Direzione didattica di Pavone Canavese

03.05.2001

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Jean Jacques Nattiez (a cura di), Enciclopedia della musica . Vol. I.
Novecento, Torino, Einaudi, 2001, pp. 1333, L. 150.000.

La potenza pervasiva della musica contende il panorama del mondo contemporaneo al dominio delle immagini, investe il comportamento sociale a tutti i livelli, produce materia in continuo fermento, è somma di fenomeni estremamente eterogenei , quasi impossibile da ricondurre a un'unità. Si sente spesso ripetere come nel corso del Novecento la musica abbia smesso di parlare quella lingua coerente, omogenea, che un tempo vivificava lo scambio tra le forme dell'espressione popolare e della cultura più raffinata. Di fronte all'eccezionale proliferazione dei linguaggi, è tuttavia importante che si riaffermi, oggi, il bisogno di comprendere la musica come fenomeno globale, dunque di creare una forma di racconto e di analisi che non rinunci alla varietà delle sue manifestazioni, ma che neppure venga meno al dovere intellettuale di una riflessione critica rigorosa: né ideologica né neutrale. La nuova Enciclopedia della musica edita dalla Einaudi e curata dal musicologo canadese Jean-Jacques Nattiez risponde precisamente a questa esigenza, provando a disegnare una mappa unitaria dei fenomeni musicali, nel presente come nella storia, e rifacendosi al modello illuministico per eccellenza, quello dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert. La rivendicazione di una simile discendenza è esplicita, così come esplicita è la volontà di proseguire l'esperienza avviata quasi trent'anni fa dall'Enciclopedia Einaudi, la prima ad aver provocatoriamente messo in discussione il criterio classificatorio delle enciclopedie e dei dizionari storici comuni. L'impresa è monumentale: cinque volumi di oltre mille pagine ciascuno, che usciranno nel corso di tre anni, 230 articoli previsti, 185 autori. Il taglio dell'opera è tematico: ogni autore è stato sollecitato a ricostruire una sintesi saggistica dell'argomento assegnatogli e a lasciare da parte l'asetticità dei toni d'accademia per prendere apertamente posizione, dunque per dare a ciascun contributo il carattere dell'intervento che alla competenza scientifica aggiunge l'espressione di convinzioni radicate. L'articolazione dei volumi non è meno originale. Già il primo, in libreria da martedì prossimo (13\3\2001), rovescia l'ordine delle narrazioni abituali ed è dedicato al Novecento: l'epoca solitamente trattata alla stregua di appendice minore di una storia gloriosa assume dunque un forte rilievo, con l'evidente intenzione di interrogare l'attualità della musica a partire dai suoi antecedenti più immediati. Gli altri volumi sono dedicati rispettivamente al Sapere musicale, alla Musica in una prospettiva interculturale, alla Storia della musica occidentale, e a una singolare Tavola cronologica che si propone l'ambizioso compito di selezionare e schedare i fatti salienti della vita musicale - opere, innovazioni tecnologiche, conoscenze scientifiche e antropologiche - dalle origini a oggi. L'iniziativa, oggettivamente senza precedenti, assume un rilievo che va oltre il panorama dell'editoria italiana, tanto che presto saranno disponibili sia la traduzione francese, pubblicata da Actes Sud, sia quella inglese, accessibile on-line per gli abbonati del sito internet www.andante.com . In Italia, tuttavia, l'impatto di questa Enciclopedia avrà, prevedibilmente, ripercussioni più forti che altrove, proprio perché tenta di far rientrare la musica nel più ampio contesto di quella cultura scientifica e umanistica dalle quali è tenuta costantemente ai margini, grazie alle lacune croniche del nostro sistema educativo......................................................................................................................

Da Stefano Catucci, C'era domani la musica, in "Il Manifesto", 9 marzo 2001.