Direzione didattica di Pavone Canavese

Educazione interculturale: interventi, documenti e materiali

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(05.12.2004)

Handbook on integration of immigrants
Le proposte della Commissione Europea
su integrazione, intercultura e partecipazione politica
nelle società multiculturali

 Durante la Conferenza Groningen, tenutasi in Olanda il 10 novembre 2004, la Commissione Europea ha presentato la prima edizione di un testo estremamente interessante ed utile per quanti hanno responsabilità, non solo educative ma anche politiche e sociali, nel campo delle questioni multiculturali ed interculturali.
Il testo, in realtà una guida, si intitola Handbook on integration for policy-makers and practitioners ed è stato elaborato da esperti indipendenti in stretta connessione con il network dei referenti nazionali per l’integrazione e si articola attorno a tre questioni fondamentali.

 

 

1. Azioni positive per immigrati neo arrivati e rifugiati

Vengono qui analizzate le azioni (con esempi di pratiche riconosciute come migliori e più adatte) che la società di arrivo mette, o dovrebbe mettere, in campo per favorire il primo inserimento degli immigrati o dei rifugiati neo arrivati. A conclusione del primo capitolo (pp. 30-31) sono raccolte 21 indicazioni operative, molte delle quali hanno immediata rilevanza per il sistema formativo di ogni paese, in particolare con il sistema dell’educazione degli adulti, con particolare attenzione all’accessibilità.

2. Civic partecipation

Il secondo capitolo affronta il nodo della cittadinanza attiva e dell’eguaglianza sociale. Un tema estremamente complesso, attuale e scottante.

Il testo affronta l’argomento da due diversi versanti: da un lato indica alle istituzioni quali sono i passi necessari affinché le istituzioni siano davvero accessibili agli immigrati e dall’altro evidenzia le modalità con cui cittadini immigrati e cittadini autoctoni possono interagire e costruire cittadinanza comune a partire da alcuni temi specifici tra cui, ad esempio il dialogo inter-religioso, la partecipazione alla vita politica e sociale della propria città, compresa la dimensione del volontariato.

Il nodo centrale è costituito, ovviamente, dal dibattito sul riconoscimento del diritto di voto agli immigrati. Diritto che il documento ritiene fondamentale (cfr conclusioni cap. 2 punti 9 e seguenti, pp. 50.51) poiché è solo con il diritto di voto che può davvero prendere avvio la comune costruzione di una società multiculturale.

Su questo, come si può ben capire, esiste, soprattutto in Italia, molto dibattito (e molta confusione). Cito al riguardo due soli fatti.

Come molti ricorderanno quasi due anni fa il vice presidente del consiglio, on. Gianfranco Fini, stupì tutti sostenendo la tesi che era giunto il momento di ragionare di diritto di voto per gli immigrati che vivevano in Italia da alcuni anni. Non che la proposta fosse nuova, visto che al Parlamento Italiano giacciono circa 15 proposte di legge in tal senso: di nuovo c’era solo fatto che la proposta venisse da Fini. E infatti dopo pochi mesi essa fu lasciata cadere, essendo in realtà stata presentata più per regolare conti all’interno della maggioranza di governo (vedi Lega Nord) che per giungere davvero ad una legge in tal senso.

Sempre a questo proposito devo segnalare che nel frattempo, utilizzando l’autonomia che la Costituzione riconosce alle regioni e agli enti locali, la Regione Toscana prima e il Comune di Genova poi hanno inserito nel proprio statuto il riconoscimento del diritto di voto agli immigrati. In tutti e due i casi il governo ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale. Ed è di questi giorni la sentenza della Corte che nega legittimità e fondatezza al ricorso governativo e riconosce la costituzionalità dello statuto toscano.

Al riguardo si veda, al sito della regione Toscana, sia lo statuto (il passo incriminato è all’art.3, comma 6) che le reazioni alla sentenza della Corte costituzionale.

Più in generale, sulla questione della politica nelle città multiculturali mi permetto di inviare ad un libro (La città multiculturale, EMI, Bologna, 2004) in cui, assieme a Khaled Fouad Allam e Marco Martiniello, abbiamo affrontato questo tema sia sul versante teorico che mediante due studi di caso riferiti alle città di Modena e Reggio Emilia.

 3 Indicatori

Il terzo capito dell’handbook è dedicato agli indicatori, ovvero agli strumenti necessari per valutare il grado ed il livello di "politica inclusiva" o dell’accesso, o interculturale di una città e/o di un paese.

Una sezione, questa, davvero molto interessante ed utile, soprattutto per chi ha consapevolezza che è ormai ora di chiudere la stagione delle inutili polemiche e della finta emergenza per iniziare a progettare e governare la nuova città e società multiculturale che stiamo andando ad abitare.

E che sia l’Europa a ricordarcelo è davvero bello ed insieme ironico. Infatti che altro è, l’Europa di cui siamo cittadini, se non una società multi ed interculturale?

 L’Handbook è scaricabile, formato pdf, direttamente al sito della Commissione Europea, settore libertà, sicurezza e giustizia (settore in cui è commissario l’ex ministro degli esteri italiano, on. Frattini).

A tutti buona lettura

 Aluisi Tosolini

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