Direzione didattica di Pavone Canavese

NUOVO CORSO: materiali e documenti della politica scolastica del dopo-Moratti


24.08.2007

Dall'On.le Valentina Aprea, riceviamo questo contributo al dibattito sulle Nuove Indicazioni che volentieri pubblichiamo, coerenti con la nostra consueta "politica editoriale" di dare spazio senza censure (anche solo parziali) a tutte le posizioni.

 

L’«uomo nuovo» della Sinistra. La scuola torna apparato ideologico del Governo?
di Valentina Aprea, responsabile Scuola di Forza Italia

 

Il nuovo anno scolastico si avvicina e il Ministro Fioroni ha pronte nel cassetto le nuove Indicazioni Nazionali (ex programmi) per il primo ciclo (ex scuole elementari e medie).
Ma anche questa vicenda  delle Indicazioni nazionali per il curricolo del primo ciclo di istruzione, emanate dal Ministro Fioroni per sostituire le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati del primo ciclo approvate nella scorsa Legislatura dopo due anni di consultazioni e sperimentazioni, sono un’ulteriore, ma significativa, conferma del fatto che la sinistra italiana continua a cambiare  nome, ma non muta mai la sua natura. Aggiorna, magari addolcisce, ma non rinnega, infatti, le tre caratteristiche storiche che l’hanno, finora, contraddistinta.
È tolemaica: si è sempre ritenuta il centro dell’universo e dell’intelligenza. Per questo ha sempre visto solo ciò che la confermava. Un egocentrismo così smisurato che l’ ha portata, purtroppo, non  solo al razzismo etico,  di cui hanno parlato riformisti equilibrati come Luca Ricolfi, per cui considera  gli avversari nemici da battere e persone sempre stupide da disprezzare, ma l’ha spinta addirittura ad una specie di razzismo ontolologico: chi non è di sinistra è come se non esistesse, e, se mai avesse fatto qualcosa, bisogna fingere che non l’abbia fatta finché non è stata sostituita da qualche altra cosa in regola con i suoi crismi ideologici.
In secondo luogo, la sinistra italiana continua a caratterizzarsi per il suo pensiero lenin-togliattiano: ritiene che si debba fare qualsiasi cosa pur di conquistare e mantenere il potere; e siccome per lei il bene e la verità sono il potere, solo quanto proviene dal potere che gestisce può essere vero e buono, anche se è falso e malvagio.
Infine, proprio perché ha avuto un rapporto psicotico con la realtà e con la verità, nel senso che ha pensato reale e vero solo ciò che coincide con la sua ideologia, è risultata sempre portatrice di interventi intempestivi, anacronistici e perciò incompetenti.

E’ andata così anche con riferimento alle nuove Indicazioni nazionali, che si badi bene, non intaccano né i quadri orari né le cattedre dei docenti.
Non approfondisco la riflessione sul cambio di intestazione del documento Fioroni, che viene spontanea. Per la sinistra, infatti, come si può capire comparando anche soltanto i titoli dei due documenti, al centro deve stare la scuola, con i suoi organismi amministrativi e sindacali, quelli che devono scodellare il mitico “curricolo”; gli studenti e le famiglie sono solo i destinatari di ciò che la scuola sovranamente decide di concedere. Quando si dice impianto autoritario. Per noi, invece, al centro dovevano stare gli studenti e le loro famiglie, erano loro il fine: la scuola e i docenti erano soltanto i mezzi messi a disposizione dallo Stato per coinvolgerli in prima persona e con precisi spazi istituzionali di scelta nella costruzione dei propri percorsi formativi. Sono due diverse visioni dello Stato, l’una impositiva e prefettizia, quella tipica della sinistra, l’altra propositiva e sussidiaria, tipica della tradizione cattolica e liberale. Senza andare oltre in questa direzione, sottolineo, invece, altri aspetti che confermano l’assunto iniziale.

La prima cosa fatta da Fioroni come è arrivato lo scorso anno al Ministero, è stato di fingere che le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati, legge della Repubblica, non esistessero. Caso unico nella storia d’Italia, le ha tolte addirittura dal sito del Ministero. Non le ha più fatte nominare in nessun atto ministeriale. Tabù. Rimozione. Damnatio memoriae. Ha annunciato solo: vi darò io, con i miei funzionari di sinistra,  il nuovo vangelo. Ma, sorpresa, adesso che ha dettato il nuovo vangelo con i crismi battesimali della ideologia governativa, chi mantenga un minimo di autonomia intellettuale non può tacere alcune osservazioni.

