Direzione didattica di Pavone Canavese

(11.09.99)

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LA SCUOLA CHE CAMBIA...
piccola GUIDA ALL’AUTONOMIA DELLE SCUOLE
per GENITORI - STUDENTI - AMMINISTRATORI
(
gli autori)

 

Le "REGOLE"

 

I "COMPITI" per ...
FAMIGLIE, STUDENTI, AMMINISTRATORI

 

LE REGOLE

Tutte le norme che si stanno via via accumulando per regolamentare il nuovo sistema delle AUTONOMIE SCOLASTICHE sono ispirate alle dieci regole che spieghiamo di seguito.

Esse sono dei principi fondamentali cui devono ispirarsi tutte le scuole autonome e, pertanto, per loro diventano dei doveri e, per le famiglie, sono la base per rivendicare il diritto ai servizi educativi per i propri figli.

 

RESPONSABILITA’
di tutte le decisioni prese dalla scuola (sia da parte dei singoli, che da parte degli Organi Collegiali ) sono responsabili coloro i quali le hanno assunte, e ne rispondono sia agli utenti (genitori, studenti, opinione pubblica), sia agli Organi di Controllo (provveditori, Ministero, Corte dei Conti...).
Ciò significa che chiunque può e deve essere messo in grado di risalire al responsabile di qualunque scelta organizzativa, didattica o amministrativa fatta da ciascuna scuola. Inoltre, dato che sono le scuole a decidere le proprie scelte educative, deve essere assicurata la coerenza tra i bisogni delle comunità e le risposte educative offerte dalle scuole autonome.
Proprio in virtù di questo principio le prestazioni delle scuole e degli operatori scolastici possono essere valutati... (vedi alle voci Valutazione e Controllo)

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FLESSIBILITA'
ogni scuola deve organizzarsi in modo tale da assicurare al meglio la risposta ai bisogni formativi espressi dagli studenti, dalle famiglie e dalle comunità locali. In altri termini i "programmi scolastici" devono essere adattati alle capacità ed attitudini di ogni singolo alunno (vedi alla voce Curricoli), sia dal punto di vista dei contenuti che dei metodi di insegnamento.

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INTEGRAZIONE
le scuole autonome sono tenute ad attuare costruttive relazioni sia con gli Enti Locali (comuni e province), sia con le agenzie ed associazioni che, dall’esterno, curano altri e diversi aspetti dell’educazione: ciò allo scopo di realizzare appieno il "diritto alla formazione", che è cosa diversa e più articolata rispetto al diritto allo studio (vedi anche alla voce Formazione)

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PROGRAMMAZIONE
ogni scuola autonoma è tenuta a realizzare i propri servizi sulla base di precisi orientamenti programmatici; ovvero deve prendere iniziative che siano state previste e discusse in precedenza dagli organi collegiali competenti. Soprattutto gli insegnanti hanno l’obbligo di programmare le proprie attività educative e didattiche insieme ai colleghi che operano con gli stessi allievi. Le programmazioni delle scuole devono essere sempre documentate adeguatamente anche per poter assicurare la trasparenza delle scelte effettuate nei riguardi dell’esterno (vedi alla voce Trasparenza)

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PARTECIPAZIONE
i servizi offerti dalle scuole devono essere "condivisi" sia dagli operatori (personale docente e non docente), sia dagli "utenti" (genitori, studenti, amministratori...). Per condivisione si intende tanto il fatto che deve essere assicurata la preventiva informazione sulle programmazioni messe in atto, quanto la possibilità del "controllo" durante le attività e della valutazione al termine di esse (vedi alle voci Controllo e Valutazione)

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EFFICACIA
le scuole autonome svolgono i propri servizi formativi sulla base di precisi e ben definiti obiettivi che esse si danno in coerenza con le finalità generali della scuola di Stato; sulla base di tali obiettivi esse possono essere giudicate più o meno efficaci, ovvero più o meno capaci di conseguire i risultati che si sono prefissate e che hanno condiviso (vedi alla voce Partecipazione)

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IMPARZIALITA
è il principio base che regola tutta intera l’azione della Pubblica Amministrazione. Per le scuole autonome imparzialità significa assicurare a tutti e per tutti il trattamento formativo di cui sono responsabili, senza discriminazione alcuna: nè di razza, nè di religione, nè di sesso... Ciò non significa dare a tutti le stesse cose, ma garantire ad ognuno, secondo il suo potenziale di crescita, in relazione ai bisogni di integrazione sociale culturale e professionale delle persone, l’offerta formativa adeguata .

