Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica del dopo-Moratti


14.12.2007

Debitori e creditori
 di Stefano Stefanel
 

Con una scarna noterella il Ministro Giuseppe Fioroni ha aperto un inatteso, ma importante fronte per i Dirigenti. Con la comunicazione del 28 novembre 2007 (prot. n° A00DGPER22717) ha chiarito due passaggi molto importanti:

a)    personalizzazione e non individualizzazione: “recupero dei debiti formativi da effettuare entro la conclusione dell’anno scolastico. Si tratta di un obiettivo strategico che si muove nell’ottica degli interventi di personalizzazione dell’attività didattica a favore di tutti gli alunni”;

b)    responsabilità del dirigente: “l’adeguatezza degli interventi di sostegno e di recupero costituiscono elemento primario di valutazione ai fini della retribuzione dell’indennità di risultato e del conferimento e revoca degli incarichi dei dirigenti scolastici”.

L’Andis è stato il primo soggetto che ha posto al Ministro coniugando la sorpresa (“appare in primo luogo incomprensibile l’atteggiamento di sfiducia preventiva che la nota platealmente manifesta nei confronti dei dirigenti”) con la minaccia (“si auspica adeguata risposta sindacale”) con domande precise sulle risorse, le competenze degli organi collegiali, gli organici (Documento del direttivo dell’Andis del 30 novembre 2007).

La nota ministeriale legge correttamente l’art. 25 del d.lgs 165/2001 in un passaggio troppo spesso dimenticato: quello in cui si afferma perentoriamente che “nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento  e di valorizzazione delle risorse umane”. La distinzione tra “competenze” degli Organi collegiali e “poteri” del Dirigente scolastico è uno dei molti nodi irrisolti dell’autonomia scolastica, anche perché molto spesso di fatto gli Organi collegiali hanno “poteri” di fatto e il “Dirigente scolastico” competenze più o meno certe.  Al di là di quello che vorrebbero docenti e sindacati la legge prevede una responsabilità dirigenziale a fronte di poteri in un rapporto dialettico, ma non subordinato con chi detiene competenze. La questione è di grosso spessore a fronte del D.M. n° 80 del 3 ottobre 2007 e della successiva O.M. n° 92 del 5 novembre 2007, due documenti che a tratti si contraddicono e che dunque possono dar vita a delibere sbagliate, illegittime, confuse. Il collega Franco De Marchi, Dirigente del Liceo Carducci di Trieste, mi ha segnalato quello che riporto: “Noto una non trascurabile discrepanza tra l'art. 8, c. 1 dell'ord. 92 e gli artt. 5 e 6 del decreto 80. Mentre nel decreto si dice che le attività di recupero devono concludersi di norma entro il 31 agosto e successivamente (cioè dopo il 31 agosto) svolgersi l'attività di verifica e l'integrazione dello scrutinio finale (questa è anche l'interpretazione chiarissima diffusa dall'ufficio stampa del ministero il 3 ottobre), l'O. M. dice che anche le verifiche e l'integrazione dello scrutinio devono concludersi entro il 31 agosto.” E’ solo un piccolo caso su una questione molto più grande. Che la “copertura” dei debiti scolastici nella Scuola secondaria di 2° grado non potesse più andare avanti come stava accadendo da anni è una cosa che mi pare tutti sottoscrivano. Che l’attuale normativa sia la rincorsa ad un “proclama” ministeriale preventivo pare altrettanto assodato. Il provvedimento segue la dichiarazione e la interpreta lasciando scoperti molti fianchi. Direi che solo in un modo se ne può venire fuori: gli Organi collegiali devono mettere in campo le loro competenze in tutti i sensi, il Dirigente scolastico deve esercitare tutti i suoi poteri.

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Ci sono poi altri debiti  e in riferimento a quelli pecuniari vale la pena citare delle prose meno lodevoli di quella ministeriale sui debiti scolastici:

a)    Ministero della Pubblica istruzione: “nel quinquennio richiamato le scuole, pur a fronte di tali riduzioni, hanno continuato a iscrivere in bilancio gli importi sulla base del fabbisogno accertato o di quanto assegnato negli anni precedenti, con la conseguenza che nella loro contabilità figurano residui attivi provi di una corrispondente idonea copertura nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione” (Prot. n° 2430 del 22 novembre 2007, firmato da Emanuele Barbieri);

b)    Ufficio Scolastico Regionale del Friuli Venezia Giulia: “è del tutto inattuabile la richiesta, che viene frequentemente rivolta a questo Ufficio, di procedere all’assegnazione dei finanziamenti per i debiti pregressi”(Prot. n° 12417/C14 del 13 novembre 2007, firmato da Daniela Beltrame)

Entrambi i documenti rimandano al 2008 per ripianare questi debiti: “il problema, per la sua rilevanza nazionale, potrà essere risolto soltanto in sede legislativa nell’anno 2008” scrive l’Usr Fvg; nel 2008 si cercherà di “individuare una soluzione al problema dei debiti pregressi” scrive il Ministero. L’unica soluzione individuabile è quella di pagarli, anche perché i “debiti pregressi” sono nati da ore eccedenti per supplenze, ore per il gruppo sportivo, esami, ecc. cioè per spese obbligatorie o ordinarie, che ad un certo punto e in forma unilaterale il Ministero ha smesso di finanziare, lasciando che le scuole accumulassero residui attivi, che ora il Ministero contesta. Ma o si cambia la norma sulla vigilanza sui minori o bisogna pagare le ore eccedenti, non ci sono molte vie di mezzo. I Gruppi sportivi stanno già morendo, perché pochi rischiano l’ulteriore “apertura” di debiti che poi il Ministero rifiuta di pagare.

Navigando così a vista non ci può essere un gran futuro per la scuola italiana, mentre appare sempre più mostruosa questa organizzazione per cui la burocrazia scolastica statale (Usp, Usr, Mpi) invece di supportare l’autonomia scolastica la combatte, non solo cercando di centralizzare tutto quanto è possibile, ma anche negando risorse cui le scuole hanno diritto a fronte di leggi chiare, come certo è quella sulla responsabilità sui minori come bene indisponibile e non negoziabile: in classe, soldi o non soldi, ci devono andare gli insegnanti e non i vigili urbani, gli alpini o il dirigente.

 

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