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Vorrei portare l’attenzione su un aspetto non marginale della politica scolastica, che non mi pare venga preso spesso in considerazione. Gli alunni sono dei cittadini della nostra Repubblica e direi che sono tra i cittadini migliori, visto che hanno davanti molto futuro e dietro poco passato. Le leggi dello Stato valgono anche per loro e diventano un diritto soggettivo, indipendentemente da quanto siano apprezzate dai ragazzi: d’altronde vengono a scuola in virtù di disposizioni costituzionali e legislative, non di semplici volontà familiari. Non ho alcuna difficoltà ad accettare che ci sia una larga maggioranza di docenti e praticamente tutti i sindacati che considerano il Tutor, il Portfolio, gli Anticipi, le Indicazioni nazionali, le Unità di apprendimento, gli Obiettivi Specifici di Apprendimento, le Opzioni, il Tempo scuola spezzato "cianfrusaglie", "attentati alla scuola democratica", "pedagogia di destra", "pedopedagogia" o altro (comunque di peggio). Non ho neppure alcuna difficoltà ad accettare che ci siano larghe parti della scuola che considerano alla stregua dei "collaborazionisti" coloro che non chiedono la totale abrogazione della Riforma Moratti o che hanno lavorato su Osa e Indicazioni nazionali e abbiano utilizzato il Portfolio. Ho invece qualche difficoltà a capire perché mio figlio, a cui spettano Tutor, Portfolio, Unità di apprendimento, ecc. non li debba avere perché docenti e sindacati hanno deciso che "non sono una cosa buona e giusta". Se una legge spazzasse via tutta la Riforma Moratti non avrei problemi a capire perché ciò avviene, mi sfugge invece perché i diritti degli altri non vengano presi in considerazione da chi si richiama alla legge e da chi ha criticato Berlusconi e il suo rapporto con le leggi dello Stato. Non capisco perché le leggi che riguardano la professione valgano più di quelle che riguardano l’apprendimento e l’organizzazione scolastica per gli alunni. Nell’applicazione discrezionale delle leggi la scuola si è avviata in una china pericolosa. La Riforma del 2° ciclo è poi un vero enigma: ci sarà, non ci sarà, sarà simile a quella voluta dalla Moratti, sarà diversa, chi riguarderà? Mio figlio il prossimo anno andrà al Liceo e dunque frequenterà il vecchio Liceo: se poi ci sarà un nuovo Liceo mio figlio potrà frequentarlo o dovrà finire quello vecchio? Io genitore potrò avere voce in capitolo sul tipo di Liceo migliore per mio figlio o dovrò accettare quello che decideranno per noi insegnanti e sindacati? Faccio un’altra domanda: se un genitore chiede per suo figlio Tutor e Portfolio in applicazione di una legge ancora in vigore la scuola può non darglieli? La disapplicazione di un contratto perché deve valere anche per una terza parte che il contratto non ha sottoscritto, ma ha acquisito in forza di una legge un diritto soggettivo? Perché mio figlio deve essere valutato da una vecchia scheda che non tiene conto di personalizzazione, 20%, materie introdotte dalla scuola? E’ ovvio che le mie domande sono retoriche, ma vedere che la scuola ha scelto la strada dell’assoluta autorefernzialità non mi piace. Se la Riforma Moratti è una pessima legge la si cambi con una migliore, non la si demolisca in alcune sue parti lasciandone altre, perché questo è un gioco veramente pericoloso (non si fanno viaggiare le automobili tirando via dei pezzi). Tutte queste note e noterelle ministeriali sono poco rispettose per i diritti di mio figlio, che io genitore non riesco a far rispettare, perché il mondo chiuso della scuola decide tutto come una casa senza porte e finestre. Un metodo innovativo potrebbe essere questo: le opinioni di docenti e dei sindacati diventano immediatamente leggi e così vediamo se tutto funziona meglio. |
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