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TRASPARENZA
anche questo è un principio introdotto di recente nella Amministrazione (1991) e significa che le scuole hanno l’obbligo di dar conto sempre e a chiunque (nelle forme e secondo le modalità di legge) delle ragioni delle proprie scelte educative. Per questo è necessario che le scuole autonome si dotino di un adeguato sistema di documentazione

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VALUTAZIONE
con l’autonomia viene modificato il concetto stesso di verifica e di valutazione. Mentre sino ad ora l’unica preoccupazione delle scuole era quella di rispettare le procedure previste dalle infinite norme emanate dal Parlamento e dagli Organi di Governo (bastava dimostrare di rispettarle per "essere a posto"!), l’autonomia ha introdotto il criterio della valutazione delle scuole e degli insegnanti a partire dai risultati ottenuti (vedi anche alla voce Efficacia). A valutare la qualità delle scuole e degli insegnanti sono -oltre agli utenti (vedi alla voce Controllo) - gli stessi operatori (autovalutazione) ovvero organismi tecnici preposti attraverso il SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE

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CONTROLLO
è il complesso delle azioni di valutazione, ovvero dei modi con cui si apprezza o meno la qualità del servizio scolastico. Le scuole sono tenute, ogni anno, a svolgere una rilevazione degli apprezzamenti dei genitori al riguardo della efficacia delle azioni formative intraprese dalla scuola e dichiarate dal POF e dalle programmazioni educative e didattiche degli insegnanti. A volte esse usano una specie di questionario di fine anno, altre volte dedicano specifiche riunioni degli Organi Collegiali in cui sono rappresentati anche i genitori, altre volte ancora ... se ne dimenticano... Non solo, ma al termine di ogni anno, il Dirigente Scolastico è tenuto a svolgere al Consiglio di Istituto una dettagliata relazione sui reclami ricevuti e sulle risposte date.

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I "CAMBIAMENTI"

...nella FORMAZIONE
la scuola italiana sta diventando "sistema formativo" , trasformando il "diritto allo studio" (garanzia per tutti di poter accedere all’istruzione) in "diritto alla formazione" (garanzia di poter entrare ed uscire dalla formazione durante l’intero arco della vita). Le scuole autonome hanno la responsabilità di assicurare con i loro POF tale diritto, naturalmente integrando i propri servizi con quelli di altre scuole e/o con la Formazione professionale che è gestita dalle Regioni. In attesa che si completi il "sistema", attualmente le novità sono queste:

  • obbligo scolastico esteso a 15 anni: tutti gli studenti di terza media si devono iscrivere ad una scuola superiore (quella che vogliono, anche se non è quella in cui pensano di terminare gli studi secondari), acquisendo il diritto ad un percorso "personalizzato", magari integrato con la Formazione Professionale (FP); alla fine di questo anno obbligatorio possono essere ammessi alla seconda classe del medesimo istituto, o ricevere la "certificazione" delle competenze maturate che sarà spendibile in altro istituto, ovvero nelle scuole regionali di FP;
  • obbligo formativo fino a 18 anni : una legge che recepisce uno dei tanti accordi tra Governo e Sindacati in materia di occupazione giovanile, stabilisce il principio che -in ogni caso- l’obbligo di formazione deve essere adempiuto fino al diciottesimo anno di età. Il che non vuol dire che sia obbligatorio per tutti gli studenti frequentare una scuola superiore, ma che dopo il 15mo anno obbligatorio, i giovani potranno ricevere una formazione adeguata anche nella FP, o, addirittura, mediante la certificazione di "crediti formativi" che attesta le competenze acquisite in campo lavorativo (apprendistato, progetti europei per i giovani disoccupati ecc.)


