Direzione didattica di Pavone Canavese

14.06.2006

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Il programma del Ministro Fioroni
(risposta del Ministro al question time svolto alla Camera il 14.06.2006)
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Il diritto all'istruzione, all'apprendimento, è un bene di tutti, sancito nella nostra Costituzione. Per questo, è necessario realizzare una scuola inclusiva e di qualità che non lasci indietro nessuno ed è indispensabile rilanciare il ruolo pubblico della nostra scuola - che è e resta un servizio pubblico - prescindendo dagli erogatori e, soprattutto, dai soldi che uno ha in tasca e dalla fortuna di nascere in un luogo piuttosto che in un altro (ma credo che i cittadini italiani risolveranno quest'ultimo problema respingendo la devolution, nel nostro paese, al prossimo referendum). Per questo, in sede di conversione del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, che ha riordinato, rispettivamente, il Ministero dell'istruzione e il Ministero dell'università e della ricerca, ho proposto un emendamento volto a ripristinare la denominazione di «Ministero della pubblica istruzione».
Alla riforma della scuola varata nella precedente legislatura saranno apportate tutte le modifiche ed i correttivi ritenuti necessari per consentire alla scuola italiana di essere una scuola di tutti e per tutti, che sappia coniugare, insieme, equità ed eccellenza; con la precisazione che abrogare significa - così ritengo - conservare: si ripristina ciò che c'era, perché da dieci anni avevamo già avviato un processo di riforma.
Ritengo che sia importante, invece, sospendere la riforma in questione come misura «ponte» per rinnovare e per riformare, avendo la capacità di avviare una campagna di ascolto con la scuola reale ed avendo, quindi, l'opportunità di rimuovere ciò che occorre, nonché di modificare ciò che è giusto. Per tale motivo, sto lavorando a modifiche legislative che consentano, su autorizzazione del Parlamento, di ottenere questi tempi idonei.
Per quanto riguarda, poi, il primo ciclo, ritengo che si debba mettere mano a quegli strumenti (penso al tutor, al portfolio ed alla preiscrizione) che non sono stati applicati o che non sono applicabili a causa della norma stessa oppure perché, per il coinvolgimento di terzi, ciò non è previsto.
Ritengo che tutti questi siano interventi promossi nel preciso intento di avviare un percorso politico di dialogo e confronto con tutte le forze politiche e sociali, avendo davanti a noi un interesse certo per la scuola e creando situazioni favorevoli all'instaurarsi di una corretta dialettica. Tale dialettica dovrebbe consentire, successivamente, di operare organicamente sul piano normativo, anche con riguardo all'elevamento dell'obbligo scolastico, nell'ambito di una visione unitaria e nazionale del sistema educativo, nonché alla composizione degli esami di Stato (e, quindi, degli esami di maturità).
Ritengo, inoltre, un importante impegno prioritario del Governo lavorare per garantire la sicurezza dei nostri figli, che, per quanto riguarda gli edifici scolastici, dal precedente esecutivo è stata ampiamente e a lungo dimenticata. Questo, con le risorse disponibili che riusciremo a reperire, sarà il primo intervento.
 

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