulana. Insomma sempre sottomessi e sempre friulani, sempre sottomessi e sempre lavoratori, sempre sottomessi e sempre “salvi”, sempre sottomessi e sempre dignitosi, sempre sottomessi e sempre onesti. Il Dirigente scolastico tende ad essere Sotàn e a stare sotto l’Ufficio scolastico regionale, l’Ufficio scolastico provinciale, i Sindacati, il proprio Collegio docenti, il proprio Dsga, il conformismo che tutto appiattisce. La scuola dell’autonomia sembra diventata la scuola della sottomissione, dove l’ubbidienza porta con sé la sicurezza e nessun desiderio di ricercare, innovare, sperimentare (“tu non sai cosa mi hanno fatto i sindacati!”, “e chi lo dice al mio collegio docenti!”, “la mia dsga non vuole”, “me l’ha detto il direttore regionale”; “ho parlato con il provveditorato e mi hanno garantito che è così”, “non sai di qualcuno che ha avuto il mio stesso problema?”). §§§§§§§§§§ Sorestànt. Il Sorestant è debole con i forti e forte con i deboli. Ogni Paese friulano ha il suo castello dove viveva il Sorestànt, che vuol dire quello che sembra: sopra (sore), stare (stant). Per far vedere che comandava il Sorestant abitava sempre in alto. Udine è una città piatta con un Castello su una piccola collina (“Il ciastièl di Udin”, c’è anche un libro di Carlo Emilio Gadda che si intitola così). Gli 8.000 ministeriali e tutti quelli che lavorano negli Usr e negli Usp sono Sorestànt della scuola: non fanno spontaneamente nulla che possa veramente aiutarti, se possono ti creano dei problemi, godono delle tue difficoltà. Ma tutto sommato sono molto materni e se possono aiutarti umiliandoti lo fanno volentieri. Tutti noi nella vita siamo stati almeno una volta Sotàn o Sorestànt e questo perché è difficile sia non essere sottomessi sia non umiliare chi sta sotto di noi. Terra di conquiste e di emigrazione il Friuli ha un atteggiamento dimesso, ma per niente arrendevole. La “sottomissione” al terremoto ha permesso la più incredibile, veloce, efficiente ed efficace ricostruzione della storia, non solo nazionale, dopo una catastrofe naturale. La qualità della vita da noi è molto alta. Il conflitto molto basso e l’illegalità veramente marginale. Però il Friuli non cresce, non esposta cervelli, non riesce ad avere leader politici nazionali, non costituisce modelli, non conta quasi nulla. Forse perché comunque tra Sorestànt e Sotàns non c’è dialettica, ma solo posizioni e ruoli. La scuola italiana avrebbe bisogno di altro, non di quasi 11 mila Dirigenti scolastici sottomessi e di una serie di Dirigenti centrali che si occupano del proprio piccolo castello e non delle scuole. Anche perché il Sotàn è scaltro e poco solidale e il Sorestànt si trasforma in Sotàn quando si trova davanti ad un Sorèstant più forte di lui. Questa gerarchizzazione logica in regime di scuola degli adempimenti è una palla al piede nella scuola dell’autonomia. A parole siamo tutti Dirigenti dotati di autonomia e competenze, nel pratico siamo pronti a chiuderci per mattinate intere in lugubri stanzoni ad ascoltare il Sorestant di turno che dice poco o niente sorretto da illeggibili slide a colori. |
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