...nei CURRICOLI
il curricolo è il "corso degli studi" che tutte le scuole autonome devono predisporre sulla base di "standard di competenza" che verranno fissati gradualmente dal Ministero della Pubblica Istruzione. Quindi, a guidare le scelte delle scuole per quanto riguarda la predisposizione dei curricoli, non saranno più le "materie" (come avviene ora), ma saranno le capacità e le abilità che gli studenti dovranno dimostrare di aver acquisito al termine degli studi "per mezzo" delle materie. In altri termini, agli studenti si chiederà di dimostrare di sapere, fare, essere con le conoscenze acquisite durante il corso degli studi, non tanto di sapere la matematica, la storia, il greco, ecc. Tant’è che in alcune scuole si stanno già sperimentando "nuovi saperi" come: le comunicazioni di massa; una lingua straniera (si potrà cominciare dalla scuola materna con la prima lingua e dalla media con una seconda...) ; i linguaggi (musicale, artistico, audivisivo, telematico ecc.); gli studi sociali (storia, geografia, ecologia, sociologia ecc.). Le scuole autonome hanno il dovere di adattare i programmi nazionali, introducendo queste o altre nuove forme di conoscenza nei loro curricoli per completare la formazione che intendono impartire agli allievi: tali "nuovi saperi" potranno essere opzionali (cioè scelti soltanto da alcuni studenti) o integrativi (cioè obbligatori per tutti) e potranno, in parte, sostituire alcune parti delle materie tradizionali di quella scuola. Si capisce come, in questo contesto, sia estremamente importante per le scuole dotarsi di un sistema di orientamento degli alunni (magari in rete con famiglie, ASL ed Enti Locali) e di personale competente in queste nuove forme di conoscenza...

 

...nella ORGANIZZAZIONE
con l’autonomia le scuole devono predisporre il proprio PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA (POF) che è il documento nel quale sono descritti i servizi educativi che ciascun istituto è in grado di offrire agli studenti ed alle famiglie. In esso vengono precisati: il curricolo di scuola (vedi alla voce precedente); le iniziative integrative (lingue straniere, corsi di recupero, corsi post-qualifica -per le superiori- progetti europei, ed altro...); le iniziative di "personalizzazione dell’insegnamento" per gli alunni con particolari necessità; le proposte culturali e formative rivolte agli adulti (genitori e non) delle comunità locali; i tempi, gli spazi e le tecnologie per l’insegnamento di cui la scuola intende far uso ecc.

Il POF può prevedere, anche sulla base delle regole di cui si è detto prima, una maggiore o minore flessibilità nell’uso del personale docente sia interno alla scuola che esterno ad essa per progetti particolari o sulla base di competenze specifiche; così come possono essere previsti raggruppamenti di studenti diversi dalle solite classi (per realizzare attività "personalizzate" anche sulla base degli interessi degli alunni medesimi).

In ogni caso i cambiamenti significativi nella organizzazione delle scuole possono riguardare:

- i tempi scolastici: sulla base del POF può essere modificato il calendario scolastico, la durata delle lezioni, il numero dei rientri pomeridiani, la quantità di ore per ogni materia o gruppo di materie (nell’arco di un anno o di un ciclo). Non può essere modificato il numero di ore complessive annuali da erogare per l’insegnamento: esso si calcola moltiplicando per 33 il numero delle ore obbligatorie a settimana.

- gli ambienti per l’apprendimento: sulla base di intese con Enti ed Associazioni le scuole possono utilizzare ambienti ed attrezzature di altre scuole o messe a disposizioni dalle comunità locali (ad esempio biblioteche, musei, aziende...) sia nella forma dello stage, sia in quella di singoli progetti speciali realizzati in accordo con tali organismi

- i gruppi di insegnamento e di apprendimento: le scuole, per motivate ragioni da esplicitare nel POF, possono prevedere forme di insegnamento collegiali da parte di insegnanti esperti in determinati ambiti culturali sia che facciano parte dell’organico della scuola, sia che siano assunti al di fuori di esso; allo stesso modo possono modificare i raggruppamenti degli alunni, formando gruppi alternativi e diversi dalle classi di età o di livello al contrario di quello che avviene quasi sempre attualmente.

