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(03.09.2011)
Se vuoi essere Dirigente...
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di Marco Guastavigna 

 

 

Finalmente sono disponibili! Sto parlando delle attesissime e più volte annunciate batterie di quiz per la prova preselettiva del concorso a Dirigente Scolastico.

Personalmente non sono interessato, ma non ho potuto esimermi dal dare uno sguardo all'Area 7, pomposamente etichettata "Uso a livello avanzato delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse" e dal fare qualche (maligna) considerazione.

Una possibile chiave di lettura, di alto profilo, è cercare di leggere tra le righe il profilo professionale del Dirigente Scolastico 2.0. Bene è davvero difficile che i presidi e i direttori didattici (tutti continuiamo a chiamarli così), ma anche i leader e i manager dipinti da qualche allegoria 2.0, debbano occuparsi di Lavagne Interattive Multimediali in termini di tecnologie resistive vs. capacitive, anche se è probabilmente utile che abbiano presente che attaccarle su una parete di mattoni piuttosto che di cartongesso riduce le possibilità che il pesante oggetto caschi addosso a qualcuno...

Mi si potrebbe però rispondere che la prospettiva è un'altra: siamo in vista di una preselezione, coloro che sbaglieranno più di 20 quesiti saranno esclusi dalle prove vere e proprie e quindi ciò che si configura non è un virtuale profilo professionale dei futuri dirigenti, ma soltanto una base di conoscenza che si richiede agli insegnanti aspiranti.

Ho provato allora a leggere i quiz in questa chiave meno pretenziosa e ho dovuto riconoscere che chi li ha confezionati ha saputo ricalcare con grande precisione i peggiori passaggi e le meno convincenti concettualizzazioni che hanno contrassegnato le diverse campagne di diffusione degli strumenti e di formazione del personale docente.

Alcune domande sono testimonianza del perdurare della "Soggezione informatica dello Stato italiano alla Microsoft" denunciata già nel 2000: l'unico sistema operativo a cui si fa riferimento è Windows; Office - anche se mai citato direttamente - la fa da padrone nei paradigmi relativi alla dimensione digitale del lavoro d'ufficio.

All'opensource e a analoghi concetti e pratiche è dedicato uno spazio del tutto di maniera.

Vi sono poi quesiti molto generici (per esempio relativi alla definizione di browser) accanto a domande estremamente minuziose e pedanti sul piano tecnico: non emergono insomma una vera e propria ratio culturale, un criterio unificante per la confezione dei materiali.

Si ha piuttosto l'impressione che una (stanca) redazione assemblata all'ultimo momento abbia attinto alle proprie (disparate) conoscenze e abbia - efficacemente, va riconosciuto - parodiato i contenuti che hanno caratterizzato le formazioni messe in piedi da ANSAS/INDIRE a partire dalla famigerata stagione di ForTIC, quella in cui agli insegnanti da "alfabetizzare" fu imposto il Syllabus ECDL e furono proposte le esercitazioni precedentemente impiegate dal Ministero della Funzione Pubblica per gli impiegati comunali di tipo esecutivo, per passare ai learning object, e arrivare alle totemiche LIM.

L'ipotesi appare trovare conferma, per altro, nella dogmatica sciatteria delle domande dell'Area 4, incentrata sulle metodologie didattiche.

Prima di tutto va segnalata una davvero strepitosa definizione di "apprendimento attivo", che riportiamo in figura e che la dice lunga sull'accuratezza culturale che circonda la preselezione (per convenzione la risposta considerata esatta è sempre la prima a destra della domanda):

 

Soprattutto, le domande di quest'area che in un qualche modo hanno una relazione con le tecnologie digitali sciorinano tutti i luoghi comuni e le retoriche che hanno caratterizzato il Pensiero Pedagogico Unico che - tra eLearnig, tutoring e coaching - ha imperversato in questi anni nelle nostre istituzioni; particolarmente gustosa per la sua autoreferenzialità, al limite del nonsense, la risposta al quesito sul "mentoring", anch'essa riportata qui sotto attingendo al testo originale e comprensibile soltanto per coloro che abbiano fatto esperienza diretta di quanto viene citato in modo implicito (ovvero i corsi di formazione per il personale docente neoassunto in ruolo):

Tornando ancora ai quesiti dell'Area 7, particolarmente adatta al clima e al lessico da commedia all'italiana che caratterizzano l'insieme dell'operazione per la selezione dei nuovi dirigenti scolastici, la risposta al quesito 156 (per altro identico al 155), nel quale la sicurezza della navigazione a scopo didattico viene ridotta a "page security check", meccanismo che permetterebbe allo studente in classe l'accesso a una pagina WEB su cui ordinare un film pornografico, garantendogli però che la transizione via carta di credito sarà sicura...

