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Precariato e dintorni - a cura di Paolo Fasce

(09.09.2013)

Assunzioni, tanto rumore per nulla.


Solo qualche mese fa mi trovavo a commentare, in questa rubrica, a proposito delle assunzioni 2013, con un articolo dal titolo “Un brodino senza dado”. In quella sede elencavo le assunzioni a partire dal 2007 che posso ora estendere a partire dal 2001:

2001    30.000
2002    0
2003    0
2004    12.500
2005    35.000
2006    20.000
2007    50.000
2008    25.000
2009    8.000
2010    10.000
2011    30.300 (di cui 10.000 retrodatate all'anno precedente).
2012    21.112
2013    11.268

Il piano triennale annunciato prevede 69.000 assunzioni (quindi 23.000 l'anno), di cui 27.000 sono di sostegno. Al netto di queste ultime, che trasformano in cattedre di diritto solo una parte delle 38.000 cattedre di fatto, il piano è di 14.000 cattedre annue.
Si osservi ora lo storico, effettuando per ogni anno la media della terna che comprende l'anno medesimo, il precedente e il successivo che fornisce numeri confrontabili con la media del prossimo “piano triennale”:

2002    10000 è inferiore all'intervallo 14.000-23.000.
2003    4167 è inferiore all'intervallo 14.000-23.000.
2004    15833 è compreso nell'intervallo 14.000-23.000.
2005    22500 è compreso nell'intervallo 14.000-23.000.
2006    35000 è superiore all'intervallo 14.000-23.000.
2007    31667 è superiore all'intervallo 14.000-23.000.
2008    27667 è superiore all'intervallo 14.000-23.000.
2009    14333 è compreso nell'intervallo 14.000-23.000.
2010    16100 è compreso nell'intervallo 14.000-23.000.
2011    20471 è compreso nell'intervallo 14.000-23.000.
2012    20893 è compreso nell'intervallo 14.000-23.000.

Si osserva quindi che i numeri della Ministra Carrozza soccombono di fronte al triennio che comprende l'abortito piano triennale di Fioroni (150.000 in tre anni, poi chiuso in sette e sospeso già al secondo anno), ma sono assolutamente in linea con gli ultimi anni e sono migliori solo dei primi anni 2000 quando ci fu addirittura un biennio di sospensione delle assunzioni.
Considerato il fatto che in tali numeri insistono gli insegnanti di sostegno solo nella parte centrale (quella più corposa) e ben poco agli estremi (in coda per il fatto che l'organico di diritto è sostanzialmente saturo pochi anni) si può osservare il fatto che i numeri (14.000/anno o 23.000/anno) sono modesti e, a detta della stessa Ministra Carrozza, tesi a coprire l'organico di diritto, fino anche al 100%. Ma dove verranno trovati i posti nell'organico di diritto? Nel banale turnover, quello dei pensionamenti. Corre infatti l'obbligo ricordare che, solo pochi anni fa (ma la situazione non può essere cambiata, il 50% del corpo docenti ha un'età superiore ai 54 anni. Ciò sigifica che nell'arco di un decennio, ogni anno va mediamente in pensione il 5% del totale del corpo insegnante che, ovviamente, va sostituito. È un atto dovuto perché i tagli della finanziaria 2008 hanno prodotto una sostanziale ormai raggiunta incomprimibilità delle esigenze reali. In soldoni, a meno di non immaginare quadri orari di 20 ore settimanali, meno di così non si può!
Tutto ciò testimonia il fatto che il piano triennale stabilizzerà qualcuno, ma non inciderà in alcun modo nelle cause del precariato diffuso che sono legate alla rigidità delle classi di concorso, alla rigidità nella riallocazione delle risorse umane anche da un punto di vista territoriale, alla conseguente endemica assunzione di un organico di diritto che sarà sempre sovrastato da un organico di fatto al quale è implicitamente ed inevitabilmente assegnato il compito, colla sua enorme fluidità, di supplire alla rigidità del sistema.

Fino ad ora le belle notizie.

La prima brutta notizia è che stiamo parlando di un piano triennale che, ogni anno, verrà negoziato col Ministero dell'Economia e delle Finanze (il MEF) al quale la normativa vigente assegna sempre l'ultima parola alla luce dell'ormai costituzionale pareggio di bilancio che scolpisce nella pietra “quel che ci dice l'Europa”.
La seconda brutta notizia è che gli iscritti alle Graduatorie ad Esaurimento, gli abilitati coi TFA ordinari e gli abilitandi coi PAS e coi futuri TFA si devono rassegnare ad affrontare lunghi anni di precariato, come è capitato alla mia generazione e a quelle prima della mia.

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