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(01.09.2002)
Nati con Windows 
- di Marco Guastavigna

I bambini coevi di Windows 95 hanno appena concluso il primo anno di scuola elementare, mentre quelli nati insieme alla versione 98 stanno per entrare nel secondo di scuola dell'infanzia. La versione 1.0 di Windows è addirittura del 1985, la 2.0 del 1987. A dire il vero è con Windows 3.0 - 1989-  che i PC adottano un'interfaccia autenticamente analogica: per utilizzare il PC non sarà più necessario dover conoscere e scrivere comandi;  questa modalità di interazione operativa e cognitiva con la "macchina" sarà perfezionata con la versione 3.1, del 1992, e 3.11 del 1994, dopo che Microsoft avrà definito lo standard del pc multimediale nel 1991.

Una lettura attenta e disincantata di questa cronologia non può non farci capire come sia del tutto priva di senso un'espressione che continua invece a essere invece impiegata nel mondo della scuola: "Nuove Tecnologie". Le attuali tecnologie di comunicazione e l'interfaccia su cui si basano - nel mondo Apple le icone analogiche sono state una scelta di design, e quindi di nuovo operativa e cognitiva, immediata- non sono affatto una novità non solo per molti di coloro che frequentano attualmente tutti i cicli scolastici, ma anche per gli insegnanti più giovani!

Insomma, smettiamo subito di usare questo modo di dire e rendiamoci invece conto che esso da una parte costituisce un alibi (inconsapevole?) per una ridotta, se non mancata, riflessione davvero approfondita sulle potenzialità e sulle problematiche cognitive e pedagogiche dell'introduzione delle TIC nella didattica e dall'altra presta il fianco alla rinuncia da parte della scuola alla sua specificità,  a favore di deleghe all'esterno e/o dell'introduzione di autoreferenti percorsi addestrativi all'uso delle tecnologie in quanto tali.

Per quest'anno scolastico si annuncia un ampio piano di formazione rivolto a tutto il personale docente.
Adoperiamoci perché non sia di nuovo un'occasione sprecata.

Non illudiamoci cioè che sia possibile, né dal punto di vista dell'insegnante né tanto meno da quello dell'allievo, ridurre le competenze d'uso formativo del PC all'ECDL per utenti generici; non lasciamo che l'acquisizione di capacità tecniche, di manovra di oggetti, sia separata da quella del senso, della "spendibilità" nel proprio o nell'altrui progresso cognitivo e culturale: diversamente tali "oggetti" resterebbero del tutto opachi e distanti.

Facciamo insomma in modo che la scuola si ri/assuma il proprio compito vero: costruire contesti significativi in cui utilizzare le TIC per facilitare e potenziare il raggiungimento di obiettivi formativi di carattere complessivo e generale.

Buon anno "scolastico-tecnologico" a tutti i lettori.

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