Direzione didattica di Pavone Canavese

Educazione interculturale: interventi, documenti e materiali

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(14.11.2003) 

DUE RAPPORTI
E UNA PRECISAZIONE

Tra metà e fine ottobre sono stati presentati due importanti rapporti sulla presenza di immigrati stranieri in Italia. Nello stesso periodo molto si è discusso della propostadell’On. Fini sulla necessità di riconoscere il diritto di voto alle elezioni amministrative agli immigrati.
In questa rubrica forniamo alcune indicazioni di sintesi sui due rapporti ed una precisazione sulle molte proposte di legge (oltre a quelladi Fini che in realtà non è ancora stata formalmente presentata) che attendono di essere discusse in Parlamento

Il Rapporto Caritas

E’ stato presentato a fine ottobre, a Roma ed in altre 10 città italiane, l’annuale rapporto Caritas sull’immigrazione.

1.512.324: questo il numero degli stranieri residenti regolarmente in Italia al 31 dicembre 2002.
A questo numero vanno aggiunti:
600.000 immigrati che hanno presentato domanda di regolarizzazione ai sensi della legge Bossi – Fini;
230.000 minori non registrati nell’archivio di soggiorno in quanto registrati sul passaporto dei genitori;
45.000 nati stranieri in Italia nel 2003 e minori non accompagnati presenti sul territorio
82.000 (ipotesi) nuovi permessi sfuggiti alla registrazione del Ministero dell’Interno in quanto spediti in ritardo dalle questure.
Il totale arriva così a 2.469.324 stranieri residenti in Italia, pari al 4,2% della popolazione complessiva.

Un rapporto denso, ricchissimo di dati, analisi, studi, indicazioni di prospettiva che può essere consultato a partire dal sito della Caritas italiana

Alunni con cittadinanza non italiana

A Roma, presso il Centro di Informazione e Documentazione su immigrazione e intercultura sono state presentate dal Direttore Generale Musumeci, in ottobre, alcune anticipazioni sul rapporto che annualmente il MIUR predispone a riguardo della presenza di alunni stranieri nellescuole italiane.

In estrema sintesi i dati salienti, riferiti al 2002/03, sono i seguenti

Alunni stranieri a scuola – numero totale: 232.766
Percentuale sul totale della popolazione scolastica: 2,96%

Confronto con alcuni altri paesi europei:

  • Inghilterra    14%
  • Francia         6%
  • Spagna         2,95%
  • Germania      9,7
  • Svizzera        23%

Aumento rispetto all’ano precedente: 50.000 unità
Numero di cittadinanze presenti: 189 (nel mondo ci sono 195 stati)

Alcuni esempi significativi

Province italiane con le percentuali più alte di presenza di studenti stranieri:

La cartina riassume bene la distribuzione
(per classi di ampiezza e a livello regionale)
degli alunni stranieri in Italia

Proiezioni per il futuro

La serie storica dell’evoluzione della presneza di alunni stranieri in italia evidenzia una crescita rapida e consistente: si è passati in venti anni da 6.104 a 232.766.

Le proiezioni per i prossimi anni stabiliscono incrementi annui della popolazione straniera residente in Italia pari a 150.000 unità e a 200.000 unità. Conseguentemente sono state elaborate due ipotesi di crescita della popolazione studentesca sintetizzate nella seguente tabella

Tendenze ipotizzate sulla popolazione scolastica non italiana

Anno scolastico

Ipotesi 1

Ipotesi 2

2003/04

270.132 285.369

2004/05

311.971 336.327

2005/06

351.423 379.246

2006/07

384.436 420.563

2007/08

418.267 459.461

2008/09

446.444 498.904

2009/10

467.742 534.840

2010/11

488.223 566.452

2011/12

507.888 597.519

2012/13

518.633 628.041

2013/14

527.744 658.020

2014/15

535.221 676.627

2015/16

541.066 693.602

2016/17

546.737 702.985

2017/18

550.390 710.190

2018/19

553.019 715.218

 

Una domanda per con concludere

A fronte di questi dati le re-azioni della scuola italiana quali sono?
Se posso azzardare un personale interpretazione, frutto della conoscenza empirica derivante dalle continue occasioni di incontro e frequentazione di molte scuole che in diverse regioni di Italia si interrogano sulla presneza di alunni stranieri, le cose stanno all’incirca in questo modo:

Le singole scuole stanno sempre più attrezzandosi elaborando piani e percorsi didattici di chiara matrice interculturale sforzandosi di passare dalla fase dell’emergenza (ormai superata da tempo) alla fase della quotidianeità della società multiculturale. In questo senso vedo con grande piacere che sempre più viene assunta la logica dell’educazione interculturale come sfondo integratore e orizzonte del POF.