 

... nella AMMINISTRAZIONE
dopo aver detto che l’autonomia delle scuole si inserisce anche nel quadro generale di Riforma della Pubblica Amministrazione (vedi alle voci Imparzialità e Trasparenza), segnaliamo i principali cambiamenti in atto nella Amministrazione Scolastica:

  1. i Presidi e i Direttori Didattici diventano Dirigenti Scolastici: ciò significa che per legge "sono responsabili del raggiungimento degli obiettivi della scuola che dirigono", quindi sono soggetti a periodiche valutazioni di merito al riguardo della qualità (efficacia ed efficienza) del loro lavoro;
  2. le scuole autonome possono essere costituite da più plessi anche di ordini e gradi diversi (materna, elementare, media e superiore) purchè abbiano almeno 500 alunni. La responsabilità della pianificazione delle scuole sul territorio è degli Enti Locali;
  3. l’esame di maturità è diventato "esame di stato" e si conclude con tre prove scritte ed un orale su tutto il programma del corso di studi. Alla votazione finale concorrono anche le valutazioni ed i crediti scolastici acquisiti nel corso dei trienni conclusivi del ciclo di studi secondario;
  4. il Ministero della Pubblica Istruzione incorpora anche quello dell’Università e della Ricerca, assicurando continuità anche nel passaggio dalla scuola secondaria all’Università la quale comprende, a sua volta tre livelli di Laurea (le "lauree brevi"; le lauree vere e proprie; le specializzazioni post laurea). Lo stesso Ministero avrà soltanto due Direzioni Generali e cinque Servizi: tutte le altre funzioni saranno svolte dalle Direzioni Generali regionali. I Provveditorati agli Studi saranno sostituiti da Servizi Amministrativi Territoriali che potranno essere sub-provinciali, provinciali o interprovinciali a seconda della consistenza dei territori;
  5. i comuni (anche in collaborazione tra di loro e con le province), d’intesa con le scuole autonome, esercitano iniziative relative a:
  • educazione degli adulti

  • interventi di orientamento scolastico e professionale

  • pari opportunità di istruzione

  • supporti alla continuità orizzontale( tra scuole e territorio) e verticale (tra scuole di ordine e grado diverso)

  • prevenzione della dispersione scolastica ed educazione alla salute

  • interventi perequativi per assicurare a tutti il diritto alla formazione

 

...leggi, e decreti per l’ AUTONOMIA...

Legge 7 agosto 1990 N. 241
Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi

Decreto Legislativo 3 febbraio 1993
Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego

Decreto del Presidente della Repubblica 1 ottobre 1996 n. 567
Disciplina delle iniziative complementari e delle attività integrative delle istituzioni scolastiche

Legge 15 marzo 1997 n. 59
Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa

Legge 24 giugno 1997 n. 196
Norme in materia di promozione dell’occupazione

Legge 18 dicembre 1997 n. 440
Istituzione del Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi

Decreto Legislativo 6 marzo 1998 n. 59
Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche autonome

Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n.112
Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regione ed agli enti locali

Decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998 n. 233
Regolamento recante norme per il dimensionamento dlele istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti

Decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998 n. 249
Regolamento recante lo statuto degli studenti e delle studentesse

Decreto Legislativo del 30 giugno 1999 n. 233
Riforma degli Organi Collegiali Territoriali della scuola

Legge 17 maggio 1999 n. 144 (artt. 68 e 69)
Collegato alla legge di Bilancio dello Stato (Obbligo di formazione fino a 18 anni)

 

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(*) La guida che viene qui presentata è stata ideata dall'ispettore Italo Bassotto  del Nucleo di Supporto all'Autonomia del Provveditorato agli Studi di Mantova