Contro le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati del centrodestra, la sinistra aveva mobilitato il suo potente apparato mediatico-politico-sindacale-istituzionale. Le accusò in ogni sede (giornali, tv, piazze, Camere, organismi di consulenza istituzionale, sedi sindacali), e per tre anni di seguito, di nefandezze a dire il vero tanto inventate di sana pianta quanto ribadite in modo ossessivo: avrebbero espresso una pedagogia di stato (peraltro, solo perché applicavano alla lettera la legge della sinistra sull’autonomia scolastica: il Dpr. 275 del 1999!); sarebbero state emanate in maniera verticistica (dopo due anni di lavoro con rappresentanti pluralistici della cultura e della scuola e dopo infiniti dibattiti parlamentari!); avrebbero taciuto della letteratura per l’infanzia (bastava leggerle per accorgersi che si trattava di una falsità, ma al Ministero arrivarono migliaia di firme di ‘accademici’ de sinistra che denunciavano questa grave dimenticanza!); non contenevano le teorie dell’evoluzione (non era vero, ma la sinistra scatenò l’autorevolezza della Sen. Montalcini per introdurre l’obbligo di insegnare solo Darwin e il darwinismo, ovvero per assumere come verità di stato solo una delle teorie dell’evoluzione, cosa che poi avvenne dopo un dibattito al Senato!); l’evo antico e medievale sarebbero troppo sacrificati perché il primo si studiava negli ultimi tre anni della primaria e il secondo solo in prima media; si sarebbe dato troppo poco spazio all’economia, all’educazione fisica, all’educazione tecnica; si sarebbe taciuto il tema della dislessia (in verità era presente solo nelle Raccomandazioni attuative). E potrei continuare.

Adesso ci sono le Indicazioni per il curricolo targate Fioroni. Redatte in tre mesi da una commissione tutta “politicamente corretta”, senza alcun dibattito né pubblico, né tanto meno parlamentare. Ed emanate alla chetichella durante la pausa estiva. Esse, questa volta davvero, non solo presentano una “nuova” pedagogia e didattica di Stato, ma, nel silenzio generale, fanno anche molto, molto di più: impongono alla scuola, senza ammettere repliche, di  forgiare l’ “uomo nuovo” fioroni-veltroniano, quello frutto di un’ideologia globalista e  mondialista, che ha lasciato alle spalle i vecchi valori, e che si è “ibridato” con il  cosmopolitismo terzomondista senza più radici ebraico-cristiane. Come nei regimi vecchio stile, insomma, alla scuola è affidata addirittura una mutazione antropologica dei cittadini, secondo i desideri di chi comanda. Nientemeno siamo tornati alla scuola apparato ideologico dello Stato occupato da una maggioranza di governo, quindi ad una scuola al servizio del governo. Inoltre, e questa volta sempre davvero, contravvenendo agli appelli dei frambolieri de sinistra che si erano scatenati nella precedente legislatura contro le pretese amnesie culturali delle Indicazioni nazionali targate centrodestra, nel plauso degli stessi firmatari di quegli appelli, improvvisamente disciplinati sulla via di Prodi e Veltroni, le Indicazioni nazionali targate sinistra violano senza pudore il Dpr. 275/99 approvato dalla stessa sinistra, tacciono della letteratura per l’infanzia, di Darwin e dell’evoluzionismo, se lasciano intatto lo studio dell’evo antico sacrificano pesantemente l’evo medievale e moderno a vantaggio del 900 berlingueriano accuratamente depurato degli accenni agli orrori del comunismo e delle foibe, dissolvono lo spessore culturale ed educativo dell’educazione fisica, dell’educazione tecnica ed economica, dell’informatica, dell’inglese e della seconda lingua, eliminano, udite udite,  la geometria dalla matematica (non ne parlano proprio!), naturalmente se ne infischiano della grammatica e dell’ortografia e della dislessia, ritengono che soli i bambini fino a 6 anni debbano “distinguere il bene dal male” perché dopo il bene e il male non esistono più, ciascuno decide quel che crede (come fare campagne contro il bullismo, in queste condizioni?), e costellano il testo di altre amenità non meno risibili. Con una differenza che adesso, of course, tutto questo sarebbe segno di “alta cultura”, di “verità scientifica”, oltre che di “democrazia laica e partecipativa”.

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