Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica del dopo-Moratti


02.07.2007

Si stava meglio quando si starà peggio
di Rodolfo Marchisio

Nel dibattito (o meglio nelle lamentele, spesso giuste) sul "nuovo" Ministro della scuola e sulla politica di questo Governo in proposito, leggo sempre piu’ spesso frasi deluse, ma anche "nostalgiche": "peggio della Moratti…", "Se l’avessimo fatto noi (Berlusconi ed altri)…"

Vorrei puntualizzare alcune cose.

La situazione

1. Di questo governo non si discute piu’, da tempo, se cadrà, ma come e quando.

2. La "Unione" non esiste piu’ da tempo, perché, come spesso succede, sono prevalsi gli interessi di parte, accentuati:

a) dalla debolezza di un esecutivo che non ha una maggioranza a causa della polpetta elettorale partorita dai leghisti per conto della CdL, ma anche a causa della divisione storica di un paese in cui la sinistra (comunque intesa) non ha mai contato piu’ del 30/40%.

b) dalla grave crisi istituzionale e dai cantieri ormai aperti per ristrutturare la politica italiana: dal partito Democratico, alla "Cosa rossa", dall’area del Family Day che da Pezzotta a Cl alla Curia alla CdL monopolizzerebbero volentieri; alla nostalgia del Centro, alla necessità di emergere delle formazioni minori che questo sistema maggioritaria imperfetto ha contribuito a moltiplicare di numero e di potere (anche se non di voti). Come ai tempi delle Prima repubblica.

c) dal fatto che anche quando si è cercato di fare qualcosa concordemente, per scelta o per necessità, il centro sinistra, per la seconda volta, ha cominciato dal risanamento dei conti che una destra istituzionalmente irresponsabile (vedi invito a non pagare le tasse ad un elettorato con molti evasori/elusori) non aveva curato per interessi elettorali e personali.Giusto? Sbagliato? Meglio un governo (neanche liberale/liberista) che non risana i conti, danneggia l’economia, si fa gli affari suoi, distribuisce un po’ di soldi a pochi, non si danna per far pagare le tasse a tanti e magari vince le elezioni o uno che le perde per la sua incoerenza e debolezza, ma anche per aver risanato i conti? Qual è l’equilibrio quando tutte le categorie chiedono/si lamentano? Quando la cura uccide il malato? Il tema dell’attuale contendere, detto in modo nobile, sarebbe l’equilibrio fra il risanamento e la equa redistribuzione a favore di chi ha piu’ bisogno.

3. Siamo invece ormai alla crisi delle Istituzioni, ai veleni dei tutti contro tutti, alla paura di perdere voti, ad un uso scorretto dei media ed al fatto che tutti, compresa la Chiesa, non perdono occasione per essere al centro del dibattito e dei TG. Cioè della politica di oggi.

La scuola

Idee per una Riforma (o restaurazione dopo la Moratti?) della scuola c’erano nei programmi elettorali e sono stati disseminati in vari Convegni preelettorali (magari un po’ ottimisti sull’esito delle consultazioni…).
Le priorità del governo sono andate al risanamento ed ora tutti tendono a mettere le mani sul "tesoretto". Credo a questo punto siano saltati non solo la fragile unità, ma anche i programmi e tutti stiano pensando a se, ai propri elettori ed al dopo.
Che spazio può allora avere in questo contesto una scuola ormai alla "frutta", mai così debole ed indebitata, priva di risorse, con Tempo pieno e prolungato, risorse (professionali e strumentali) per laboratori, flessibilità e individualizzazione, lavoro con stranieri e disabili ridotti (dalla riforma Moratti e poi dai tagli continui) ai minimi storici.? Le ultime notizie direbbero che si stanno mettendo delle pezze in Commissione istruzione. Ma si tratta di pezze. Non di un progetto.
Sappiamo tutti che ci vorrebbero risorse economiche, autonomia reale basata sulle risorse e sulla gestione autonoma di un organico adeguato ed in parte autodeterminato, una revisione del sistema, partendo dalle Indicazione nazionali, ma anche da una condivisione maggiore delle scelte e del progetto. Una definizione ed una condivisione del ruolo del Centro (inteso come Ministero) e ruolo delle autonomie (innanzitutto scolastiche e regionali). E gambe per far camminare le autonomie.
Non credo si riesca a "riformare" una scuola che (a parte Associazioni e singoli peraltro in dialettico disaccordo fra loro) non sa cosa vuole, ma sa che non vuole essere modificata e quindi non condivide mai modifiche o scelte.
Per inerzia molti, con una lotta intelligente alcuni, siamo riusciti a disattendere ed annacquare anche la pessima riforma della Moratti che ci controllava in tutti i modi; questo mentre alcune OOSS che adesso giocano a chi fa la voce piu’ grossa, erano sparite e ci dicevano "fate come dice la Moratti" (SNALS), oppure "fate come se la Moratti (cioè una legge dello Stato) non ci fosse" (alcuni Confederali).
Da strateghi impotenti di fronte al binomio Berlusconi-Moratti, che neanche li convocavano, a rigorosi difensori della scuola timorosi di essere "scavalcati a sinistra" che gareggiano a chi chiede di piu’ (come dire: "forti con i deboli…"). Il primo round della riforma del sistema pensionistico è attualmente fermo per ca 100.000 "casi" nati intorno al 1950 (da La Stampa del 27/6).
Paura di perdere i consensi: si sa che questa maggioranza si regge sulla terza età….
Esistono dei nodi (il passaggio dalla scuola dei programmi a quella dei curricoli (e dall’insegnamento all’apprendimento), la definizione dei ruoli di centro e autonomie, un sistema di confronto e valutazione nazionale e locale del servizio, la documentazione della valutazione, il problema della certificazione delle competenze ecc…) che prima o poi la scuola dovrà affrontare. Quando e con chi? Noi ci abbiamo provato per anni a proporli, ma se non arrivava il foglietto (provvisorio) sulla certificazione delle competenze nessuno ne voleva parlare. La mentalità dei colleghi non cambia e purtroppo inerzia e consapevole opposizione spesso si confondono.

