Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica del dopo-Moratti


01.01.2008

Flessibilità, risorse, approdi: un 2008 sulla linea del fuoco (amico?)
di Stefano Stefanel
 

Da qualsiasi punto di vista li si guardi gli ultimi documenti ministeriali presuppongono quella “flessibilità bestiale” di cui ha parlato l’Amministratore delegato Sergio Marchionne per descrivere il modo in cui la Fiat è uscita dal disastro. Il recupero dei debiti formativi è un obiettivo condiviso che ha trovato posto in due complicati documenti (il D.M. 80/2007 e l’O.M. 92/2007), che accanto ad una serie di questioni irrisolte e nuovi problemi aperti indicano la necessità di intervenire con fantasia e innovazione nel difficile mondo della dispersione scolastica. I due documenti sul recupero dei debiti formativi vengono affrontati in questo momento dalle Scuole secondarie di 2° grado come una sorta di battaglia a tutto campo che deve garantire nello stesso tempo gli apprendimenti, la serietà della scuola, le azioni di recupero, le ferie dei docenti, gli orari già stabiliti, i fondi d’istituto già contrattati, ecc. Quando si cerca di mettere insieme cose diverse l’unico modo per riuscirci è essere flessibili, difficile farlo cercando di mantenere le situazioni immutate.

         La Direttiva ministeriale n° 117 del 19 dicembre invita a fare più e meglio la matematica e l’italiano nella Scuola secondaria di 1° grado. Rilancia poi l’idea di utilizzare il 20% per cambiare il monte ore della scuola e favorire le materie “portanti”. Sarà interessante vedere in che modo si muovono le scuole, anche in rapporto al Progetto Scuole aperte o ai Piani di formazione nazionale (ISS, mat@bel, Poseidon). Tutte queste sono domande profonde per una scuola in crisi che deve cambiare. L’approdo è lontano, ma non irraggiungibile e l’unica strada è quella della flessibilità. Un bel nome dato però, spesso, a rigidità impresentabili. Si premiano gli orari flessibili, quando invece dovrebbero essere dei semplici dati di partenza delle professioni. Di tutte le professioni, non solo della nostra.

         Anche le Linee guida per l’innalzamento dell’Obbligo di istruzione emanate con il Decreto ministeriale n° 139 del 22 agosto 2007 e trasmesse alle scuole con la Nota del Ministro il 27 dicembre 2007 entrano nel vivo del problema, laddove “intendono sostenere l’impegno e l’esperienza reale delle comunità scolastiche in un compito che comporta una profonda revisione metodologica e organizzativa della didattica e quindi un rinnovato profilo della professione docente”. Anche qui e in altre parole si chiede di essere flessibili e di avere degli approdi “alti e sfidanti”.

         Intanto le scuole viaggiano come un aereo in avaria e senza carburante cui non è dato il permesso di atterrare in uno scalo intermedio e che deve cercare di raggiungere ugualmente la meta. Non si fa nulla per estirpare il modo in cui i debiti sono stati contratti e cioè obbligando le scuole ad essere flessibili, così come diceva l’ormai lontana “Bassanini uno”, quando parlava di orario plurisettimanale e monte ore annuale. Queste sono le due parole chiave, che vanno al di là dei conteggi da “autopompa nell’autogrill”. Il lavoro degli insegnanti non può essere contrattualizzato in rigide tabelle preventive o successive, ma deve individuare i criteri generali che permettano a chi dirige la scuola di orientare le risorse dove serve, non dove sono state contrattualizzate. Ancora oggi si contratta dividendo preventivamente il fondo tra docenti e ata e quello ata a sua volta tra assistenti amministrativi e collaboratori scolastici: questo non porta a nulla e soprattutto non porta a rispondere alle sfide della scuola. I debiti scolastici, la matematica e l’italiano, i piani di formazione, l’innalzamento dell’obbligo scolastico mostrano un Ministero al passo con i tempi, che poi non usa le sue strutture per aiutare le scuole, ma solo per minacciarle o per tartassarle di inutili richieste.

         Sarà molto interessante capire in che modo le Indicazioni per il curricolo diventeranno scuola reale dopo la prima fase dedicata alla lettura. Sarà interessante conoscere in che modo interverranno le scuole in questo processo di modificazione. Alcune delle cose più avvilenti che si sentono dire nelle scuole sono: “noi abbiamo sempre fatto così”, “abbiamo anticipato la riforma”, “stiamo già lavorando in questo modo”, “abbiamo già tutto pronto”. Affrontare le sfide della scuola di oggi partendo da queste stupidaggini significa aver perso la partita in partenza. In questo modo l’aereo è destinato a schiantarsi. Non è più tempo per incastrare il vecchio dentro il nuovo, la scuola deve capire che si trova in prima linea e che la stagione delle buone pratiche non ha portato ad una buona scuola. Bisogna cambiare registro, ma senza una “flessibilità bestiale” non si va da nessuna parte. I ragazzi e le famiglie chiedono questo, il Ministro la ha capito: perché allora non usa Viale Trastevere, gli Uffici regionali e provinciali scolastici come un supporto alle scuole e non come l’ennesimo fuoco amico da cui difendersi?

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