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(22.03.2010)
Non solo con Facebook, non solo Facebook
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di Marco Guastavigna e Luciano Rosso

Demonizzato o mitizzato, è un dato di fatto che Facebook suscita l'entusiamo - spesso acritico - di molti, in particolare adolescenti.

Recentissima la notizia che il suo numero di accessi ha superato quello di Google.

Di fronte a fenomeni comunicativi, ma in realtà anche affettivi e antropologici, gli educatori non possono restare passivi.

Segnaliamo pertanto due possibilità di ragionare in modo critico.

La prima è un webquest, utilizzabile anche in versione inglese, sul concetto e sulla pratiche degli adolescenti digitali.

La seconda è Ning, piattaforma sulla quale è possibile accreditarsi e realizzare Social Network particolari, perché così caratterizzata:

- è corredata degli elementi essenziali che connotano i social network (dalla chati all'inserimento di video), ma la loro composizione è decisa dal supervisore (colui o colei che ha creato l'ambiente);

- è possibile rendere l'ambiente visibile esclusivamente agli iscritti, che possono diventare tali solo accettando un invito;

- è possibile da parte del supervisore riservarsi di controllare tutti i materiali immessi dai diversi partecipanti prima di autorizzarne l'inserimento effettivo.

Si tratta insomma di un ambiente protetto, nel quale un adulto ha gli strumenti per tutelare l'attività dei giovani iscritti e magari per rendere l'attività dotata di un senso diverso da quello del semplice intrattenimento: lo stesso Facebook è nato dall'esigenza di avere uno strumento che fungesse da una parte da annuario scolastico digitale, ma dall'altra anche di scambiare dispense.

Si possono quindi ipotizzare Social Network di classe, in cui gli studenti e gli insegnanti collocano e ritrovano appunti sulle lezioni e materiali video di approfondimento degli argomenti trattati a scuola.


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