Direzione didattica di Pavone Canavese

La valutazione dopo la legge 169

03.06.2009

Voti, che passione !
di Giancarlo Cavinato

 

Ritengo di essere uno dei ‘quattro pirla’ che, quando parla Gelmini, ambirebbe ad avere una ministra (meno sboccata) più competente.
Ho contato circa 20 comunicazioni sulla valutazione, gli esami di compimento del primo ciclo, la somministrazione della prova nazionale Invalsi: comunicazioni pervenute prima, durante e (si spera di no) dopo. . Ognuna contraddittoria rispetto all’immediatamente precedente, per ognuna avremmo dovuto cambiare documento di valutazione, rivedere criteri,  rifare scrutini e plenarie.
Altro che ‘ritorno alla serietà’! La scuola italiana pubblica è stata sottoposta, nel corso di quest’anno scolastico, a forme di pressione, disorientamento, svillaneggiamento da parte di ministri della Repubblica, mobbing.

Ma soffermiamoci sulla valutazione, punto cardine dello smantellamento Gelmini Tremonti Brunetta.

 Una premessa: un tale furore incendiario contro la scuola del paese non si spiega soltanto con il neoliberismo, la scelta di privilegiare in tutte le forme possibili la scuola privata,  gli obiettivi di Lisbona (!), i tagli e le razionalizzazioni in ossequio ai dettami dei poteri forti del paese e per mantenere privilegi in ben altri settori, la conclamata ‘sussidiarietà’ ( cioè l’abbandono di ognuno alle forze e alle derive del mercato), la lotta pervicace alla ‘scuola del ‘68’.
C’è, bensì, qualcosa di più profondo: qualcosa di torbido, un odio archetipico verso la cultura, la formazione egualitaria, una viscerale avversione verso la parità di opportunità, un’invidia maturata nel corso della propria storia di formazione verso chi, nonostante condizioni di partenza avverse, ha l’opportunità di un miglioramento, che la scuola nel suo percorso secolare ha ( non sempre e non per tutti) consentito.
Non si spiega altrimenti in relazione a quali criteri, in un istituto tecnico rinomato della mia città, un diciassettenne afgano approdato lo scorso anno in Italia dopo mille peripezie e rischi, perdendo  per strada la famiglia, completamente spaesato, con grosse difficoltà linguistiche e comunicative, dopo esser stato indirizzato dai docenti del corso delle 150 ore dove ha superato l’esame di compimento del primo ciclo presso tale corso di studi, sia stato BOCCIATO con ZERO IN ITALIANO ( e insufficienze dal 3 al 4 in tutte le altre discipline): L’azione orientativa e ri-orientativa della scuola quale  è stata? Quale ‘passerella’ si è pensato di istituire? Quali interventi di recupero sono stati effettuati? La famiglia affidataria , pur avvertita delle difficoltà incontrate dal ragazzo, non è stata adeguatamente informata delle alternative possibili ( il ritiro entro marzo, ad es.;), né dei possibili interventi, e nemmeno di voti così gravemente stigmatizzanti e invalidanti. Dare zero è come dire. non vali nulla, non conti nulla, non esisti.
Effetto questo, di un’adesione incondizionata di dirigenti scolastici e docenti di tutti gli ordini di scuola ( molto meno, per fortuna, nella primaria, ma anche qui ci sono state votazioni sanzionatorie e penalizzanti in corso d’anno in diverse situazioni) alla ‘semplificazione e al ‘rigore’ invocati da Gelmini ( gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: una scuola secondaria di primo grado di Treviso ha bocciato 50 alunni).

Dovremo modificare la terminologia, il ‘pedagogichese’ aborrito dall’establishment: parlare di ‘Svalutazione’, di ‘DEformazione’, di ‘DEmotivazione’, di ‘IRrecupero’= ‘perdita’, di ‘Scompensazione delle condizioni di partenza’, di ‘INsuccesso  formativo’, di ‘INcultura’  come criteri guida dell’azione pedagogica ( ma quale pedagogia? una ‘pedagogia nera’ come la definiva Alice Miller in ‘La persecuzione del bambino’).
Questi nostri legislatori e i loro esecutori ( ‘vestali della classe media’ erano definiti un tempo) sono affascinati da un uso punitivo e discriminatorio della prassi valutativa.
‘Oggi anche l’operaio vuole il figlio dottore e pensi che roba ne può venir fuori’, cantava il compianto Ivan Della Mea.

Il dieci con lode in compenso, pensato quale premio additivo per le ‘eccellenze’, non può essere attribuito in quanto non è entrato in vigore lo schema di regolamento votato dal Consiglio dei ministri il 28 maggio. Lo abbiamo saputo il 25 giugno, quando ormai oltre metà Italia avrà concluso gli scrutini finali, con questa brillante comunicazione: ‘...é stata tolta nella parte in cui si devono riportare le votazioni di licenza la dicitura “dieci e lode”. Infatti, come è noto, mentre il Regolamento in applicazione dal prossimo anno scolastico introduce la possibilità di assegnare la lode agli alunni particolarmente meritevoli che conseguiranno la votazione di 10 decimi, le norme vigenti per questo a.s. non lo prevedono’.
Non se ne sentirà la mancanza: i ragazzi sono talmente bombardati di stimoli, lusinghe, iperprotezioni, modelli di carrierismo, stimoli all’anticipazione, che solo la lode mancava!
Intanto, si deve sentir affermare da un alunno durante un ‘colloquio pluridisciplinare’, che dei due modelli di sviluppo che si sono fronteggiati nel ‘900, quello del ‘libero mercato’ è volto alla protezione dei bisogni e dei diritti degli individui. Nel silenzio-assenso dell’intero consiglio di classe. Voto finale: 10 ( senza la lode...peccato!).