In sintesi: balza agli occhi una tracotante mancanza di rispetto istituzionale per la dignità personale prima ancora che professionale di coloro che saranno selezionati e più in generale di tutti i concorrenti; meraviglia quindi che non vi sia editorialista, deputato o senatore, sindacato, associazione professionale e così via che sollevi la questione al pubblico dibattito (e ludibrio).

Nota del 6 ottobre 2011

Con incredibile faccia tosta e a una settimana dalla prova il MIUR ha annunciato la cancellazione di 1000 quesiti (il 17% circa) tra quelli proposti.

Chi risarcirà gli aspiranti dirigenti del tempo perduto a imparare nozioni inesatte o dogmatiche e della probabile confusione mentale conseguente?

E della fantomatica "commissione esterna di esperti" - che immaginiamo non abbia lavorato gratis - qualcuno pagherà, almeno uscendo dall'anonimato di cui fino a ora ha incredibilmente goduto?

Nota del 7 ottobre 2011

La pressione mediale è troppo alta; l'anonimato è caduto, i capri espiatori sono individuati. Capri espiatori? Probabilmente in parte e per qualcuno è così. Ma come mai la complicità nel silenzio fino a oggi? Come mai, a fronte delle critiche montanti, nessuno degli insigni uomini e donne di lettere e di scienza provenienti dalle Università ha levato la sua voce a difesa della valenza culturale dell'operazione, per lo meno per la parte di cui era responsabile diretto? Che qualcuno avesse delegato il lavoro ad altri e non si fosse reso conto della bassa qualità, non rileggendo le domande, sul modello Gelmini-Zennaro, quello del tunnel dei miracoli? Del resto figura nell'elenco almeno una persona con un chiaro conflitto di interesse tra la propria posizione di consulente e il fatto di aver erogato formazione a gruppi di concorrenti paganti. Spero proprio che non scopriremo prima o poi che qualcuno tra i componenti la commissione è anche un aspirante dirigente...

Nota del 10 ottobre 2011

Oggi su Repubblica è comparsa una surreale intervista del Ministro; tra le varie affermazioni che lasciano qualche dubbio anche nel lettore meno schierato, due rivelazioni.
Gli esperti che hanno redatto i quiz per la prova del concorso dirigenti che si terrà tra tre giorni non verranno pagati (Pecuniam non habere... olet!) e rischiano addirittura, una richiesta di danni, azione che io per altro suggerirei anche ai concorrenti che venissero esclusi, considerato che sono stati palesemente disorientati e confusi. A gestire l'operazione è una ancora fantomatica Agenzia esterna, che si è avvalsa però di personale tutto interno all'Istruzione e all'Università, che - come è noto - per svolgere attività "ultronee" ha bisogno di specifica autorizzazione. Siamo davvero di fronte a uno straordinario gioco delle tre carte: soggetti in strumentale libera uscita, che ricevono prebende quale premio di fedeltà o di collocazione, eseguono il loro compito con la massima sciatteria e vengono ora puniti per la figuraccia rimediata.

Nota del 19 ottobre 2011

Ed ecco la diretta streaming delle operazioni di correzione, una verniciata di modernità sulla figuraccia culturale e organizzativa, preceduta però da tracotanti insulti ai concorrenti da parte del Presidente del Formez - è finalmente stata identificata la fantomatica Agenzia, che di esterno non ha poi molto, sul cui sito vengono via via pubblicati gli elenchi degli idonei. Un'occasione per verificare eventuali "omonimie" tra concorrenti ammessi e estensori dei quesiti.

 

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