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(09.02.2004)
Dal testo alla mappa  - di Marco Guastavigna

Le mappe concettuali debbono essere prodotte soprattutto dagli allievi, come autoesplicitazione consapevole dei risultati di un percorso formativo, ma anche come strumenti per l'analisi e lo studio dei testi. Gineprini ed io abbiamo anzi individuato un particolare segmento di queste rappresentazioni della conoscenza, le mappe "strutturali", destinate  proprio a decostruire e ricostruire testi provenienti da fonti autorevoli e accreditate, quali sono, appunto, i libri di scuola.

Con questo contributo voglio ora proporre:

a. un'esemplificazione empirica di come sia possibile "trasformare" un testo in una mappa strutturale, di quali problemi cognitivi ciò comporti e di quanto sia utile utilizzare le risorse di scrittura su supporto flessibile per affrontare questi ultimi; 
b. qualche riflessione allargata, relativa all'elaborazione delle mappe concettuali a partire da  testi di carattere storico.

Trasformazione di un testo in una mappa strutturale
Si prenda questo testo: “I delegati del Terzo Stato si riunirono nella sala della Pallacorda, un gioco simile al Tennis, dove giurarono di non sciogliere l'Assemblea finché non avessero dato una Costituzione alla Francia. Questo evento è l'atto di nascita della rivoluzione francese”. Trasformarlo in una mappa strutturale significa accettare la sfida di rispettare le tre condizioni che deve rispettare una mappa concettuale elaborata secondo il modello di J. Novak ovvero, come è noto, dover e saper :
a. esplicitare con un'etichetta tutte le relazioni tra i nodi individuati;
b. organizzare la mappa dall'altro verso il basso, a partire dal concetto più generale;
c. utilizzare per le etichette delle relazioni solo verbi e connettivi.

Nel testo riportato il concetto più generale è esplicitato nell'ultimo periodo: "atto di nascita della rivoluzione francese", una sorta di definizione storiografica di quanto narrato in precedenza.. Se avremo avuto l'accortezza di portare il testo su supporto flessibile, potremo rimarcare tale fatto nel modo che segue: "I delegati del Terzo Stato si riunirono nella sala della Pallacorda, un gioco simile al Tennis, dove giurarono di non sciogliere l'Assemblea finché non avessero dato una Costituzione alla Francia. Questo evento è l'atto di nascita della rivoluzione francese”. Il carattere rosso ci segnala insomma il concetto destinato a divenire la "cornice" della nostra mappa.

Analogamente potremo procedere ad una serie di ulteriori marcature, spiegate nella tabella successiva al testo, che propone una fotografia statica dei risultati di un processo di analisi della rete concettuale in realtà molto complesso, a cui gli allievi possono e devono essere guidati dall'insegnante, le prime volte meglio se in modo collettivo e negoziato, se possibile con l'ausilio di un videoproiettore:

I delegati del Terzo Stato si riunirono [riunione] nella sala della Pallacorda, un gioco simile al Tennis, dove giurarono [giuramento] di non sciogliere [permanente]l'Assemblea finché non avessero dato [discussione ed elaborazione autonome] una Costituzione alla Francia. Questo evento è l'atto di nascita della rivoluzione francese."

Soluzione tipografica

Significato logico

rosso

concetto-cornice della mappa

blu

concetto

blu tra parentesi quadre

nominalizzazione di un verbo portatore di un concetto

verde grassetto

relazione

barrato parte di testo puramente fraseologica o contenente informazioni giudicate superflue

Potremo ora passare all'elaborazione della mappa:

Anche in questo caso nell'immagine si fotografa il risultato finale di un processo nel quale si sono:
a. utilizzate le relazioni individuate;
b. introdotte ed etichettate le altre relazioni necessarie;
c. giudicati ridondanti i concetti "Francia" e "riunione", perché assorbiti da "atto di nascita della rivoluzione francese" e da "assemblea permanente".

Mappe concettuali e strutturali e testi di storia
Quanto fin qua esposto non ha una valenza procedurale prescrittiva: ribadisco che si tratta soltanto di un'esemplificazione empirica di come affrontare e risolvere alcune questioni di fondo sfruttando le potenzialità dell'elaborazione digitale. 

Qualsiasi siano le modalità con cui la attui, la trasformazione di un testo in una mappa strutturale è però, come del resto già detto, un processo complesso. In questo sta la difficoltà, ma anche il valore aggiunto del modello logico-operativo delle mappe concettuali: esse vanno nella direzione dell'apprendimento significativo proprio perché costringono a operazioni cognitive di grande profondità, che riguardano:
a, individuazione dei concetti, 
b.  esplicitazione delle relazioni, 
c. condivisione e aderenza al modello logico di riferimento, che, basandosi sul principio di inclusività, implica l'individuazione di un concetto-cornice, di un "tema" su cui articolare la mappa. 

