Direzione didattica di Pavone Canavese

(02.09.01)

 

Io, prof tedesco, non verrò più in Italia
finchè non si farà luce sulle violenze di Genova.
di Hans Jorg Sandkhuler*
(dal "Corriere del Mezzogiorno Puglia" del 28 agosto 2001)


Il professore Francesco Fistetti, dell’Università di Bari, editorialista del "Corriere del Mezzogiorno", ha ricevuto dal collega Hans Jorg Sandkhuler dell’ateneo di Brema, una lettera inviata all’ambasciata italiana in Germania e ai parlamentari tedeschi.  Ecco il testo della missiva, particolarmente significativa dopo i fatti di Genova

* * * * * *

Egregio ambasciatore,

da tanti anni intrattengo la maggior parte delle mie collaborazioni scientifiche con studiose e studiosi in Italia. Il Suo Paese mi è molto caro e lo tengo in gran conto. Per questa ragione percepisco i fatti legati al vertice del G8 a Genova come tanto più sorprendenti e preoccupanti. Non metto in alcun modo in dubbio che sia da condannare la violenza esercitata da alcuni dimostranti. D’altro canto, questo non giustifica l’impiego massiccio di polizia e militari, la loro aggressione talvolta brutale e la grave limitazione di diritti fondamentali.

I diritti fondamentali dell’Europa – al cui rispetto anche il Suo Paese è tenuto – impongono di garantire:

  • che le cittadine e i cittadini possano esprimere pubblicamente le loro preoccupazioni per le condizioni di vita delle presenti e future generazioni;
  • che la libertà di movimento in Europa, il diritto di associazione ed i diritti di partecipazione all’organizzazione della politica non vengano limitati;
  • che la legittimazione di un numero limitato di Stati nel decidere le sorti del mondo intero possa essere messa in questione;
  • che concezioni critiche e alternative possano essere espresse.

A Genova tutti questi diritti fondamentali sono stati violati. Inoltre, come documentano tutte le più affidabili fonti di informazione, da parte delle forze dell’ordine del Suo Paese nei confronti di molti dimostranti sono stati violati il diritto alla vita ed all’integrità fisica come quello dell’assistenza legale. Persone, che in nessun modo avevano fatto uso di violenza, sono state percosse, arrestate ed in parte gravemente ferite.

Io mi aspetto che questi episodi vengano indagati e chiariti da parte di una commissione indipendente e che i responsabili della violenza di Stato vengano giudicati in sede penale. Io mi aspetto delle scuse da parte del Suo Governo.

Peraltro, lavoro nell’ambito di un coordinamento promosso dalla Commissione Europea "Immaginare l’Europa". Come il Suo Paese si è presentato a Genova, io non posso immaginare né l’Europa né l’Italia.

Finchè non verranno esaudite queste mie aspettative, io ho intenzione di disdire la mia partecipazione a tutte le conferenze, le lezioni ed i convegni già programmati in Italia. Mi rivolgerò anzi a numerose colleghe e colleghi italiani ed europei chiedendo loro di associarsi alla mia protesta.

Hans Jorg Sandkhuler

 

* La scheda: dopo essere stato docente presso varie Università tedesche il prof. Sandkhuler attualmente insegna Filosofia presso l’Università di Bremen, di cui è stato anche incaricato dal rettore per le relazioni internazionali. Studioso molto noto e apprezzato in Germania e all’estero, è stato docente ospite presso l’Università di Torino e alla Sorbona. I suoi interessi scientifici vertono sulla storia del movimento neokantiano tedesco (nel cui ambito ha pubblicato numerosi studi sul pensiero di Ernst Cassirer), sull’epistemologia contemporanea e sullo studio della soggettività e della mente. Numerosi sono stati i suoi interventi anche nel dibattito filosofico-politico odierno, in particolare sul problema della democrazia e dei diritti umani. Attualmente dirige il "Zentrum Philophisce Grundlagen der Wissenschaften" (Centro per la fondazione filosofica delle scienze) presso l’Università di Brema; è stato direttore della rivista "Dialektik" e da anni è impegnato in ricerche relative alla fondazione dell’Università dei Diritti Umani (Menschenrechte). Collabora anche con l’Univerità di Bari. (cfr. "Corriere del Mezzogiorno" già citato).

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