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(03.08.2012)
La questione digitale
(da Insegnare 1/2, 2012) -
di Marco Guastavigna 

L'opinione pubblica di un Paese normale, nel sentire un Ministro affermare – in occasione del suo ennesimo abboccamento con i media – che “Attraverso l'operazione delle tracce on line chiudiamo il Millennio precedente. L'esame di maturità con centinaia di migliaia di buste spostate per l'Italia dal ministero, ai carabinieri, poi alle scuole, non ci sarà più. Il plico informatico che sarà trasmesso potrà essere aperto solo con una chiave elettronica il 20 giugno (giorno della prima prova scritta dell'a.s. 2011-2012, ndr)" avrebbe come minimo sussulti di senso critico. E si chiederebbe come possa credere di innovare occupandosi solo degli aspetti tecnici.

A nulla servono infatti le garanzie di sicurezza di una trasmissione con “tecnologie militari” per colmare una evidente e profonda ingiustizia: solo una visione demagogica e superficiale di cultura e didattica può permettere che agli studenti dei professionali siano proposti per la prova di italiano argomenti che richiedono competenze culturali tipiche del percorso liceale. La stessa opinione pubblica avrebbe probabilmente qualche reazione di fronte al fatto che, nonostante l’enfasi con cui è stata presentata, l’applicazione per la gestione delle prove e dell'anagrafica dei candidati, “Commissione Web”, non abbia funzionato, creando varie difficoltà.

 

Per non dire che un Paese normale valuterebbe con indignazione - se non con sospetto - un concorso per dirigenti scolastici aperto con una sciatta prova pre-selettiva infarcita di errori e chiuso con la minaccia di molti ricorsi collettivi e individuali ai TAR, per possibile illegittimità della composizione di alcune commissioni e presunta illogicità di alcuni criteri usati per nella correzione degli elaborati. Voglio però attuare una consapevole rimozione e ricorrere ancora una volta all'ottimismo della volontà; scelgo di dimenticare ciò a cui ho accennato fino a ora e di rivolgermi sia a coloro che diventeranno dirigenti scolastici sia a chi ricopre già questo ruolo per esaminare insieme la rilevanza della dimensione digitale delle responsabilità decisionali.

Il Dirigente Scolastico 2.0 – utilizzo il suffisso con un pizzico di ironia – è in qualche modo obbligato a fare i conti con la pervasività delle tecnologie informatiche ed elettroniche, prima ancora che dal punto di vista della didattica, da quello dell'organizzazione istituzionale della scuola.

Ogni dirigente scolastico, infatti, ha un proprio accesso esclusivo al Portale dei Servizi SIDI, che raggruppa la gran parte delle funzioni gestionali più importanti: anagrafica degli alunni, contabilità e fondo di istituto, per citarne solo alcune. Questo implica che il dirigente stesso abbia familiarità con concetti come profilo-utente, account, password, credenziali. E che comprenda come la gestione dei servizi via Internet su un portale centrale del MIUR non solo uniformi le procedure e richieda un unico inserimento di ogni singolo dato, riducendo le possibilità di errore, ma sollevi le diverse scuole da vari costi: non vi è software da acquistare, perché tutto funziona con un programma di navigazione per Internet; copie di sicurezza e procedure anti-intrusione sono a carico del MIUR e così via.

Altrettanto significativo è il DSGA 2.0, tanto che anche questa figura professionale ha un suo profilo di accesso al SIDI. È bene pertanto coordinare i diversi ruoli e compiti; in particolare sono particolarmente riservatezza e sicurezza. Archiviare informazioni elettroniche richiede infatti conoscenza e messa in atto da parte di Dirigente, DSGA e personale da essi designato delle norme che il trattamento dei dati, riguardanti raccolta, elaborazione, raffronto, cancellazione, modificazione, comunicazione o diffusione degli stessi, così come delle misure minime per garantire integrità, backup delle informazioni e eventuale ripristino di strumentazioni e loro contenuti.

Nel prendere servizio in una scuola è raccomandabile quindi chiedere quali siano le procedure previste e quale sia l'organigramma delle attribuzioni di responsabilità e dei compiti. Così come sarà utile chiedere se e come venga filtrata la navigazione sulla rete, perché vige l'obbligo di tutela dei minori, e come sia organizzato il sistema di autorizzazione all'accesso a Internet, in particolare in presenza di reti wireless, per utilizzare le quali sono sufficienti dispositivi -gli smartphone- sempre più frequentemente in possesso non solo degli alunni, ma anche di chiunque entri nell'edificio scolastico o addirittura stazioni nelle sue vicinanze.

