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La madre di un bambino di sei anni che frequenta la
palestra in cui insegno una pratica sportiva mi chiede, in lacrime, un
colloquio perché ha saputo che "di mestiere" faccio "il preside". I due sentimenti che la lettura del giudizio mi hanno
suscitato sono l’imbarazzo e l’indignazione. Credo che le
maestre che hanno steso un simile obbrobrio dovrebbero risponderne
davanti all’autorità giudiziaria. Alla madre ho chiarito il mio
imbarazzo (sono dirigente, ma di un altro istituto), ma poi ho spiegato
che il giudizio è un messaggio per i genitori non per il bambino, in
quanto nessun bambino di sei anni è in grado di comprendere il "violento
scolastichese" delle maestre. Tralascio scandalizzato tutta la questione dell’autonomia: le scuole hanno difficoltà a declinarla perché non dovrebbe avere difficoltà a farlo anche un bambino di sei anni? Non mi è chiaro cosa vogliono ottenere quelle maestre con quel giudizio, di certo hanno umiliato dei genitori, poiché è evidente la critica alla famiglia e la "schedatura" del seienne. Quanti di questi giudizi dovremo ancora leggere prima di iniziare a discutere seriamente di come si valuta nelle nostre scuole?! |
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