Intanto, nelle scuole abbiamo visto la confusione più totale, chi scaricava la bozza di dicembre pensando fosse l’ultima, chi adottava  modelli di certificazione delle competenze con voto numerico e sulla base di un mero elenco delle discipline contrabbandato come ‘competenze’, il solito ricorso al ‘fai da te’, l’indicazione mistificatoria anche alla scuola primaria, in assenza di un modello di certificazione che invano da almeno un decennio, dall’uscita del regolamento dell’autonomia, si attende, e che di anno in anno si rinvia, di adottare provvisoriamente ‘il modello dello scorso anno’ ( che non c’era, non essendo ancora normata l’estensione agli alunni di quinta di tale strumento, per sua intrinseca natura, comunque, descrittivo e non numerico).
Un effetto, comunque, il Regolamento, pur se non ancora in vigore, lo ha avuto: mentre nello schema circolato a dicembre si indicava che le prove nazionali per gli alunni stranieri potevano essere differenziate, e anche la valutazione complessiva doveva tener conto dei loro punti di partenza, delle potenzialità e degli ostacoli, tale dicitura è completamente scomparsa nello schema di maggio, e anche in questo caso le scuole hanno ‘liberamente’ adattato e interpretato. Certo il testo di Buzzati e anche il testo informativo non erano semplici per alunni cinesi, albanesi, marocchini, anche se non al loro primo anno; ma l’adozione di misure alternative è prevista solo per l’handicap, la dislessia, i disturbi di apprendimento ( purché ‘specifici’: quelli che oggi i neuropsichiatri ‘curano’ con il Ritalin o altri farmaci).
L’anno che si è concluso costituisce una pietra miliare nella storia della scuola italiana. Sarà purtroppo anche l’ultimo in cui le risorse di un istituto consentiranno forme di valorizzazione, arricchimento culturale, attività di laboratorio e di ricerca, piccoli gruppi, progetti. Con il prossimo comincia il tramonto, la scomposizione, gli orari frammentati, i tempi brevi, la ‘semplicità’ del bel tempo che fu. Quindi, un’ulteriore stretta sui voti, per chi ‘non ci arriva’. L’anno prossimo sarà peggio, con classi numerose, insegnanti frustrati dal mettere pezze di qua e di là per coprire buchi orari, con problemi sempre nuovi di famiglie e alunni con bisogni formativi nuovi e vecchi che non si riuscirà a soddisfare.
Per questo sono un ‘pirla’: perché il sistema che si è messo in atto mi disgusta e mi produce avversione, mentre ad altri piace proprio. E’ un sistema che premia il conformismo e la pochezza culturale, la piattezza e l’assuefazione al ‘massaggio’ dei cervelli operato dal controllo mediatico.
E’ un sistema sempre più deprivato, neutro, poco costoso, inefficace, che chiede poco e dà poco: una ‘macchina del vuoto’, per citare un’altra pietra miliare dell’avventura pedagogica iniziata quasi quarant’anni fa.

Per favore, chi è vicino alla ministra le dica che non si fa così, che un tale disamore e una tale avversione per la scuola e la cultura non fanno il bene della nazione, che lei ha giurato sulla Costituzione, che si dimetta se la scuola non le piace; che lasci il campo a qualche ex democristiano, di quelli tutti d’un pezzo che, almeno, la scuola la conoscevano.
Di fronte all’alunna cinese chiusa in un mutismo ostinato, a cui evidentemente i genitori, per timore di ‘invasioni’ hanno ordinato di non rispondere a nessuna domanda sul suo futuro durante il colloquio, e lei ha esteso tale ordine a tutto l’ambito delle  possibili domande, aveva senso fermarsi a parlare di voti, di ‘eccellenza’ ( di chi? di chi non vede la sua esistenza sottoposta a continui cambiamenti, alla precarietà del domani), di media delle prove Invalsi? La tensione e la rabbia della ragazzina a un certo momento sono talmente aumentate che, perfino quando la prof di una disciplina le ha comunicato che nello scritto le ha dato 9, lei ha avuto uno scatto e ha gridato: -No!-

Quel ‘no’ pesa come un macigno sui vostri numeri, ne invalida completamente senso e valore.
Ministra, a lei non è mai successo che un evento imprevisto l’ha colta di sorpresa, le ha scombinato un progetto, una prospettiva, l’ha trovata impreparata?
Pensa che sancire con un numero tale spaesamento sia il modo più giusto di affrontarlo? Pensa davvero che il valore di una persona, la sua storia, cultura, memoria, identità, si ‘pesino’ coi numeri?
Ha consegnato alla scuola- e alla storia- un messaggio che mai avremmo voluto sentire da un ministro di questa repubblica: si può fare di meno, si può fare meno ‘fatica’ a insegnare e valutare, si può fare lo stesso con molte meno risorse, vale la pena di impegnarsi ‘solo’ coi ‘capaci e meritevoli’ ( nel senso di chi appartiene a un censo, a una classe, a un livello sociale, a un ambiente già di per sé ‘fornito’).

P.S. Chi sono gli altre 3 ‘pirla’? Uno dev’essere quello che l’ha fischiata, e poi?
P.P.S.S. E se aprissimo l’anno tutti col cartellino giallo in bella evidenza?

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