Con ogni probabilità la scuola sarà in possesso di un software gestionale e avrà messo in atto conseguenti procedure di gestione del protocollo informatico, obbligo di legge. Avrà almeno un indirizzo di posta elettronica certificata, accanto ad altre caselle, attivate a vario titolo: è importante conoscerne quantità e destinazione d'uso, sapere chi sia delegato ad apertura e invio della corrispondenza ufficiale, prevedere ragionevoli tempistiche di ingresso e uscita delle mail; e così via. La scuola avrà anche un proprio sito: il dirigente dovrà informarsi su chi ne sia responsabile; su struttura e rispondenza alle richieste di legge; sui costi complessivi; su quale sia l'organizzazione redazionale; sul ricorso o meno a prestazioni e servizi esterni; sulle procedure e sulla tempistica di acquisizione e pubblicazione delle informazioni.

Non solo in segreteria, ma presso tutto il personale, il grado di familiarità con gli strumenti digitali sarà quasi certamente molto variegato; di rado i singoli saranno in grado di produrre certificazioni o attestazioni delle competenze possedute e prevarrà piuttosto aspetti l’esperienza effettivamente accumulata. Nell'eventuale assegnazione di nuovi compiti spesso dovrà quindi prevalere il buon senso, ma sarà bene verificare l'efficacia delle scelte fatte e –soprattutto- non confondere e sovrapporre capacità tecniche e competenza didattica nell'uso delle tecnologie. Tanto più che il personale considerato in qualche modo “esperto” all'interno dell'unità scolastica sarà chiamato di tanto in tanto ad aiutare i colleghi che devono affrontare il trasferimento su un portale WEB. di attività tradizionalmente svolte in ufficio, interloquendo con un impiegato

Mi riferisco a Istanze Online, destinato all'inoltro di domande (per esempio quella di partecipazione agli esami di Stato) o alla realizzazione di procedure quali l'anagrafe professionale che tutti recentemente siamo stati chiamati a compilare. O – soprattutto – a Stipendi PA, che interviene per quanto riguarda cedolini, CUD, detrazioni e così via. In alcuni casi, poi, la scuola avrà informatizzato procedure di valutazione, scrutini, comunicazione con le famiglie; anche in questo casosi deve avere un quadro preciso delle attività e delle loro implicazioni su organizzazione e relazioni con il personale e le sue eventuali esigenze di supporto operativo. I rapporti con il personale stesso sono in gioco anche in momenti importanti per quanto riguarda la didattica, ovvero la possibilità di acquisire dispositivi e strumentazioni, occasioni in cui sarebbero cruciali scelte oculate e trasparenti.

Mi riferisco per esempio all'esperienza – vissuta dalla maggioranza della scuole di ogni ordine e grado – del “Piano di diffusione delle lavagne interattive multimediali”. Le scuole hanno dovuto designare uno o più responsabili dell'operazione, ai quali si prospettava un carico di lavoro aggiuntivo, ma spesso nessuna incentivazione. Non solo: il “Piano” ministeriale prevedeva che ogni istituto individuasse un certo numero di insegnanti quali futuri destinatari di corsi di formazione erogati dall'ANSAS. Molti sono stati però iscritti solo per soddisfare il vincolo, senza che fosse chiarito nelle opportune sedi collegiali che avrebbero frequentato i corsi in rappresentanza dell'unità scolastica, per far ricadere i contenuti anche sui colleghi, e non per loro esclusiva scelta personale.

Questo si è molto spesso tradotto in difficoltà varie e ingiustificate, in particolare quando l'orario della formazione coincideva con quello delle lezioni: a volte erano paradossalmente proprio i dirigenti a ostacolare la partecipazione, in qualche caso addirittura rifiutando di esonerare gli insegnanti da consigli di classe e istanze simili. Non solo: molto spesso – fraintendendo il concetto di privacy e dimenticando che vi sono le caselle istituzionali sul dominio istruzione.it – tutti gli insegnanti di una medesima scuola venivano associati ad un unico indirizzo di posta, in genere quello del codice meccanografico. Con il risultato di rendere caotica e lenta la comunicazione da parte degli enti organizzatori con i corsisti: la comprensione del senso del messaggio e dei suoi effettivi destinatari e lo smistamento ai medesimi diventava infatti in questi casi compito degli addetti all'apertura della posta, in genere personale della segreteria.

Le implicazioni organizzative e comunicative del piano di diffusione delle lavagna digitali sono insomma un buon esempio di come sia necessario considerare la gestione delle “questioni digitali” un elemento strategico del profilo professionale del dirigente scolastico, uscendo dalla superficialità e dall'approssimazione con cui molto spesso tuttora si agisce.

NB: Ho scritto e consegnato in redazione il “pezzo” nei primi giorni dell’Esame di Stato; Commissione Web – di cui parlo ampiamente nel prossimo articolo – ha visto il suo vero e proprio flop nel giorno dell’insediamento delle commissioni.