Il Ministro

Il ministro ha illuso alcuni con il programma del 3 aprile, ha insediato 3 Commissioni, da ex Dc pragmatico sente tutti (massimo 15/20 minuti o poche paginette) scoraggia chi lo contraddice e poi (come aveva anticipato) sembra voler dire: "decido" in fretta. Per ora non ha deciso molto, salvo essere sensibile al Ministro Padoa Schioppa, visitare le scuole private, dare alcuni contentini alla Chiesa cattolica. E prendere tempo. Da un lato abbiamo i documenti del 3 aprile, anche condivisibili, specie quello su "Il curricolo nella scuola della autonomia" e dall’altra le 100 slides di quanto fatto nel primo anno, reperibili sull’area news di questo sito. In mezzo alcuni interventi documentati dalle slides: si sono fatte delle cose, ma tra la filosofia e gli atti di un governo a singhiozzo sembra mancare un progetto. Se ci doveva essere una "ristrutturazione" della scuola vediamo mattoni, non muri portanti.

Può essere deluso del ministro solo chi aveva delle aspettative. Chiarito chi era e come era stato scelto si poteva solo verificare se un cattolico ex Dc e moderato (succeduto ad una cattolica integralista che aveva prepotentemente e con scarsa opposizione smantellato la scuola per motivi politico-ideologici: "cambiare la scuola per cambiare la società") avrebbe attuato il programma di governo sulla scuola. La risposta è: "pensavo che avrebbe fatto poco/qualcosa ed ora penso che non riuscirà a rimettere in piedi la scuola ponendola al centro dell’attenzione, non credo ne abbia la forza o l’intenzione, forse sta già pensando ad altro (il partito Democratico).

Conclusioni

Detto questo

a) Citando una risposta di M. Ambel ad una mia lettera "ci limitiamo ad analizzare la realtà, perché in quanto a cambiarla…". Come dice Morin è molto complessa!
b) Vale quanto ho precisato a suo tempo: i ministri si giudicano dai fatti. L’impegno non per difendere semplicemente l’esistente, ma per evolvere verso qualcosa di meglio, possibile e soprattutto condiviso (ma condiviso da chi e con chi?), ostinatamente rimane.
c)  Ai nostalgici (non ai delusi, che capisco) chiedo di fare un passo indietro, di ricordare i vincoli e le imposizioni pesanti della Moratti (il taglio delle risorse non nasce con questo governo), i lacci in parte allentati (tutor, smantellamento del TP, quel portfolio o quelle competenze di cui non siamo mai riusciti a discutere seriamente, anche per colpa del precedente Ministro e della sua politica incoerente, ma prepotente), le indicazioni nazionali, di dare una occhiata alle slides ed una a quanto scrivevamo allora.
d) Certo manca un progetto di scuola convincente e se arriva può arrivare troppo tardi.
e) Prima o poi si rifaranno le elezioni, il centrodestra probabilmente le vincerà ed avremo un nuovo ministro. Naturalmente un cattolico… Magari Buttiglione o uno di AN.

E la scuola potrà continuare a non cambiare.