Direzione didattica di Pavone Canavese

03.05.2001

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La musica nella scuola secondaria

Dal sito della SIEM vi presentiamo il comunicato di Carlo Delfrati e Annibale Rebaudengo sul curricolo di musica nella nuova scuola secondaria. Se confermate dagli atti successivi, le decisioni di Fiuggi segnerebbero finalmente l'ingresso della musica come disciplina obbligatoria nel biennio della scuola secondaria.

Comunicato

Si è concluso il 20 aprile a Fiuggi il seminario preliminare di studio della Commissione ministeriale incaricata di suggerire al Ministro della Pubblica Istruzione il curricolo della nuova Secondaria, che secondo la legge dovrà essere avviato dallâanno scolastico 2002-2003.

In questa prima fase sono state messe a fuoco alcune fondamentali questioni su significato, finalità, struttura complessiva della futura Secondaria.

Fra i tanti temi affrontati, segnaliamo quelli che possono riguardare più da vicino le sorti della musica.

La Commissione doveva identificare un'area di discipline comune a tutti gli indirizzi: l'area sarà più consistente nel primo biennio della Secondaria, mentre nel triennio successivo si darà più spazio alle discipline dâindirizzo, quelle che caratterizzano i diversi licei (così si chiameranno ora tutti i rami della Secondaria).

Ricordiamo che per lâindirizzo musicale sta operando in parallelo, presso il Ministero, una commissione apposita, presieduta dalla Dott.sa Russo Tornatore e formata da Patrizia Barbarossa, Lionello Cammarota, Annibale Rebaudengo, Leonardo Taschera, Claudia Termini, Tina Zucchellini.

Nella commissione di Fiuggi, formata da circa 300 esperti di tutti i rami del sapere, il compito del nostro piccolo drappello musicale non si presentava semplice. Come si sa la musica ö per la sordità culturale delle passate classi dirigenti - non ha mai avuto diritto di cittadinanza nella scuola superiore, a parte le limitate occasioni del magistrale. D'altro canto il mondo della tecnologia, delle lingue straniere e più in generale dei nuovi saperi preme fortemente per una presenza consistente nel curricolo. A queste difficoltà si aggiunge il fatto serio che la quota nazionale di ore settimanali è ridotta rispetto al passato, per lasciare spazio alle opzioni delle singole scuole, secondo il nuovo principio dellâautonomia.

La linea che abbiamo difeso è stata quella di mantenere nel biennio l'intero impianto curricolare del ciclo primario, in nome della continuità, della conclusività dell'obbligo scolastico a 15 anni e non a 13, e soprattutto in difesa di una scuola che valorizzi, più che lâaccumulo enciclopedico di contenuti, le dimensioni fondamentali della cultura umana, fra le quali la musica occupa una posizione insurrogabile, soprattutto oggi, nella vita dei nostri giovani.

Questo orientamento è stato accettato dallâintera Commissione e come tale è stato consegnato al Ministro nella sessione conclusiva.

Si prospetta così per la musica una stagione nuova. Dopo aver esteso una formazione musicale all'intero settennio del ciclo primario, con spazi autonomi dagli otto anni d'età ai tredici, l'educazione musicale affidata allo specialista entra ora, per la prima volta nella storia della nostra scuola, come disciplina obbligatoria nel biennio della Secondaria in tutti gli indirizzi (classico/umanistico; sociale/scientifico; tecnico tecnologico; e ovviamente artistico/musicale). Dunque per tutti i ragazzi e le ragazze fino ai 15 anni.

I lavori continueranno nei prossimi mesi, per definire obiettivi, contenuti e monte ore delle discipline, da una parte; e dall'altra per affrontare lâintero impianto del triennio, oltre alle questioni organizzative più generali. Per la musica si porrà fra l'altro il problema di reclutare un numero consistente di insegnanti.

Crediamo di poter dire che il Riordino dei cicli apre una stagione nuova, da troppo tempo attesa, per la valorizzazione della musica nella scuola italiana. Sempre che un eventuale cambiamento politico non invalidi il processo felicemente avviato e non comprometta i risultati finora raggiunti.

Carlo Delfrati e Annibale Rebaudengo.