In attesa che il dibattito che sta mettendo in discussione il criterio di inclusività come asse delle mappe concettuali arrivi a una nuova proposta epistemologica,  è quest'ultimo,  la necessità di un "concetto-cornice", l'aspetto su cui secondo me vale la pena di soffermarsi.  Nel caso appena analizzato il testo di partenza ci ha reso la vita abbastanza facile, dal momento che il "concetto-cornice" vi era indicato  in modo esplicito

Il "concetto cornice" può non essere esplicitato: in questi casi starà quindi a noi ri/costruirlo con un'operazione di nominalizzazione complessiva dell'insieme concettuale fornito dal testo di riferimento. Nel caso dei testi di storia, lancio una una proposta di discussione; a mio giudizio possiamo infatti fare ricorso come "concetti cornice" essenzialmente a:
1. categorie di tipo storiografico astratto (crisi, progresso, sviluppo, rivoluzione, guerra ecc., nonché loro ulteriori articolazioni più o meno connotate e metaforizzate - come nel testo appena "mappato");
2. eventi storici di respiro ampio  (periodizzazioni, formazioni, economico-sociali, nomadismo, feudalesimo, stato assoluto, moti carbonari, resistenza ecc.).
3. eventi storici più nettamente delimitati nel tempo e nello spazio (battaglia delle Termopili, prima crociata, congresso di Vienna, assedio di Stalingrado)

Per far questo spesso possiamo basarci sulla titolazione dei capitoli e dei paragrafi o sull'outlining delle pagine. Ma non sempre: nel caso seguente, per esempio, il titolo del paragrafo è, paradossalmente, troppo generale per essere effettivamente assunto a "concetto-cornice", dal momento che il testo in realtà non sviluppa il tema nel suo insieme.

"Navigazione ed espansione delle civiltà (da La storia per grandi temi – vol 1B , Le Monnier, ISBN 88-00-45207-8,  pag. 24 )
Nell’antichità i viaggi per mare rimasero per moltissimo tempo incerti ed estremamente avventurosi. Per poter affrontare la navigazione marina su vasta scala, fu necessario raggiungere un certo grado di evoluzione nella tecnica navale. I maggiori esperti nella costruzione di navi nel mondo antico mediterraneo furono senza dubbio i Fenici. La foresta del Libano forniva loro legni di ottima qualità per la costruzione di navi solide e potenti. Esse erano dotate di una chiglia (la parte dello scafo che va sotto la linea di galleggiamento e consente una maggiore stabilità) e di fiancate rialzate che aumentavano al sicurezza della navigazione: guidate da un timoniere, erano spinte sia dalla forza dei remi che da una vela. Con questi mezzi non solo affrontarono, a partire dal X-IX secolo a.C., l’esplorazione completa delle coste  del Mediterraneo, fondando colonie a Cartagine, Palermo e Cagliari e intrattenendo rapporti commerciali con tutte le popolazioni, ma diedero inizio anche ai grandi viaggi oceanici e di esplorazione. Nel 600 a . C. riuscirono a compiere il giro completo (il periplo) dell’Africa e nel 450 a .C. raggiunsero le isole della Gran Bretagna."

Nello sviluppare la mappa concettuale, ho scelto di inserire come concetto-cornice quello più ragionevole e aderente al testo di "Progresso marinaro dei Fenici", dove "progresso" riprende e attenua l'espressione "evoluzione" della "tecnica navale", quest'ultima descritta in modo contestualizzato a quanto fatto dai Fenici, che da esempio assurgono a "tema" della mappa stessa.

Nella scelta del concetto-cornice indicato e rispetto al quale ho avuto molte esitazioni devo confessare di essere stato"sbloccato" dal fatto che CmapTools (programma free per la produzione di mappe concettuali) suggerisce di assumere una domanda focale come "perno" della mappa: come ben evidenziato dall'immagine successiva che presenta la  "scheda" da compilare al momento del primo salvataggio. 

Tale impostazione, sulla quale mi avevano fatto riflettere alcuni scambi di idee con l'amico Alfredo Tifi,  mi ha non solo indirizzato ma anche "rasserenato" sul piano cognitivo e pedagogico, perché ha dato dignità all'idea che la prospettiva di elaborazione di una mappa possa essere variabile dipendente dallo scopo dell'apprendimento almeno tanto quanto dal contenuto astratto di un testo di riferimento.

Dovendoli riportare per chiarezza espositiva, ho scelto di usare testi molto brevi, corrispondenti più o meno a un paragrafo. Ovviamente non è pensabile di chiedere agli allievi l'elaborazione di una mappa per ogni paragrafo, se non a titolo propedeutico. L'unità  più sensata a cui far corrispondere l'elaborazione di una mappa appare essere il capitolo, quando esso sia concettualmente molto compatto e unitario, o una sua ampia parte.

In tutti  i casi la scelta della mappa "strutturale" (concettuale) ha conseguenze logiche che devono essere molto chiare: intendiamo infatti rappresentare significati complessi e ampi, che andranno al di là e ben oltre la semplice articolazione e la mera visualizzazione grafica di nessi causali e temporali o in genere della scomposizione dell'"insieme informativo" esplicitato nel testo nelle sue articolazioni a loro volta in esso dichiarate; dobbiamo quindi essere ben consapevoli che si potrà rendere necessario attivare processi inferenziali per generalizzare e integrare il tessuto informativo fornito in modo diretto dal testo stesso, probabilmente sempre (si pensi alla trasformazione di "dare" in "scrittura autonoma" nel testo usato nel primo esempio), più che mai quando si debba ri/costruire il "concetto-cornice". In moltissimi casi, inoltre, sarà necessaria un consapevole decentramento dall'indirizzo espositivo del testo di riferimento.

Non sempre è per altro possibile individuare il  "concetto cornice" o si hanno il tempo o la motivazione necessari per sviluppare tutto il processo di analisi e trasformazione del testo di riferimento in "mappa strutturale". In questi casi può venire utile ricorrere a forme di schematizzazione a blocchi, come quella riportata nella figura seguente, che consentono di mettere in rapporto nodi concettuali senza dover individuare una cornice inclusiva. A fronte di questo vantaggio, che rende più immediato il lavoro, sta lo svantaggio della mancanza di un modello logico-operativo a cui riferirsi per la ri-lettura e la comunicazione ad altri della nostra rappresentazione grafica.

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