Un numero sempre maggiore di enti locali (non importa di che colore politico) assume la dimensione multiculturale come dimensione imprescindibile della politica locale. E ciò avviene cercando di superare la logica della settorializzazione degli interventi. E proprio nell’ambito scolastico ciò è reso ancora più evidente dal fatto che non è possibile distinguere tra italiani e non italiani a livello di politica scolastica. Emblematico poi che molte amministrazioni comunali e provinciali abbiano compreso la necessità di rafforzare la lingua di origine dei bambini stranieri e si siano attivate fattivamente per utilizzare in modo sempre piùpreciso e coerente la figura del mediatore interculturale.

A livello centrale, di MIUR, tutto tace. Le questioni interculturali sono sparite dal palazzo di via Trastevere, quasi non si trattasse di una delle maggiori sfide della scuola e della società italiana dei prossimi anni. Una sfida di portata persino maggiore di quella tecnologica su cui invece il MIUR ha investito enormi risorse sia economiche che umane ed organizzative (basti dire che esiste una direzione generale per l’Innovazione tecnologica) . Le questioni interculturali riappaiono comunque, e spesso in modo significativo ed importante, a livello di direzioni regionali. E ciò è un bene.

Il fatto però che tutto taccia al MIUR può essere variamente interpretato. Da un lato le questioni interculturali non paiono essere particolarmente consone e/o omogenee alla ideologia che anima ampie porzioni della attuale maggioranza governativa. Con il conseguente rischio di gravi dissidi e scontri tra l’anima "Bossi" (che la logica interculturale la butterebbe volentieri in mare) e altre anime della maggioranza in parte più aperte ad assumere, almeno pragmaticamente, il nodo della società multiculturale in cui viviamo tentando di risolverlo con modalità più sensate.

Insomma, lo stesso scontro che si è visto a proposito della proposta Fini sul voto agli immigrati.

Per chiudere. Se volete il mio parere personale.... meglio che in questa situazione contingente il MIUR continui a tacere. Almeno non corriamo rischi di guai peggiori. Intanto le scuole dell’autonomia e gli enti locali lavorano sempre più a progetti integrati che dal basso fanno crescere una nuova società.

Una precisazione: non solo Fini

Si è molto dibattuto in questo ultimo mese della proposta del Vice Presidente del Consiglio, on. Fini, tesa a riconoscere il diritto di voto agli immigrati non comunitari residenti in Italia.
Si tratta di una proposta che ha fatto molto scalpore ma che in realtà è presente da molti anni nella società italiana.

Ad esempio nei giorni scorsi la Conferenza Episcopale italiana, presentando la giornata delle Migrazioni che viene celebrata in tutte le Chiese Italiane domenica 16 novembre, ha ricordato che la richiesta di riconoscimento del diritto di voto è stata presentata da Migrantes (l’ufficio pastorale della Conferenza Episcopale Italiana che segue il tema delle migrazioni) ben 10 anni fa.
Del resto non mancano neppure progetti di legge.

Ringrazio Raffaele Lettieri (che cura la news letter dell’Osservatorio Provinciale delle immigrazioni di Bologna ) per aver fornito nell’ultimo numero della newsletter l’elenco dei progetti di legge depositati nei due rami del Parlamento durante questa legislatura che concernono specificamente l’elettorato attivo e passivo dei cittadini stranieri non comunitari residenti in Italia
Si tratta di ben 4 progetti al Senato e 9 progetti alla Camera.
Qui di seguito i termini delle proposte di legge con relativo link per chi desiderasse effettuare una analisi puntuale e precisa delle diverse proposte.
Manca, ovviamente, la proposto dell’On. Fini che non è ancora stata, ad oggi, formalizzata.

Insomma….se solo lo si vuole davvero un accordo non dovrebbe essere difficile da trovare.
Ma lo si vorrà trovare?

Senato

Camera

....buona lettura a tutti...
Come si può vedere le proposte non mancano e non mancavano.
Forse quello che manca è la volontà di passare dalle parole ai fatti.

 

Aluisi Tosolini 

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